Comunità energetiche: cosa sono, come si fanno e quanto si risparmia

La possiamo fare tutti, anche come privati cittadini. In un condominio e non solo. L'energia arriva da fonti rinnovabili con vantaggi per l'ambiente e per le tasche

Comunità energetiche

Come funziona una comunità energetica? Quali vantaggi comporta in termini di risparmio sulla spesa dei consumi e di minore impatto ambientale? Chi può costituire una comunità energetica? Partiamo da quest’ultima domanda che rende subito chiaro quanto la costituzione di una comunità energetica sia un’opportunità da non sprecare. La possiamo fare tutti, anche come privati cittadini, in un semplice e piccolo condominio, oppure come gruppi di aziende, di negozi e di enti pubblici locali. Insieme autoproduciamo, per tutti i partecipanti alla comunità, l’energia da fonti rinnovabili, azzeriamo le bollette, e se riusciamo a produrre eccedenza, la vendiamo sul mercato. Con il ricavato possiamo, per esempio, fare altre spese condominiali.

Cosa sono

Le comunità energetiche (CE) sono costituite da gruppi di persone (cittadini, enti pubblici ed imprese) che anziché limitarsi a consumare energia, contribuiscono attivamente a produrla, distribuirla, condividerla, collaborando tra loro.

Con quale obiettivo? Fornire energia rinnovabile a prezzi buoni ai vari membri, combattere gli sprechi energetici, ridurre le emissioni di CO2. Gli utenti che non solo consumano, ma partecipano al processo produttivo dell’energia vengono chiamati prosumer.

La gestione delle comunità è a carico dei cittadini perché la legge vieta alle comunità di trasformarsi in imprese a scopo di lucro.

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Come si costituiscono

Per creare una comunità energetica è importante sapere che deve apportare benefici di tipo ambientale, economico e sociale alla comunità e che i prosumer non possono guadagnare principalmente da essa, ma devono avere altre fonti di reddito. Chiunque può aderirvi ma gli impianti dei prosumer devono rispettare alcuni requisiti, ovvero non possono superare la potenza complessiva di 200 kW e la loro attivazione dev’essere successiva all’entrata in vigore del Decreto Milleproroghe. I vari membri della comunità devono sottoscrivere un contratto.

Fatte queste premesse, bisogna avere un luogo adatto per l’installazione degli impianti ed è necessario coinvolgere altre persone per la condivisione dell’energia. Si può quindi procedere con la creazione della comunità energetica che prevede, fra le altre cose, la sottoscrizione di un contratto di diritto privato. Vanno quindi creati gli impianti, che dovranno rispettare determinati requisiti, e si dovranno richiedere gli incentivi.

Grazie alle comunità energetiche è possibile installare un impianto fotovoltaico condominiale sul tetto in modo che tutti gli appartamenti che appartengono alla comunità possano condividere l’energia che producono, con notevoli risparmi in bolletta.

Comunità energetiche

Vantaggi

I vantaggi sono principalmente i seguenti:

  • ambientali perché l’energia viene prodotta da fonti rinnovabili, quindi si hanno meno emissioni di CO₂ e altri gas
  • economici grazie alle varie agevolazioni fiscali attive e ai meccanismi incentivanti. Senza contare che più si auto-consuma, più diminuiscono i costi delle componenti variabili della bolletta.

Comunità energetiche in Italia

Al momento in Italia si contano 154 comunità energetiche per la produzione, l’autoconsumo e la vendita di energia pulita. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, entro il 2035 le comunità energetiche in Italia saranno 40 mila e coinvolgeranno 1 milione e 200 mila famiglie, 200 mila uffici e 10 mila imprese. Dal nord al sud, sono numerose le comunità energetiche italiane. Ne sono un esempio la comunità energetica da fonti rinnovabili di San Giovanni a Teduccio, Napoli, o quella di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, nata grazie all’impegno dei cittadini. E ancora la comunità energeticamente auto-sostenibile di Borutta, in Sardegna.
Le comunità energetiche hanno dimensioni molto variabili. In Val Trompia, in provincia di Brescia, una comunità energetica è nata grazie all’alleanza di dodici comuni; a Genova gli abitanti di un quartiere si sono riuniti in comunità attorno all’impianto di una grande pizzeria; a Cagliari un’associazione tra residenti, con il sostegno dell’amministrazione comunale, ha creato una comunità energetica con al centro  una scuola materna.
Pensiamo anche alla Comunità Solare italiana nata in provincia di Bologna dalla collaborazione tra cittadini e amministrazione per ridurre i consumi energetici puntando sull’uso delle energie rinnovabili. Ed esistono anche intere città energeticamente autosufficienti grazie alle fonti rinnovabili, è il caso di Burlington, nel Vermont, di Uralla in Australia, di Feldheim in Germania.

Bolletta da 36 euro con la comunità energetica

Il vero testimonial delle Comunità energetiche in Italia è Matteo Leonardi, milanese, direttore di Ecco Climate, think tank che si occupa di politiche energetiche a basso costo ed alta tecnologia. Il fornitore di elettricità di casa Leonardi a Milano è la cooperativa E’nostra, che ha dato vita a una comunità energetica. In pratica ha aperto un fondo con le sottoscrizioni dei soci-clienti, e ognuno ha versato la sua quota in proporzione alla potenza degli impianti di rinnovabili costruiti.In contropartita dei versamenti effettuati, le famiglie di E’ nostra ricevono una quantità di energia a tariffa bloccata e scontata, e la cooperativa può cambiare la tariffa soltanto una volta all’anno. Risultato: Leonardi, che ha realizzato un impianto fotovoltaico da balcone,  ha stabilizzato la sua bolletta a 36 euro.

Comunità energetiche in Toscana

La Toscana è la prima regione italiana ad avere approvato, di fatto all’unanimità, una legge regionale per favorire e semplificare la creazione di comunità energetiche sul territorio.Oltre a stanziare alcune risorse, con queste norme in Toscana la procedura per creare una comunità energetica dovrebbe risultare molto semplificata.

Comunità energetiche nel Lazio

A Fiumicino sei aziende agricole si sono unite per creare una comunità energetica e produrre energia da fonti rinnovabili: il progetto ha il supporto scientifico del Dipartimento di Ingegneria meccanica ed aerospaziale dell’università la Sapienza e andrà a rafforzare le attività del Biodistretto sul territorio.  Quanto alla capitale, l’amministrazione comunale di Roma ha intenzione di creare una comunità energetica per ogni municipio della città.

Comunità energetiche in Piemonte

La parrocchia della Santa Famiglia di Nazareth, nel cuore del popolare quartiere Vallette, alla periferia di Torino, è riuscita a creare, partendo dal basso, dalla comunità parrocchiale, la sua Comunità energetica per alleggerire le bollette delle famiglie residenti nella zona. Grazie anche all’aiuto della Fondazione Compagnia di San Paolo, l’ex parroco, don Roberto, è riuscito a far installare, sul tetto della chiesa, un impianto fotovoltaico con una potenza di 20 kWp: questo significa che ciascuna delle famiglie bisognose, individuate dalla parrocchia, dovrebbe ricevere 180 euro all’anno, preziosi per abbassare il costo delle bollette.

Comunità energetiche in Liguria

A Quiliano e Vado Ligure, in Liguria, è stato un gruppo di aziende a creare la sua Comunità energetica, con un impianto fotovoltaico formato da 1.800 pannelli, installati sui tetti di proprietà di Tirreno Power, la società promotrice del progetto.

Comunità energetiche in Sardegna

A Cagliari, l’amministrazione comunale ha avviato un progetto-pilota che dovrebbe fornire l’energia a 40 edifici scolastici. La Comunità energetica di piazza medaglia Miracolosa, a Cagliari, fornisce l’energia a famiglie a basso reddito residenti nel quartiere.

Comunità energetiche in Umbria

Nel comune di Gubbio, in provincia di Perugia, si sta portando avanti il progetto per realizzare la prima Comunità energetica in Italia con energia rinnovabile prodotta da un impianto eolico.

Finanziamenti

Per capire quante sono le opportunità, anche epr i privati cittadini, di realizzare le comunità energetiche, con i relativi vantaggi, bisogna tenere presente che il PNRR ha già stanziato due miliardi e 200 milioni per costituirne nei comuni sotto i cinquemila abitanti. Che potrebbero avere una svolta in termini di competitività e qualità della vita delle loro comunità.

Comunità energetiche in Europa

Secondo le previsioni di ResCoop, l’associazione di 1.900 cooperative energetiche di 22 paesi dell’Unione, nei prossimi anni la metà della popolazione europea, 220 milioni di persone, potrebbe autoprodurre energia rinnovabile. Abbattendo i costi delle bollette, diminuendo le importazioni e l’inquinamento. La progressione dello sviluppo delle comunità energetiche in Europa è impressionante. Sono diventate, solo per fare alcuni esempi, 1750 in Germania, 700 in Danimarca, 500 in Olanda e 420 in Gran Bretagna.

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