Obesità infantile: cause, rimedi e prevenzione

Vita sedentaria, alimentazione sbagliata, troppo tempo davanti a uno schermo. L'importanza del sonno

Obesità infantile

I dati parlano chiaro. L’obesità infantile è un fenomeno che tende ad aumentare con il passare degli anni. Secondo un recente studio condotto dall’Imperial College di Londra e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il numero di bambini e di adolescenti obesi è aumentato di dieci volte negli ultimi quarant’anni.

OBESITÀ INFANTILE

Cifre negative che non risparmiano il Bel Paese. Si stima che i bambini italiani siano tra i più grassi d’Europa e che ad essere molto appesantita sia soprattutto l’area meridionale.

Siamo di fronte a un problema sanitario da prendere in seria considerazione. Legati all’obesità ci sono infatti innumerevoli rischi per la salute che possono colpire i bambini fin dalla più tenera età, andando a peggiorare man mano che si diventa adulti. Ma quali sono le cause dell’obesità infantile. E, soprattutto, come si può evitarla?

L’obesità infantile deriva da un confluenza di fattori combinati. Alla base emerge innanzitutto una eccessiva e cattiva alimentazione che si associa a inattività fisica e, in taluni casi, a cause genetiche.

OBESITÀ INFANTILE IN ITALIA

Secondo uno studio condotto in 33 Paesi della regione Europea dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Salute, tra il 2018 e il 2020, l’Italia è risultata essere uno dei Paesi con le più alte prevalenze di sovrappeso: 39% di sovrappeso (obesità infantile inclusa) e 17% di obesità.

I dati al completo sono disponibili sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, ISS, dove viene anche specificato, che i maschi sono in sovrappeso con un rapporto maggiore rispetto alle femmine. E questo non solo in Italia, ma quasi in tutti i Paesi presi come campione. Dati che allarmano, ma che vedono un leggero trend positivo rispetto agli studi precedenti.

CAUSE

La sovralimentazione

Di fatto si ingrassa se attraverso l’alimentazione si assume una quantità di calorie superiore a quella che si riesce a bruciare. Un quadro simile si verifica quando ci si nutre in modo scorretto, privilegiando cibi poco salutari e ricchi di grassi e di zuccheri.

Complice di questa tendenza è anche l’affermarsi del cosiddetto junk food, la cui crescente diffusione riguarda da vicino anche il nostro paese. Sempre più italiani si allontanano dal modello di dieta mediterranea attratti dal “cibo spazzatura”.

Mangiare, tuttavia, non significa solo assumere alimenti per nutrirsi. Il cibo svolge anche altre funzioni. Può essere ad esempio fonte di conforto, di compagnia, di gratificazione e persino di punizione.

Quando i risvolti puramente accessori del cibo prendono il sopravvento, noi tutti, bambini inclusi, non prestiamo più attenzione allo stimolo naturale della fame, ci dimentichiamo del senso di sazietà e finiamo nella trappola della sovralimentazione dipendente da altre necessità. Il rischio obesità a quel punto è dietro l’angolo.

La sedentarietà

Negli ultimi decenni il rapporto dei più piccoli con l’attività fisica è sensibilmente peggiorato, come confermano numerosi studi realizzati sull’argomento.

Sul finire del 2018, i ricercatori canadesi dell’ospedale pediatrico dell’Eastern Ontario Research Institute hanno stilato un rapporto internazionale sulla sedentarietà dei bambini, estrapolando i dati da 49 paesi. Ne è emerso che i giovanissimi sono sempre più sedentari.

La causa è da attribuirsi principalmente all’abitudine di passare sempre più tempo alle prese con smartphone e tablet. Un’emergenza che, secondo gli esperti, parte dal cattivo esempio dato dagli adulti.

Nella società occidentale, la dipendenza dagli smartphone è una condizione sempre più palese. In base al principio secondo cui i bambini copiano i genitori, questa pessima abitudine si è diffusa anche tra i più piccoli. Si calcola che mediamente gli alunni delle scuole elementari non si muovano per più un’ora al giorno.

Come se gli smartphone da soli non bastassero, parte delle ore libere dei piccoli vengono trascorse davanti alla TV. Altro punto debole sono gli spostamenti che avvengono con crescente frequenza in macchina, anche nel caso di brevi tragitti.

Il tutto va a scapito dell’attività fisica. Il passo da lì all’obesità diviene breve. Muovendosi poco, si consuma meno energia e si tende a ingrassare con più facilità.

Le altre cause

Il sovrappeso può essere almeno in parte dovuto alla familiarità. Si calcola che i fattori di tipo genetico intervengano dal 30 al 50% dei casi. L’accumulo di tessuto adiposo nell’organismo dipende in taluni circostanze dall’assunzione di determinati farmaci. All’origine del sovrappeso si possono inoltre nascondere, seppur di rado, alcune patologie, come l’ipotiroidismo.

cibo spazzatura

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RISCHI PER LA SALUTE

Tra le conseguenze dell’obesità per la salute si possono ricordare:

  • La dislipidemia, ovvero un’anomalia a carico dei lipidi;
  • Elevati livelli di glicemia, che possono anche evolvere in diabete di tipo 2;
  • Un rischio maggiore di steatosi epatica, ossia di accumulo di grasso nel fegato;
  • L’aumento della pressione arteriosa;
  • L’aumento dei trigliceridi nonché una diminuzione del colesterolo “buono” nel sangue, condizione che espone i bambini al rischio di sindrome metabolica e alla comparsa di ateriosclerosi.

ETÀ DELLO SVILUPPO E SOVRAPPESO

I bambini, dalla nascita fino alla pubertà, passano per delle tappe della vita in cui è più facile aumentare la massa grassa piuttosto che quella magra. In particolare, sono 4 i momenti da tenere sotto controllo:

  • Prime settimane di vita: se il bambino nascono con un peso sotto la media e hanno un recupero veloce, questo favorisce l’obesità infantile precoce.
  • Primi 12 mesi di vita: Lo svezzamento anticipato, associato ad un assunzione maggiore di proteine può in buona parte dei casi portare a sovrappeso. Al contrario, un allattamento al seno prolungato previene l’obesità infantile.
  • Fase tra i 4 e i 6 anni: se il bambino aumenta rapidamente di peso in questa fase, accumulerà più quantità di grasso e, quindi, l’obesità.
  • Pubertà: Soprattutto nei maschi, questo periodo corrisponde con un dimagrimento naturale con un aumento della massa magra e una riduzione di quella grassa. Ma un ragazzo che giunge a questa età con sovrappeso o obesità, è molto probabile che arrivi ad essere un adulto obeso.

Ma come ingrassa un bambino e perché a volte sembra mettere su chili anche senza esagerare nelle quantità dei pasti? Le cause sono diverse e nel 98% dei casi è dovuto ad una combinazione di più fattori:

  • Familiarità genetica: studi hanno evidenziato che un bambino con entrambi i genitori obesi avrà l’80% di possibilità di diventare obeso. Si parla di costituzione.
  • Dieta poco sana e alterazione degli orari dei pasti.
  • Sedentarietà.

Solo nel 3% dei casi si ha a che fare con disturbi o disfunzioni di natura genetica o ormonale (ipotiroidismo), oppure condizioni derivate dall’assunzione prolungata di farmaci, specie cortisone.

PREVENZIONE

Questi rischi possono essere contrastati, adottando una dieta equilibrata e stili di vita corretti. Ma è essenziale intervenire da subito. Ecco allora una serie di semplici regole che potete seguire per migliorare lo stile di vita dei vostri bambini e prevenire così l’obesità infantile.

Attenzione al peso fin dai primi due anni

Fin dai primi mesi di vita dei piccoli, monitorate con cura l’aumento di peso e il rapporto peso/lunghezza. Lo suggeriscono gli esperti della Società Italiana di Pediatria e dalla Società Italiana di Endocrinologia Pediatrica.

Un rapido incremento di peso nei primi mesi di vita rappresenta infatti un fattore di rischio per l’obesità. L’azione preventiva si basa principalmente sull’attenzione al tipo, alla quantità e al periodo di introduzione degli alimenti. Per evitare l’insorgere di problematiche, seguite sempre i consigli del pediatra.

Privilegiare la dieta mediterranea

Largo spazio nell’alimentazione dei bambini va quindi dato a olio extravergine d’oliva, legumi, pesce, cereali, uova, frutta e verdura, yogurt. Limitate invece drasticamente l’abitudine ai pasti consumati fuori casa, soprattutto nei fast food.

La frequentazione abituale di locali fast food da parte di bambini e adolescenti è associata a un aumento nell’assunzione di cibo spazzatura e a un ridotto consumo di vegetali freschi.

Sul fronte dell’alimentazione, evitate inoltre di far assumere ai vostri bimbi tutti quei cibi che riempiono ma non forniscono sostanze nutritive importanti per la loro salute. Tra questi, dolci e snack vari, alimenti fritti o ricchi di grassi. Ricordate di limitare il più possibile le bevande zuccherate.

Il consumo di questi prodotti può determinare un aumento di peso dovuto al contenuto in zucchero e quindi all’apporto calorico e al ridotto senso di sazietà che inducono. Per di più, il fruttosio presente in molte bevande zuccherate favorisce l’aumento del grasso viscerale. Assicuratevi infine che i bambini facciano cinque pasti al giorno, privilegiando la frutta come merenda al posto delle merendine confezionate.

Meno di 2 ore al giorno davanti a uno schermo

Mantenete la televisione spenta durante i pasti. Approfittatene per comunicare con i vostri figli, facendovi raccontare la loro giornata. Come puntualizzato dalla Società Italiana di Pediatria e dalla Società Italiana di Endocrinologia Pediatrica, passare troppe ore davanti a uno schermo, oltre a sottrarre tempo all’attività fisica, può associarsi a un’alimentazione eccessiva e scorretta.

Sconsigliato è anche l’uso di TV, PC, tablet e smartphone sotto i due anni: è stato dimostrato un effetto negativo della video-esposizione sulla regolarità del sonno e sul metabolismo nonché a livello neuronale.

Come evitare l'obesità infantile

Motivare i bambini a svolgere regolare attività fisica

Invogliate i vostri bimbi a fare ogni giorno attività fisica e a divertirsi praticando uno o più sport: si tratta di uno dei più importanti pilastri del trattamento del sovrappeso e dell’obesità infantile. Per motivarli, lasciate libero spazio ai loro desideri. E, quando possibile, dedicatevi a lunghe passeggiate nel parco con i piccoli.

Coinvolgere i figli nella spesa e in cucina

Quando fate la spesa al supermercato, portate anche i figli. Si tratta di un’ottima occasione per scegliere insieme gli alimenti da acquistare, facendo attenzione alle etichette e ai valori nutrizionali.

I piccoli possono essere coinvolti anche nella preparazione dei pasti: una prassi utile, tra l’altro, per convincerli a mangiare quei piatti a base di verdure, di cui spesso non vogliono proprio sentir parlare.

Rispettare una corretta igiene del sonno

Dormire poco è un potenziale fattore di rischio per il sovrappeso e l’obesità in età pediatrica.Come suggerito dagli esperti della Società Italiana di Pediatria e dalla Società Italiana di Endocrinologia Pediatrica, le quantità di ore di sonno ottimali nei bambini e negli adolescenti corrispondono rispettivamente a:

  • 12 -16 ore. sonnellini inclusi, dai 4 ai 12 mesi;
  • 11 -14 ore. sonnellini inclusi, da 1 a 2 anni;
  • 10 – 13 ore. sonnellini inclusi, dai 3 ai 5 anni;
  • 9 – 12 ore. dai 6 ai 12 anni;
  • 8 – 10 ore. dai 13 ai 18 anni.

Ricordate infine di spegnere tutti gli schermi trenta minuti prima che i bimbi vadano a dormire, evitando che ci siano televisori e computer nella loro stanza da letto.

COME SCEGLIERE LO SPORT GIUSTO PER I BAMBINI

Dal nuoto alla pallavolo, dal rugby al calcio, dal tennis al karate. Lo sport resta il modo migliore per combattere e prevenire l’obesità dei bambini Però bisogna riuscire a motivarli non sulla base delle nostre preferenze, ma delle loro, possibili passioni, e dei loro interessi. E una volta che il bambino ha scelto, cercate di seguirlo per fare in modo che non perda questa sana abitudine.

ACIDO GRASSO DEL BURRO CONTRO OBESITA’ INFANTILE

Una scoperta tutta italiana ha individuato un nuovo strumento per combattere in modo efficace l’obesità infantile: l’acido butirrico, o acido butirrato, un acido grasso contenuto nel latte, nei latticini, e prodotto dalla digestione di fibre vegetali. La ricerca, pubblicata su Jama Network Open è a cura di Roberto Berni Canani e Franco Salvatore dell’università di Napoli, in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Partendo dal presupposto di una relazione tra la mancanza di butirrato e l’obesità infantile, i ricercatori hanno somministrato la sostanza attraverso specifici integratori ai bambini sottoposti al test, abbinandola sempre ad attività fisica e ad una dieta sana. Dopo sei mesi i risultati sono stati molto incoraggianti: calo del peso, miglioramento del metabolismo di zuccheri e grassi, diminuzione di molecole infiammatorie e della grelina, l’ormone che regola il senso della fame. E nessun effetto collaterale, tranne un lieve senso di nausea.

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