Coronavirus, le restrizioni fanno calare l’inquinamento in tutto il mondo, anche in Italia

Il fenomeno era già stato osservato in Cina il mese scorso. Nello specifico a scendere sono i livelli di biossido di azoto. A confermarlo le immagini del satellite Sentinel 5 del programma europeo Copernicus

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Le misure di restrizioni imposte da molti governi in tutto il mondo mirano a limitare il contagio del coronavirus ma nel frattempo stanno ottenendo un altro risultato importante. Dopo oltre un mese di limitazioni diversi indicatori dimostrano che l’inquinamento, è calato sensibilmente, anche in Italia. Un fenomeno positivo, che si era già manifestato in Cina, e che lascia ben sperare per il futuro anche se esiste un rovescio della medaglia. Il blocco di gran parte delle attività produttive sta provocando una crisi economica globale che potrebbe spingere i maggiori player mondiali, una volta esaurite le restrizioni, a forzare i ritmi per recuperare il tempo perso. Un’ipotesi che travolgerebbe di fatto gli accordi in merito all’emissioni e i protocolli per una produzione più sostenibile.

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La chiusura di alcuni poli produttivi e il crollo verticale del traffico stanno avendo un impatto sensibile sulle percentuali di inquinamento nell’aria. I livelli di biossido di azoto, un marcatore dell’inquinamento, si sono ridotti talmente tanto che i benefici per l’ambiente sono osservabili anche dalle immagini del satellite Sentinel 5 del programma europeo Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Foto che sono state postate su Twitter da Santiago Gassò, ricercatore dell’Università di Washington e della Nasa. Le immagini riguardano nello specifico il Nord Italia e la pianura Padana, dove i livelli di smog sono sensibilmente scesi. Tra i gas in calo c’è anche il diossido di azoto (NO2), che oltre ad essere molto inquinante favorisce l’asma e altri problemi polmonari. In questa zona, il gas da metà febbraio è calato di oltre il 20 per cento. 

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I sensori Tropospheric Monitoring Instrument (Tropomi) a bordo del satellite hanno rilevato il progressivo ridursi della nube rossa di biossido di azoto, il gas nocivo emesso dai combustibili fossili. Lo stesso fenomeno che, come detto, era già stato osservato in Cina, dove la Nasa ha paragonato i primi due mesi del 2019 con lo stesso periodo di quest’anno scoprendo che i livelli di biossido di azoto sono calati del 30%. Nel caso europeo, secondo i dati raccolti dall’European Environment Agency (EEA), la diminuzione sarebbe imputabile principalmente alla riduzione del traffico nelle città

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Nello specifico, secondo EEA, le concentrazioni di biossido di azoto (NO2), che sono imputabili principalmente al trasporto stradale, nella settimana del 16-22 marzo sono calate a Milano del 24 per cento, a Bergamo del 47 e Roma i valori medi hanno avuto un impatto minore all’interno di una forbice fra il 26 e il 35 per cento. Risultati che si stanno registrando in molte altre città sottoposte a restrizioni simili, come ad esempio le spagnole Madrid e Barcellona. 

Allo stato attuale la speranza della comunità scientifica è che questo drastico calo, che sta permettendo a tanti di cittadini di respirare l’aria più pulita della loro vita, possa aiutare gli amministratori sia del settore pubblico che privato a non abbandonare il percorso della sostenibilità. Si può ripartire, rimettendo in moto l’economia, in modo ragionato, senza abbandonarsi ad eccessi e a materie prime inquinanti. Sul tema del traffico cittadino, ad esempio, basterebbe approfittare dei grandi risultati ottenuti in queste settimane con lo smart working, limitando lo spostamento dei lavoratori ottenendo quindi la diminuzione delle vetture in circolazione. 

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