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QUANDO USARE I FARMACI SCADUTI
È davvero pericoloso utilizzare i farmaci scaduti? Esistono eccezioni? E quali? Sono domande importanti, in un paese come l’Italia, dove il 40 per cento dei medicinali che conserviamo nelle nostre case ha già superato la data di scadenza. Da un lato il rischio di uno spreco, dall’altro i rischi per la nostra salute.
Per fare ordine, partiamo da una premessa: che cosa indica la data di scadenza di un farmaco. Non segna il limite temporale oltre il quale il medicinale diventa inservibile o pericoloso, ma indica solo la durata minima garantita dall’azienda produttrice del medicinale, entro la quale il farmaco ha intatta la sua potenza. Di solito, questo intervallo di tempo è tra 1 e 5 anni. Se qualcuno lo usa dopo la data di scadenza, ovviamente lo fa a suo rischio.
COSA SAPERE SUI FARMACI SCADUTI
Chiarito l’aspetto legale e giuridico della scadenza dei medicinali, veniamo alla parte che riguarda la nostra salute. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, dove le norme sulle scadenze dei medicinali sono molto severe, analizza periodicamente alcuni campioni delle scorte di antibiotici, analgesici, antistaminici, pronte a essere utilizzate per le emergenze. Risultato: il 90 per cento di questi medicinali durano un anno oltre la data stampata, e in media anche 5-6 anni di più.
Ovviamente, il test americano non significa che possiamo prendere qualsiasi medicinale scaduto, ma è la conferma che si possono evitare sprechi. Partendo sempre dal presupposto che bisognerebbe stabilire la quantità di farmaci da acquistare, con ciascuna prescrizione, per evitare scorte inutili. Utilizzando il buonsenso e il rigore, ecco le regole, condivise da importanti università di tutto il mondo, alle quali potete attenervi nell’utilizzare farmaci scaduti.
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RISCHI FARMACI SCADUTI
- Mai con i farmaci salvavita
Si definiscono salvavita tutti i farmaci che l’AIFA (l’agenzia italiana per il controllo del farmaco, un’eccellenza del nostro paese) definisce come medicinali indispensabili per la sopravvivenza stessa del paziente, come ad esempio i farmaci antitumorali, gli anticoagulanti o l’insulina per i diabetici. Sono farmaci caratterizzati in genere da una somministrazione quotidiana e duratura, ma anche emergenziale come nel caso degli antidoti a veleni vari o sostanze tossiche. Proprio per questo motivo la loro efficacia deve essere assolutamente massima: se assunti dopo la data di scadenza potrebbero essere meno utili e dunque comportare un reale pericolo per la vita di chi lo assume. Meglio attenersi scrupolosamente alla data indicata sulla confezione.
- Mai con gli antibiotici
Come detto, nessuno studio ha rilevato la tossicità certa dei farmaci scaduti, ma l’unico caso di danni renali si è registrato dopo l’assunzione di un antibiotico, la tetraciclina. C’è da aggiungere che tale antibiotico non è più in uso, ma l’AIFA ha messo comunque in guardia riguardo i pericoli della degradazione del principio attivo o degli eccipienti degli antibiotici. Anche dosi bassissime potrebbero sviluppare reazioni allergiche o la sindrome di Fanconi, una rarissima malattia che porta con sé danni renali seri. Nessun allarmismo comunque, uno studio dell’American Medical Association garantisce che amoxicillina, ciprofloxacina e antibiotici di nuova generazione sono sicuri fino a decine di anni dopo la scadenza. Comunque, facciamo attenzione e siamo prudenti.
- Attenzione ai medicinali per bambini
Stessa accortezza e prudenza degli antibiotici va riservata ai farmaci per neonati e bambini. Il discorso è sempre lo stesso: fermo restando la tossicità nulla, potrebbero svilupparsi eventuali reazioni allergiche dovute alla degradazione di componenti del farmaco. Avendo un sistema immunitario meno attrezzato degli adulti, i bambini potrebbero risentirne in maniera maggiore.
- Si possono usare i farmaci non critici
Esattamente come nel caso dei farmaci salvavita, è meglio non utilizzare i medicinali scaduti che abbiano un basso indice terapeutico, cioè tutti quei farmaci ‘critici’ come i contraccettivi ormonali o gli anticonvulsivi, la cui diminuzione di efficacia potrebbe comportare rischi per la salute. Via libera invece ai farmaci come antinfiammatori, antidolorifici o antistaminici.
C’è da aggiungere che la tossicità dei farmaci scaduti è nulla, così come non è ancora stata stabilito con certezza l’indicativa riduzione di efficacia nel caso si consumino dopo la data di scadenza impressa sul blister. In ogni caso, quando si tratta di farmaci indispensabili, meglio non rischiare. Semaforo verde per tutto il resto dei medicinali.
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RISCHI FARMACI SCADUTI
- Attenzione ai farmaci liquidi
Anche la formulazione del medicinale è importante nella scelta se consumarli o meno da scaduti. Se è stato dimostrato da recenti studi in merito alla stabilità dei farmaci che la formulazione in compresse resta stabile del 100% fino a 24 mesi dopo la scadenza, non è così per i medicinali in forma liquida, come gli iniettabili, i colliri, gli sciroppi, i quali non andrebbero mai utilizzati scaduti perché potrebbero essersi alterati. Osservate bene se il liquido sembra torbido o presenta sedimenti: è sintomo del fatto che c’è un’alterazione del medicinale. Tuttavia, non sempre eventuali cambiamenti nel farmaco sono osservabili a occhio nudo, quindi la regola è gettare i farmaci liquidi dopo la data di scadenza.
- Conta come si presenta il medicinale
Proprio come il caso dei medicinali liquidi, è il caso di considerare, una volta aperta la confezione e superata la data di scadenza, eventuali anomalie visibili ad occhio nudo, in termini di odore, consistenza, torbidezza del liquido, eventuali depositi sul fondo. Non sempre si può vedere dall’esterno se un medicinale si sia rovinato, ma quando non tutto sembra essere a posto, meglio fidarci del nostro intuito e gettare via la confezione.
- Come è stato conservato il medicinale
Gli studi sulla stabilità e la tossicità dei farmaci hanno come condizione necessaria la conservazione dei medicinali in condizioni ottimali. Non si garantisce, infatti, la piena efficacia o la non degradazione dei farmaci conservati in modo errato.
Dimentichiamoci dei cassetti del bagno, o dello sportello in cucina: sono le due stanze della casa più umide e calde, non proprio l’ideale per la conservazione senza rischi dei farmaci.
Per essere consumati anche a lungo dopo l’apertura e la data di scadenza, infatti, essi andrebbero tenuti in luoghi freschi e asciutti, con temperature stabili non inferiori a 10 gradi e non superiori a 24-25 gradi, pertanto occorre tenerli in stanze della casa diverse da quelle in cui abitualmente li teniamo.
Molto meglio il soggiorno o la camera da letto, in posti che non siano facilmente raggiungibili dai bambini. Il deterioramento dei medicinali può, infatti, essere velocizzato da agenti come umidità, luce diretta, fonti di calore e alte temperature.
Attenzione ai vaccini o ai farmaci iniettabili, che spesso prevedono la conservazione in frigo ad una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi. Per qualsiasi dubbio atteniamoci sempre al bugiardino o alle indicazioni sulla confezione.
DURATA DEL FARMACO DOPO APERTURA CONFEZIONE
COME CONSERVARE I MEDICINALI
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