Cosi’ l’industria della moda cavalca la sobrieta’

La Nuova sobrieta’ e’ stata al centro delle sfilate di moda di Milano e di Parigi. E cosi’ anche un’industria che, per sua natura, evoca lusso, opulenza e spesso sprechi, ha mostrato il volto di un cambiamento strutturale. Dal punto di vista dello stile non si tratta di un ritorno al minimalismo chic degli anni […]

La Nuova sobrieta’ e’ stata al centro delle sfilate di moda di Milano e di Parigi. E cosi’ anche un’industria che, per sua natura, evoca lusso, opulenza e spesso sprechi, ha mostrato il volto di un cambiamento strutturale. Dal punto di vista dello stile non si tratta di un ritorno al minimalismo chic degli anni Novanta, a quella forma eccentrica di semplicita’ che nascondeva invece una voglia di diversita’ rispetto all’edonismo degli anni Ottanta. La Nuova sobrieta’ di oggi, invece, riguarda l’uso dei materiali, dei colori, del taglio dei vestiti: tutto si ridimensiona, si alleggerisce, nella ricerca di un’eleganza che esprima innanzitutto buon gusto. E in questa curva riaffiora la riscoperta degli anni Cinquanta, un periodo nel quale appunto al sobrieta’ era la regola e non l’eccezione, mentre ridimensiona la corsa al superfluo come simbolo di status e di successo.
A Milano, in particolare, ha fatto la sua apparizione tra le star del settore l’artista Michelangelo Pistoletto, grande maestro dell’Arte Povera, che da tempo ha concentrato la sua attenzione sulla sostenibilita’ e sull’affermazione di uno stile di vita che sia il contrario dello spreco quotidiano. Pistoletto, attraverso il suo laboratorio artistico “Citta’ dell’arte”, ha concepito con Franca Sozzani la prima Capsule Collection Best (Bio ethical sustainable trend) con sette giovani stilisti e cinquanta aziende del made in Italy coinvolte. La collezione del maestro punta tutto sull’essenzialita’ e sulla sobrieta’, con l’uso di materiali naturali e riciclati, come la fibra di bamboo, l’organza derivata dal mais, la viscosa dal pesco. I miei sono abiti antispreco ? racconta Pistoletto ? Oggi si vive di guardaroba inutilizzati, con la folle idea di una grande abbuffata che distorce il piacere vero. Invece ogni vestito, qualsiasi tessuto, puo’ essere recuperato e riutilizzato con un enorme risparmio per tutti.
Ed a proposito di risparmi, anche nella distribuzione si registrano segnali di novita’, ispirati all’idea di ridurre i costi della moda. Il canale delle vendite via web, che sembrava destinato a restare una piccola nicchia del settore, sta prendendo il volo: secondo la societa’ di consulenza aziendale Bain & Cuneo, infatti, le vendite on line del made in Italy, e in generali dei piu’ importanti marchi del fashion, sono schizzate del 20 per cento nel 2009 e hanno ripetuto la perfomance nel 2010. Di questo passo, Internet e la sua rete diventera’ un canale competitivo e parallelo rispetto all’universo dei negozi e delle boutique. Che cosa significa questo tipo di cambiamento? Anche in questo caso, come nello stile, conta l’esigenza di ridurre e alleggerire, attraverso l’acquisto sul web in alternativa alla sfrenata e compulsiva caccia al vestito nei negozi. Tirando le somme, c’e’ aria nuova nell’industria dell’abbigliamento, dove i tempi di I love shopping , con spese pazze e sprechi incontrollati, sembrano definitivamente archiviati.

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