Ipnosi: a cosa serve e quando funziona

E' la più antica forma di psicoterapia, che prima della scoperta degli analgesici si usava contro qualsiasi dolore. Aiuta anche a combattere dipendenze da alcol e sigarette. Ma non tutti possono essere ipnotizzati

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IPNOSI

Il più antico ed efficace rimedio naturale contro il dolore? L’ipnosi. Pur non essendo certo la soluzione definitiva al dolore, una sorta di panacea, l’ipnosi nasce già nell’antichità come strumento terapeutico per contrastare il dolore. E fino alla scoperta dei farmaci analgesici, l’ipnosi era molto praticata, dagli stessi medici, con questa funzione lenitiva.

Quando parliamo di ipnosi, non facciamo riferimento al mondo magico o esoterico, ma, piuttosto, a uno stato che consente di concentrarsi su pensieri o idee, e che è molto utile per diminuire il dolore. L’ipnosi viene infatti usata come un vero e proprio antidolorifico naturale, specialmente per alcune malattie intestinali o disturbi post trauma. È poi molto indicata per affrontare ansia, depressione, fobie, disturbi alimentari. Si tratta, insomma, di una terapia molto efficace contro il dolore. Ci sono molti casi in cui l’ipnosi è considerata un’utile indicazione clinica.

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COME FUNZIONA

L’ipnosi, per essere efficace, si deve svolgere in un ambiente tranquillo e silenzioso, con una temperatura che non vada oltre i 20-21 gradi, con pareti della stanza che possibilmente abbiano colori adatti, come il verde, il blu e il violetto. Con l’ipnosi la persona viene accompagnata in uno stato di alterazione della coscienza, e nel momento in cui è in trance, ha una sensazione di rilassatezza, che consente di raggiungere luoghi della mente mai esplorati.

COME CALMARE DOLORE CON IPNOSI

Non tutti, però, siamo ipnotizzabili: in Italia, ad esempio, circa un adulto su cinque è considerato ipnosi-resistente. In questo caso, quindi, l’utilizzo dell’ipnosi contro il dolore non sortisce alcun effetto benefico.

Attraverso l’ipnosi, se il meccanismo funziona, il paziente riesce a ritrovarsi con qualsiasi parte del corpo priva di sensibilità, e quindi ad azzerare il dolore. L’ipnosi, per queste finalità, può essere inserita all’interno di un percorso terapeutico, e secondo le statistiche della Società italiana di ipnosi, i risultati per calmare il dolore attraverso l’ipnosi sono positivi nel 60 per cento dei casi.

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QUANDO L’IPNOSI E’ DAVVERO UTILE

Vediamo nel dettaglio quali sono le principali indicazioni cliniche che riguardano l’ipnosi: in pratica le patologie per le quali può funzionare. In testa ci sono il colon irritabile e alcune forme di mal di testa, due casi nei quali l’ipnosi risulta davvero efficace, Ancora: disturbi della condotta alimentare, dalla bulimia all’anoressia. Dipendenze da alcol e sigarette. E infine il parto assistito con l’ipnosi.

IPNOSI COME ANESTESIA

Sono sempre di più gli ospedali dove l’ipnosi viene utilizzata al posto dell’anestesia: in quello di Asti sono stati fatti persino interventi per la fibrillazione cardiaca con questa tecnica. Il vantaggio è la riduzione dei farmaci e delle procedure per l’anestesia, con tutti i possibili effetti collaterali, e l’ipnosi è utilizzata anche in fase post-operatoria al posto dei tradizionali antidolorifici. Ovviamente l’ipnosi si può applicare nel caso di interventi poco invasivi, in campo odontoiatrico, per esami come la colonscopia, la gastroscopia e la broncoscopia. E anche nel parto, con un analgesico locale.

FASI DELL’IPNOSI

Le fasi dell’ipnosi durante il suo uso come anestetico sono due.
 
  • Rilassamento. Il paziente viene aiutato a rilassarsi, anche attraverso tecniche di respirazione. Bastano pochi minuti per ottenere un effetto di completo rilassamento dell’organismo.
  • Trance. É la fase successiva, nella quale il cervello viene a trovarsi in una condizione di pausa vigile. Durante la quale non prova dolore.

QUANTE PERSONE POSSONO FARE L’IPNOSI

Non tutti i pazienti possono fare l’ipnosi. E non esiste una statistica certa sul numero di persone che sono i grado di usare questa tecnica: alcuni studi parlano dell’80 per cento dei pazienti. Di solito l’ipnosi non può sicuramente funzionare con chi ha paura o anche con gli scettici: in entrambi i casi viene a mancare la condizione fondamentale per l’efficacia dell’ipnosi, la collaborazione del paziente con il medico.

COSA PROVOCA L’IPNOSI?

Uno studio molto completo realizzato da un gruppo di scienziati dell’università di Stanford, è servito a mettere bene a fuoco che cosa provoca l’ipnosi. L’attività del cervello si modifica, e non di poco. Diminuisce,per esempio, il lavoro della rete della salienza, un network cerebrale indispensabile per orientarsi tra stimoli esterni ed interni e mettere l’attenzione su ciò che serve. E si riduce l’attività delle connessioni tra le diverse aree cerebrali. Il cervello viene totalmente assorbito da qualcosa, e non può preoccuparsi d’altro, e l’ipnotizzato ha una sensazione di rilassamento: ecco perché l’ipnosi aiuta a gestire meglio il dolore, a combattere parure, anche banali (come quelle per l’aereo o per le iniezioni), fobie.

RISCHI DELL’IPNOSI

L’ipnosi non ha effetti collaterali, non presenta rischi particolari, e non ci sono controindicazioni.
L’unico problema, sebbene esista l’Associazione Medica Italiana per lo studio dell’Ipnosi (wwww.amisi.it), è che circolano molti ciarlatani in questo campo. E’ bene quindi informarsi sul professionista al quale ci si rivolge, consultando anche la Società Italiana di Ipnosi (wwwsocietaipnosi.it).

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