Dal riciclo della differenziata nascono i “Ri-prodotti”

"I Ri-prodotti in Toscana: cosa sono, dove e come si acquistano", questo il titolo di un seminario organizzato da Revet, per invitare i rappresentanti delle aziende partner che costituiscono la filiera toscana del riciclo, e che hanno  messo in produzione e commercializzato i loro prodotti realizzati a partire dal riciclo meccanico delle plastiche miste delle […]

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"I Ri-prodotti in Toscana: cosa sono, dove e come si acquistano", questo il titolo di un seminario organizzato da Revet, per invitare i rappresentanti delle aziende partner che costituiscono la filiera toscana del riciclo, e che hanno  messo in produzione e commercializzato i loro prodotti realizzati a partire dal riciclo meccanico delle plastiche miste delle raccolte differenziate della Toscana.

Come riporta il sito greenreport.it è stato Rossano Naldini della Zignago di Empoli a intervenire per primo raccontando come nei loro stabilimenti viene riciclato il vetro che i toscani conferiscono nei contenitori del multimateriale o nelle campane monovetro laddove sono già state installate, e che Revet poi raccoglie e seleziona nei suoi stabilimenti. I rottami di vetro vengono quindi inviati alla Zignago che li rifonde nei suoi forni per farne nuove bottiglie in vetro: per quanto riguarda gli imballaggi color ‘verde antico’ la percentuale di riciclato è intorno all’85%-90%, per le bottiglie ‘mezzo bianco’ al 45%, mentre per le bottiglie in ‘bianco’ è necessario utilizzare quasi esclusivamente materiale vergine. Il secondo dei materiali trattati da Revet la cui filiera del riciclo si chiude in Toscana è il poliaccoppiato per bevande (ad esempio il Tetra Pak). Ospite del seminario Revet era Luigi Trombetta del Gruppo Lucart. Da un anno infatti a Diecimo (Lucca) è entrato in funzione lo stabilimento a cui Revet invia le balle di poliaccoppiati che seleziona dalle raccolte differenziate dei toscani. Una buona raccolta da parte dei cittadini che devono conferirlo nei contenitori del multimateriale e una buona selezione da parte di Revet, consentono al Gruppo Lucart di trasformare in poltiglia i poliaccoppiati e attraverso un filtro separare la fibra di cellulosa dai fogli di polietilene e di alluminio (che garantiscono la conservazione degli alimenti). La fibra di cellulosa viene riutilizzata da Lucart per la sua linea Eco Natural Grazie, con cui realizza fazzoletti, asciugoni, tovaglioli senza alcuna aggiunta di additivi e coloranti, mentre la plastica e l’alluminio sono inviati ad altre aziende che li trasformano in ecoallena con cui si realizzano gadget e articoli di cancelleria.

Per quanto riguarda le plastiche il presidente di Revet Valerio Caramassi ha ricordato che mentre alcune plastiche (il pet delle bottiglie di acqua minerale e l’hdpe dei flaconi) il riciclo funziona da anni, la criticità è rappresentata dalle cosiddette plastiche miste, che sono quasi il 60% delle plastiche raccolte da Revet e sono in continuo aumento. Grazie al progetto finanziato dalla Regione Toscana e alle attività di ricerca effettuate con l’università di Pisa, Pont Lab e Pont Tech è stato possibile avviare a riciclo meccaniche queste plastiche eterogenee (altrimenti destinate a recupero energetico), con numerose produzioni già avviate e commercializzate, sempre da aziende toscane. Vittorio Ricciardi di Shelbox ha presentato la sua azienda che dal 1996 a Castelfiorentino (con uno stabilimento anche in Croazia e in Francia) realizza case mobili e prefabbricate e che da un anno ha cominciato a realizzare con la plastica mista riciclata le persiane delle sue case mobili che vende in tutto il mondo soprattutto a campeggi e villaggi turistici.

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