Quando siamo diventati zombie con lo smartphone

Si riconoscono subito: camminano a testa bassa, incollati all'apparecchio. La Treccani li definisce "smombie". Diventano gobbi, sbilenchi e lenti. E possono essere pericolosi

Pericolo Zombie smartphone
Adesso che sono entrati ufficialmente nella Treccani, con il neologismo smombie, che mette insieme le parole smartphone e e zombie, i camminatori con la testa e lo sguardo incollati sul cellulari possono finalmente fare i conti con i potenziali che producono. Innanzitutto a loro stesso, e poi anche agli altri.

ZOMBIE CON LO SMARTPHONE

Gli zombie con lo smartphone sono una vera tribù, persino più numerosa  degli smanettoni da cellulare. In Germania compaiono cartelli stradali che avvertono come un pericolo la loro presenza. Possono inciampare e cadere addosso alla  vecchietta che cammina con il bastone. Rischiano di essere investiti da un’auto o da una motocicletta. La cosa più frequente è lo scontro con un’altra persona, magari tra smombie.

SMOMBIE

Il neologismo introdotto nella Treccani rende bene l’idea di uno stile di vita nel quale siamo entrati con una certa dose di incoscienza. Sottovalutandone, per esempio, i danni per la nostra salute. A partire dagli adolescenti che fanno un grande uso delle protesi elettroniche, anche all’aperto.

DANNI POSTURA SMARTPHONE

Più lenti, sbilenchi e con la gobba. Siamo noi, prigionieri dello smartphone anche quando camminiamo. E questi sono i principali danni per la nostra salute causati da una cattiva abitudine che sta modificando, in peggio, i nostri stili di vita.

Molte persone, mentre camminano, hanno gli occhi incollati agli schermi. C’è chi telefona, chi controlla i social, chi manda mail e messaggi. Addirittura c’è anche chi gioca ai videogame.

Chi cammina normalmente senza utilizzo dello smartphone, tende ad avere un’andatura più spedita fino a raggiungere una certa velocità, con passi lunghi, gambe distese e senza sbilanciamenti del corpo.

Chi, invece, avanza per strada con una camminata definita “zombie walk“, ovvero usando lo smartphone, si limita a fare passi corti, evitando di guardare avanti a sè e mantenendo una postura “sbilenca“.

POSTURA DA SMARTPHONE

Lo ha rilevato una ricerca scientifica dell’Università britannica Anglia Ruskin: ormai lo smartphone sta modificando il nostro modo di camminare e di guardare quello che abbiamo intorno.

Lo studio condotto ha rilevato anche come l’uso del telefono influisce sul modo in cui le persone guardano e su come evitano un ostacolo per terra lungo il loro percorso.

Per arrivare a tale conclusione gli studiosi britannici hanno analizzato alcune persone con tracciatori oculari e sensori di analisi del movimento, mettendole di fronte ad ostacoli. Dai risultati è emerso che, quando si utilizzava il telefono, si tendeva a guardare per terra meno spesso e per meno tempo.

In particolare, il tempo di osservazione del suolo risultava diminuita fino al 61%. Non solo: la ricerca ha evidenziato che quando le persone analizzate erano intente a scrivere un messaggio, il piede “guida” era più alto del 18% e il 40% più lento.

In sostanza, i risultati mostrano un approccio prudente di fronte agli ostacoli fissi a terra” ha spiegato l’autore principale della ricerca, Matthew Timmis.

texting

PER APPROFONDIRE: Come evitare le radiazioni del cellulare, i consigli per limitare rischi e possibili danni

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MAL DI SCHIENA DA SMARTPHONE

Tale ricerca, allora, giustifica la progettazione di corsie preferenziali per i pedoni che passeggiano muniti di cellulare. Una soluzione abbracciata già da Anversa (Belgio) e dalla città di Chongqing in Cina, paese dove la dipendenza da smartphone è uno dei maggiori problemi, come una provocazione.

C’è chi invece adotta una strategia più dura contro l’uso dello smartphone: è il caso di Honolulu. Nella città più grande del paradiso delle Hawaii, è stato vietato l’uso di telefoni agli incroci. Multe tra i 15 e i 35 dollari a chi infrange la legge per la prima volta. Per chi è recidivo saranno più salate: arriveranno a 99 dollari.

Stando a un’indagine dell’agenzia “Found!” a camminare con gli occhi sul cellulare è il 53% degli Italiani. Forse anche da noi arriveranno le corsie preferenziali? Oppure sarebbe opportuno introdurre una proposta di legge simile a quella Hawaiana?

Foto di copertina tratta da Avvenire.

L’IMPORTANZA DEL CAMMINARE:

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