DECALOGO ANTISPRECO EINAUDI –
Ho letto sul quotidiano La Stampa una storia davvero unica a proposito di Luigi Einaudi e la lotta contro gli sprechi. Stiamo parlando, lo ricordo ai lettori più giovani, di uno dei padri della Patria, un uomo politico esemplare per rettitudine, stile di vita, profondità di pensiero e religioso ma laicissimo senso delle istituzioni.
Scavando e lavorando sui materiali di archivio conservati nella casa-azienda di Luigi Einaudi, Villa San Giacomo, a Dogliani, nell’astigiano, si è scoperto il Decalogo antispreco firmato, per uso familiare, dal Presidente della Repubblica che accompagnò, con altri padri della Patria come Alcide De Gasperi e Pietro Nenni, l’Italia sulla strada del boom economico.
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COSA PREVEDE IL DECALOGO ANTISPRECO –
Che cosa scrive in questo Decalogo, un uomo che sapeva unire responsabilità a sobrietà (parole rare nel vocabolario di oggi)? Di chiudere, per esempio, il tappo del lavandino, prima di aprire il rubinetto, per non sprecare acqua preziosa, in quando “lavarsi con tanta acqua diventa solo un inutile spreco”. E quindi non bisogna sprecare acqua, tanto utile per i campi dei contadini della zona, per i pur necessari lavori domestici e per l’igiene personale degli abitanti della casa. Allo stesso tempo Einaudi raccomanda tutti di acquistare cose utili, senza sprecare denaro con oggetti dei quali già si dispone in abbondanza.
COME MIGLIORARE IL SENSO CIVICO –
Mi sembra un messaggio modernissimo che, scusate l’attimo di orgoglio personale, mi riempie di gioia, considerando l’autorevolezza dell’autore del singolare Decalogo. Sapere che prima di me e di tutto noi della comunità Non sprecare, anche Luigi Einaudi, rispetto al quale mi sento davvero un nano nei confronti di un gigante, è stato un militante sul fronte della guerra agli sprechi, è la conferma di quanto la nostra direzione sia corretta e da condividere.
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