Presentato come un antico rimedio della nonna, il dentifricio per curare i brufoli è uno spreco puro. Anche rischioso per la salute. L’equivoco sulle presunte qualità del dentifricio in ambito dermatologico nascono dal ritenere che l’applicazione sui brufoli possa servire a seccare questi fastidiosi inestetismi, facendoli “sgonfiare” e sfiammando l’area di cute interessata, liberando così la pelle dalla presenza dei comedoni. E questo grazie al perossido di idrogeno, uno degli ingredienti del dentifricio, che può seccare i brufoli e uccidere i batteri.
Ma proprio qui sorge il problema, come spiegano con un coro unanime i dermatologhi. Poiché il dentifricio non è prodotto per la pelle, può provocare secchezza, irritazioni e infiammazioni, peggiorando decisamente la situazione di partenza e rallentando un processo di guarigione che, nel caso dei brufoli, è del tutto naturale. Il dentifricio contiene anche il fluoro, grazie al quale può aiutare a prevenire le carie; il bicarbonato di sodio; alcuni abrasivi per levigare la superficie dei denti; dolcificanti; schiumogeni o umettanti per evitare che la pasta del dentifricio di sgretoli. Ma tutte queste sostanze, a contatto con la pelle, non apportano alcun beneficio: L’applicazione del dentifricio sulla pelle, infatti, non è in grado di apportare alcun beneficio, al contrario, può dare origine a irritazioni e reazioni avverse come arrossamento, prurito, bruciore e, nel peggiore dei casi, eritemi: semmai possono scatenare reazioni avverse con arrossamento, prurito, bruciore e, nel peggiore dei casi, eritemi.
Il dentifricio, per gli stessi motivi, è assolutamente sconsigliato come rimedio naturale (anche qui vale la falsa letteratura dei “rimedi della nonna”) per le ustioni. La temporanea sensazione di benessere è dovuta soltanto a un effetto rinfrescante del dentifricio, ma sulle ustioni è meglio agire con la vaselina, e se sono più gravi parlarne con il medico.
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