Di piu’ con meno: il segreto della sostenibilita’

Con un uso ragionato ed efficiente delle risorse in soli tre settori – carbonio, acciaio e ferro – delle principali economie, si potrebbero far risparmiare al mondo ben 2mila miliardi di dollari. La cifra da capogiro è quella riportata dal nuovo rapporto del World Economic Forum (WEF) More with Less: Scaling Sustainable Consumption and Resource […]

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Con un uso ragionato ed efficiente delle risorse in soli tre settori – carbonio, acciaio e ferro – delle principali economie, si potrebbero far risparmiare al mondo ben 2mila miliardi di dollari. La cifra da capogiro è quella riportata dal nuovo rapporto del World Economic Forum (WEF) More with Less: Scaling Sustainable Consumption and Resource Efficiency, presentato oggi in anteprima a Ginevra. Realizzata con il supporto di Accenture, la nuova pubblicazione rivela come gli sforzi verso una maggiore sostenibilità siano bloccati in una sorta di “paralisi pilota”, a causa dei lenti progressi intergovernativi e della crescente impazienza dei consumatori. Eppure esiste un’opportunità per ridirezionare i consumi assicurando benefici immediati all’utente finale, all’economia globale e all’equilibrio stesso del pianeta. Un’opportunità che può essere giocata dal mondo industriale.

“L’agenda della sostenibilità non è un concetto di sviluppo astratto”, ha affermato Sarita Nayyar, Managing Director del World Economic Forum. ”C’è un valore economico reale in gioco. Le aziende che introducono l’efficienza delle risorse nella loro strategia di base e nelle loro operazioni possono determinare un aumento dei ricavi, una riduzione dei costi ed un miglioramento della reputazione del marchio”.

E’ sempre più evidente che l’esaurimento delle risorse naturali costituisca un rischio strutturale a lungo termine per la stabilità economica. La combinazione di cambiamenti climatici e aumento della domanda nelle economie emergenti ha spinto in alto i costi dei prodotti agricoli; basti pensare che il prezzo del cacao è aumentato del 246% e quello dell’olio di palma del 230% in soli dieci anni. O ancora, entro il 2030, la domanda di acqua dolce avrà superato l’attuale capacità di fornitura, oltre il 40% a livello globale con circa 4 miliardi di persone costrette a vivere in zone ad alto stress idrico. “Se i beni di consumo aumentassero la loro efficienza energetica, – spiega il rapporto – si potrebbero risparmiare 37 miliardi di dollari nel 2030. Inoltre la sostenibilità di un paese aumenta anche il suo vantaggio competitivo. India, Stati Uniti e Cina sono scesi di oltre 10 posti l’anno scorso, mentre Brasile, Kenya e Filippine hanno acquistato ognuno 10posizione all’interno dell’Indice di competitività sostenibile del Forum, che classifica l’impatto delle ricchezze naturali e sociali sulla competitività di un paese.

Secondo il rapporto le imprese possano spianare la strada per garantire un vantaggio competitivo in un mondo di risorse limitate attraverso una serie di azioni:

Trasforma la domanda: Il consumatore è al centro del consumo sostenibile. Tuttavia, si preoccupano più del prezzo, delle prestazioni e della convenienza che del fattore sostenibilità. Circa il 50% dei consumatori intervistati in oltre 40 paesi hanno dichiarato di fare tutto il possibile per proteggere l’ambiente, ma solo una piccola percentuale acquista marchi etici e paga di più per gli alimenti biologici.

Trasforma le catene del valore: Molte aziende possiedono iniziative specifiche che mirano a rendere il loro business più sostenibile, ma spesso relegate ad un solo reparto o area della loro attività.

Trasformare le regole del gioco: i processi intergovernativi non agiscono abbastanza velocemente. Imprese possono contribuire anche in questo caso attraverso l’interazione pubblico-privato per fornire una dimensione ecologica agli appalti pubblici, riformare i sussidi dannosi, migliorare gli accordi commerciali regionali e consentire investimenti a lungo termine.

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