DIFENDERE LE BALENE
Sandro Mazzariol, ricercatore in patologia generale e anatomia patologica all’Università di Padova, è un ‘cavaliere’ al servizio della natura. Nello specifico presta i suoi studi e le sue energie alla conservazione di una specie che negli ultimi anni è sempre più a rischio: i cetacei. Sono negli occhi di tutti, infatti, le immagini che nei mesi hanno immortalato grandi e maestose balene morenti sulle nostre spiagge. Una vera e propria tragedia che spesso ha che fare con patologie indotte, direttamente o indirettamente, dall’uomo.
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SANDRO MAZZARIOL
Per capire la passione che arde dentro Sandro Mazzariol basta rileggere una dichiarazione che ha rilasciato a Sara Moraca, in un’intervista a Repubblica, dove sostiene che “aiutare una balena a riprendere il mare è per me una ragione di vita“. A qualcuno può sembrare un’esagerazione ma, conoscendo la storia personale di questo ricercatore, si scopre che è frutto di un idealismo puro che diventa militanza. Cresciuto a due passi da Porto Marghera, fin da piccolo, grazie alla guida del padre, ha preso a cuore le questioni ambientali arrivando addirittura a scrivere una lettera all’allora ministro dell’Ambiente Francesco De Lorenzo. In quella missiva, con le argomentazioni semplici di un bambino, denunciava la situazione critica in cui grava il territorio, avvelenato da una gestione pericolosa del petrolchimico locale. Con questa formazione, quindi, non può sorprendere che abbia voluto dedicare la propria vita professionale alla salvaguardia della natura. Una strada che ha percorso con impegno e che lo ha portato a ricoprire il prestigioso incarico di capo dello Stranding Working Group, uno dei gruppi chiave per l’Iwc, la Commissione baleniera internazionale. Questa organizzazione, costola delle Nazioni Unite, si occupa nello specifico della salvaguardia delle balene e del management dell’industria baleniera nel mondo.
BALENE SPIAGGIATE
Uno dei principali compiti del suo gruppo di ricerca è evitare che le balene si spiaggino. Per riuscirci, però, è necessario ancora lavorare molto per capire le cause di questo fenomeno. Quello che sappiamo, infatti, è che questi cetacei arrivano sulle spiagge, dove spesso muoiono per disidratazione o per l’impossibilità di sopportare il proprio peso, dopo essersi smarriti. I fattori che però portano a questo smarrimento, spiega Mazzariol, sono identificati solo nella metà dei casi e spesso sono dovuti a patologie legate a virus, alla fioriture algali o all’interazione con l’uomo. Quest’ultimo rappresenta un aspetto fondamentale che il ricercatore si è ripromesso, insieme al suo team, di indagare a fondo per riuscire nell’impresa di proteggere animali così grandi ma, allo stesso tempo, così vulnerabili.
La foto di copertina è tratta dalla pagina Facebook di Sandro Mazzariol, mentre gli scatti all’interno dell’articolo provengono dal sito dell’International Whaling Commission.
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