Lo spreco del digital divide, il 20 per cento degli italiani non ha mai usato Internet. La Pubblica amministrazione è ancora offline

Nel mondo, avvertono le Nazioni Unite, ci sono ancora 3,8 miliardi di persone che non hanno acceso alla Rete. La metà della popolazione globale, in gran parte concentrata in Africa. Ma anche nel Sud Italia

cos'è il digital divide

Digital divide, il divario digitale, quel “muro” che divide chi ha accesso a Internet da chi è privato della rete che ha cambiato il mondo. Una diseguaglianza grave che riporta alla mente il divario energetico che aveva isolato alcune aree del Mezzogiorno d’Italia, negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso.

DIGITAL DIVIDE

Oggi l’accesso alla rete in senso ampio (non solo il World Wide Web figlio delle geniali intuizioni di Sir Berners-Lee) è considerato alla stregua di un diritto fondamentale dell’uomo, come confermato nel 2012 da una risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio per i diritti umani dell’ONU.

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COS’È IL DIGITAL DIVIDE

Proprio l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha recentemente lanciato un allarme: nel mondo 3,8 miliardi di persone non sono online, cioè circa la metà della popolazione globale; il continente maggiormente penalizzato è, come troppo spesso accade, l’Africa, colpita da un gap infrastrutturale molto difficile da colmare.

In gran parte dell’Occidente industrializzato invece, la sensibilità verso il tema non è solo normativa, ma vi è una crescente tendenza giurisprudenziale ad affermare la configurazione di un effettivo – e risarcibile – danno da digital divide, patito da chi non sia messo in condizioni di utilizzare il Web.

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DIVARIO DIGITALE

La Commissione europea annualmente analizza la situazione all’interno dei Paesi membri attraverso l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Digital Economy and Society Index – DESI). Il Rapporto DESI mette a disposizione informazioni preziose per comprendere quali siano le differenti velocità di sviluppo, dal punto di vista dell’inclusione digitale, nel Vecchio Continente e offre naturalmente una fotografia attendibile anche della situazione italiana.  

DIGITAL DIVIDE IN ITALIA

Secondo l’ultimo Rapporto, in Italia gli utenti di Internet rappresentano il 69% della popolazione contro l’81% della media Ue; non malissimo, come dato assoluto, ma analizzando tutti i parametri (tra gli altri, connettività, capitale umano e integrazione delle tecnologie digitali) il Belpaese si piazza al ventiquattresimo posto su ventotto.

L’Italia è ancora ferma tra le sabbie mobili di fantozziane burocrazie cartacee, allo stato non ha una P.A. digitalizzata in grado di convincere i cittadini: solo il 37% degli italiani si affida alla modulistica online per l’adempimento delle pratiche di interesse.

Forte è inoltre il ritardo sulla banda larga ultraveloce (da 100 Mbps e oltre), ma un dato su tutti sconcerta: il 19% degli italiani, quasi il doppio della media Ue, non ha mai usato Internet. Mai.

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DIGITAL DIVIDE NEL MONDO

Forse perché siamo un Paese per vecchi? Probabilmente sì, anche perché chi lo usa, i giovanissimi in particolare, lo fa seguendo trend riscontrabili comunemente.

Difatti, da Aosta a Ragusa, chi naviga ama molto stare sui social e scaricare musica, ma si informa o documenta pochissimo (siamo malinconicamente ultimi tra i Paesi del sistema Ue per consultazione di notizie online).

Non c’è da sorprendersi troppo perché in Italia, nel 2017, solo il 41% delle persone di 6 anni e più ha letto almeno un libro per motivi non professionali.

“Leggete per vivere”, ammoniva Flaubert.  Con un futuro digitale ancora tutto da costruire e poca voglia di saperne di più sul mondo, ci stiamo invece consegnando a una lungodegenza assistita. Meritiamo di più.  

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COME USARE INTERNET NEL MODO GIUSTO:

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