Un’idea tanto semplice quanto effIicace: anticipare la liquidità a bar e ristoranti in sofferenza poiché chiusi a causa della crisi sanitaria, acquistando pasti e consumazioni in anticipo per poi sfruttarli dopo la riapertura. Una boccata di ossigeno per le casse dei ristoratori, che erogherebbero i pranzi e le cene solo dopo la riapertura.
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DINING BOND
I “risto bond”, o dining bond nel nome originale, sono veri e propri investimenti nel proprio ristorante preferito, che permettono a chi ha un bar o un locale di ottenere in anticipo il pagamento per qualcosa che il cliente otterrà in futuro. In economia, questa fattispecie di scambio commerciale è chiamata futures, in parole povere contratti che impegnano due contraenti a un acquisto differito a prezzo fissato, quello anticipato da chi li acquista.
In questo periodo di pandemia e lockdown, è chiaramente un acquisto dai contorni incerti: si acquista un buono pranzo o cena che non si sa quando e come si riuscirà a fruire, e per questo deve essere inteso soltanto come un gesto di solidarietà e supporto per le tante imprese della ristorazione del paese, in evidente sofferenza.
In Italia, i ristoranti che hanno deciso di aderire all’iniziativa sono raccolti in varie piattaforme: la più popolata si chiama Save one Seat (SOS), ed è stata lanciata da Global Shapers di Roma, associazione di promozione sociale su scala globale che attivano progetti per affrontare tematiche come i cambiamenti climatici, l’istruzione, l’integrazione, l’imprenditorialità, la sostenibilità e la partecipazione civica.
Il funzionamento della piattaforma è molto semplice: ristoratori e proprietari di locali si iscrivono, inseriscono un’offerta sotto forma di buono menù, e i clienti possono acquistarli, con tempo di riscossione molto lungo: si può usufruire del buono pasto entro dicembre 2021, eventualmente pagando la differenza sul posto. Molti ristoranti hanno promesso di accettare prenotazioni anche per il fine settimana,e altri, stellati, hanno già anticipato che, a fronte dell’acquisto del buono, l’esperienza gastronomica che i clienti riceveranno sarà addirittura di valore superiore.
Al momento, i ristoranti aderenti sono 70 su tutto il territorio italiano, ma in altre vetrine digitali, come rinascimentoristorazione.com, si trovano altri ristoranti e locali. L’iniziativa ha suscitato parecchio interesse e supporto, a partire da quello della Federazione Italiana Pubblici Esercizi, associazione che raggruppa gli appartenenti al settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo.
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PAGHI OGGI E MANGI DOMANI
La vendita dei buoni non è ancora stata aperta al pubblico, ma è la piattaforma Save the Seat stessa a specificare i termini e le modalità del funzionamento dei tavola-bond: si sceglie il ristorante preferito dalla lista dei locali aderenti, si acquista il buono per cena, pranzo o colazione e si riscuote non appena passata l’emergenza.
Il sito si impegna a trasferire direttamente il valore del buono al ristorante, inviando all’acquirente una mail con un codice da presentare alla cassa. Un gesto solidale e semplice.
Il progetto dei dining bond arriva dagli Stati Uniti per idea dell’agenzia di comunicazione Hall PR che ne ha mutuato il nome dal mondo finanziario. Negli Usa, infatti, culturalmente i futures sono più accettati e utilizzati, ma richiedono un arco temporale di riscossione molto più corto: il sito diningbond.com prevede la vendita di buoni pasto con uno sconto del 25 per cento, di cui si può usufruire in un arco temporale generalmente di sessanta giorni. Il sito, che specifica di non prendere alcuna commissione sul venduto in quanto iniziativa filantropica, raccoglie già oltre 450 ristoranti: la maggior parte negli Stati Uniti, ma 55 ristoranti sono sparsi in dodici regioni italiane. La piattaforma è infatti attiva in tutto il mondo, aperta a nuove iscrizioni in ogni momento.
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