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DIPENDENZA DA PATATINE IN BUSTA
È una delle forme di dipendenza alimentare più diffusa, specie tra i ragazzi: quella dalle patatine fritte in busta. Le divorano durante la pausa pranzo a scuola, il pomeriggio durante un aperitivo, la sera al cinema.
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DIPENDENZA DA PATATINE FRITTE
Ma perché non riescono a smettere? La risposta a questa domanda arriva da una ricerca dell’università di Deakin, in Australia, i cui contenuti sono stati pubblicati sul Journal of Nutrition.
PATATINE IN BUSTA E OBESITÀ
Secondo i ricercatori australiani questa assuefazione, che contribuisce al sovrappeso ed a lungo andare può portare perfino all’obesità, è legata a una sostanza molto presente nelle patatine fritte vendute in commercio: il sale. È proprio il sale, che appena si sente quando mangi una patatina fritta, ma che invece è ben presente, a creare dipendenza. L’assunzione di lipidi, appena vengono percepiti dal gusto in bocca, fa partire un segnale al cervello, e qui si arriva al capolinea della dipendenza. Il segnale, infatti, torna all’intestino sotto forma di stimolo per produrre endocannabinoidi, composti molto simili a quelli contenuti nella marijuana.
CONSUMO DI SALE IN ITALIA
Ed è sempre il sale, secondo la Società Italiana di Nutrizione Umana, che gli italiani continuano a mangiare in dosi massicce. In media, ne consumano 9 grammi a testa al giorno, ben al di sopra del tetto fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggerisce un consumo non superiore ai 5 grammi al giorno. E le patatine fritte, con il loro sale, alla fine contengono il 18 per cento dei grassi in più rispetto a quelle preparate in casa.
PATATINE FRITTE FATTE IN CASA
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