Le famiglie di quattro agricoltori e pescatori africani contro la Shell, una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo. Davide contro Golia. E alla fine, dopo oltre 10 anni di una lunghissima battaglia legale, i piccoli combattenti hanno vinto contro il gigante.
DISASTRO AMBIENTALE IN AFRICA
La Corte d’Appello di L’Aia ha condannato la Roya Dutch Shell per disastro ambientale, obbligandola a versare un risarcimento (ancora da quantificare) alle quattro famiglie nigeriane. La compagnia petrolifera è stata ritenuta colpevole per le fuoriuscite di petrolio in un’area di ben 400mila metri quadrati, attraverso i villaggi di Goi, Ikot Ada Udo e Oruma. Un vero e proprio disastro ambientale. Nel Sud Est della Nigeria, uno dei paesi al mondo più ricchi di petrolio.
La difesa della Shell, che ha sempre cercato di non riconoscere alcuna responsabilità nell’accaduto, si è affidata a due elementi. Entrambi facili da smontare. Il primo: le devastanti perdite di petrolio non erano il frutto della cattiva manutenzione degli impianti quanto di azioni di sabotaggio. Mai dimostrate da nessuno. In secondo luogo la multinazionale del petrolio ha preso le distanze dalla società Shell Nigeria, dimenticando di averne il totale controllo azionario.
SHELL CONDANNATA PER DISASTRO AMBIENTALE IN AFRICA
Che cosa significa questa importante sentenza? E quali effetti potrà avere per il futuro? Innanzitutto va ricordato che i quattro contadini africani (due intanto sono morti) hanno potuto reggere a tanti anni di combattimento giudiziario grazie al sostegno concreto e attivo dell’organizzazione ambientalista olandese Friends of the Earth. Ora, con la sentenza del tribunale dell’Aia, si apre un nuovo capitolo e questa decisione crea un precedente che potrebbe diventare determinante in analoghi giudizi. Da tempo l’Africa, e in particolari le nazioni del continente ricche di petrolio, come appunto la Nigeria, sono al centro di razzie da parte delle compagnie petrolifere di tutto il mondo. Un atteggiamento coperto finora dall’impunità che per la prima volta viene messa in discussione.
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