La spazzatura di Palermo passa da qui in un’isola dove non ci sono impianti di compostaggio e di smaltimento. Ma solo discariche, spesso controllate dai clan mafiosi. Oppure al centro di tangenti come Bellolampo dove un dirigente qualche mese fa è stato arrestato mentre intascava una tangente di 5mila euro.
LEGGI ANCHE: Recuperare, riutilizzare, rigenerare: a Motta di Livenza un’ex discarica diventa un parco pubblico
DISCARICA BELLOLAMPO PALERMO
La storia della discarica di Bellolampo, ahimé, è una delle tante storie della malaitalia che riguardano la gestione dei rifiuti, e in cui si intrecciano zone d’ombra di illegalità e malagestione, spesso contemporaneamente. I cittadini di Palermo conoscono bene la zona della “Conca d’Oro”: non solo per la strage di Bellolampo, in cui morirono sette carabinieri assaltati dalla banda di Salvatore Giuliano, ma anche e soprattutto perché la collina, alta 430 metri circa, è visibile da tutta la città. Il sito che ospita la piattaforma impiantistica per il trattamento integrato dei rifiuti è ubicato proprio nella dorsale non visibile, e comprende diversi impianti di trattamento e smaltimento finale dei rifiuti, tra i quali il TMB (impianto di Trattamento Meccanico Biologico) e la discarica di non pericolosi, denominata VI vasca. Il bacino di utenza della discarica di Bellolampo è di quasi un milione di abitanti, tra la città di Palermo e alcuni comuni della Provincia. Gestito da Risorse Ambiente Palermo, azienda pubblica che fa capo al Comune, il TMB, una mega costruzione da 21 milioni di euro, era stato pensato per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, terminato nel 2015 e non proprio a pieno regime, come si legge in una nota della Regione stessa dell’ottobre 2020, soli 5 anni dopo l’inaugurazione. in conflitto con la gestione comunale dei rifiuti, la Regione aveva precisato; «Non risulta che la Rap abbia provveduto al ripristino della piena funzionalità del TMB, che lavora a circa la metà della propria potenzialità. Si è rivelato necessario l’uso di diversi impianti mobili, annunciati e programmati 9 mesi orsono e purtroppo installati e messi in funzione con notevole ritardo». Periodicamente, Palermo rischia l’emergenza rifiuti per via della congestione della discarica di Bellolampo, anche perché la città è maglia nera nella raccolta differenziata: già nel 2017, con il sito al collasso, era attestata al 12 percento. Napoli, nello stesso periodo, raggiungeva il 35 per cento.Una spada di Damocle che tiene in ostaggio il capoluogo siciliano, stretto nel braccio di ferro tra comune e regione. Oggetto del contendere, l’ampliamento dello spazio per il conferimento dei rifiuti richiesto dalla partecipata Rap.
PER APPROFONDIRE: Freshkills Park: da discarica a polmone verde di Staten Island. Grande ben 2200 acri
EMERGENZA RIFIUTI BELLOLAMPO
Intanto la cronistoria di Bellolampo è puntellata di grandi e piccole emergenze rifiuti, rimpalli di responsabilità e disservizi che solitamente vengono scaricati sulle spalle dei cittadini. Nell’estate del 2019 la discarica si era saturata nuovamente, costringendo altre discariche della sicilia orientale a stoccare e trattare anche i rifiuti del palermitano, con un possibile danno ambientale e la lievitazione dei costi di smaltimento rifiuti.
In quei giorni, il piazzale antistante al TMB era invaso da un muro di “munnizza” grande 9mila tonnellate di rifiuti indifferenziati: in quei giorni la regione Sicilia aveva teso la mano al comune, impegnandosi a reperire i 17 milioni necessari al trasferimento dell’indifferenziata in altri siti. L’ultima emergenza, in ordine di tempo è dell’ottobre 2020, dove addirittura si era dovuta implementare la cernita manuale dei rifiuti conferiti in discarica, in quanto piena di rifiuti anche non domestici: materassi, copertoni, persino un’urna cineraria.Bellolampo aveva già creato in passato problemi di salute pubblica e ambientale, e a farne le spese principalmente è stato il mare del vicino quartiere di di Vergine Maria. Così, sul sito si erano presentati i carabinieri del NOE, il Nucleo Investigativo Ecologico, sanzionando la presenza di quelle montagne di immondizia sul piazzale. L’imputazione? Disastro ambientale.
INDAGINI SU DISCARICA BELLOLAMPO
Su Bellolampo, infatti, oltre alle emergenze, pesano le maleodoranti mani della criminalità organizzata: definita dalla Commissione Antimafia Regionale “simbolo della crisi rifiuti in Sicilia”, Bellolampo è interessata da un’ampia operazione della Dia, con il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che vuole smantellare gli interessi delle mafie negli affari legati al ciclo dei rifiuti. Preoccupazioni espresse anche dall’assessore all’Ambiuente del Comune di Palermo, Giusto Catania, intervenuto nel settembre 2019 in un incontro a tema nel circolo di Rifondazione Comunista di Palermo. Le osservazioni che fa, puntellate con fatti precisi e circostanziati, sono pesanti e puntuali, come riportato dal portale Maredolce : «Nel 2019 In quel mese abbiamo revocato a una ditta privata che operava a Bellolampo la concessione di continuare a lavorare. Ebbene, subito dopo si sono verificati numerosi incendi nella discarica, è aumentata esponenzialmente la quantità di rifiuti ingombranti lasciati per strada, i camion si sono guastati continuamente. Tutte coincidenze? Tutte casualità? C’è una sospetta contemporaneità in tutto questo», aveva affermato. E, mentre Rap ripiomba nel caos, non riuscendo a pagare gli stipendi dei dipendenti causa, dicono, assenza di liquidità, Regione Sicilia e Comune sanciscono la pace e raggiungono l’accordo per la cosiddetta“risagomatura” della sesta vasca del TMB, che consentirà di abbancare altri 140 mila metri cubi di rifiuti ampliando la capacità complessiva della discarica senza problemi ambientali regalando alla città di Palermo altri sei mesi fino alla prossima emergenza. Una soluzione ancora una volta tampone, in attesa della costruzione della settima vasca e del nuovo impianto, pronto non prima del 2023. Impianto che prevederà tecnologie per la produzione di biometano.
(Immagine in evidenza tratta dal Quotidiano di Sicilia // Photocredits: Quotidiano di Sicilia)
RICICLO-RIUSO-SMALTIMENTO RIFIUTI:
- Compostiera di quartiere, dai rifiuti umidi al fertilizzante organico
- Rifiuti elettronici, come vanno smaltiti. Ne produciamo troppi: 18 chili a testa
- Riciclo rifiuti, gli italiani sopra la media europea ma c’è ancora tanto da fare
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.