DISCOTECHE IN ITALIA –
C’è un fenomeno che sta modificando l’industria del divertimento e innanzitutto gli stili di vita dei giovani: le discoteche, quelle con musica assordante e con molta droga che gira, piacciono sempre meno. Una sorta di ritirata, rispetto a dieci anni fa, sulla spinta di una generazione più salutista, meno interessata ad essere assordata per stare in compagnia, e spaventata dai prezzi dei locali notturni.
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Secondo il settimanale Economist, che ha pubblicato le statistiche a livello europeo di questa nuova tendenza, negli ultimi dieci anni il numero delle discoteche in Olanda è sceso del 38 per cento, mentre in Gran Bretagna si è passati da 3.144 club a soli 1.733, come a Berlino dove hanno chiuso diversi ritrovi storici.
E in Italia? A Milano e Roma, sempre nell’arco dell’ultimo decennio, ha chiuso un locale su tre. Un vero crollo delle discoteche, forse influenzato anche da vicende tragiche come la morte di un sedicenne nel famoso locale «Cocoricò» di Riccione.
Tra l’altro, e questa è una buona notizia, al calo delle presenze in discoteca si abbina anche una diminuzione dei consumi di ecstasy.
E’ presto per dire se si tratta davvero di un nuovo spirito dei tempi o se invece siamo di fronte soltanto a un calo temporaneo, legato anche alla crisi economica che ha visto tagliare i budget dei giovani e le “paghette” fornite dai genitori. Ma in ogni
caso, senza nulla togliere all’industria del divertimento, dobbiamo considerare positive queste statistiche, che mostrano quasi una linea verso una maggiore responsabilità dei ragazzi. E questa volta hanno fatto tutto da soli, senza l’aiuto né dei genitori né della scuola.
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