DISOCCUPAZIONE GIOVANILE IN ITALIA – L’Italia è tra i paesi dell’area euro in cui è maggiormente peggiorata la disoccupazione giovanile in seguito alla crisi, siamo a quota 40 per cento: l’allarme arriva direttamente dalla Banca Centrale europea (Bce) guidata da Mario Draghi. Peggio di noi solo Grecia e Spagna con una disoccupazione giovanile che si attesta tra il 50 e il 60 per cento.
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MAGLIA NERA ALL’ITALIA PER IL NUMERO DEI NEET – Ma è il nostro Paese ad aggiudicarsi la maglia nera sui giovani totalmente inattivi: oltre uno su cinque, nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni non lavora, non studia e non segue alcun percorso di formazione. Negli altri paesi la quota di giovani non occupati e allo stesso tempo non impegnati in percorsi di formazione si è mantenuta piuttosto stabile tra il 2007 e il 2012, anzi in Spagna e Portogallo, paesi soggetti a tensioni di mercato, si è persino registrata una flessione.
I NEET IN ITALIA – In Italia invece, i Neet (no education, employment or training), così vengono definiti I giovani totalmente inattivi che non studiano e non lavorano, sono un numero purtroppo in aumento: hanno sfiorato il 21 per cento. Si tratta del valore più alto in assoluto, seguito dalla Grecia che si attesta su un 20 per cento e Irlanda e Spagna ferme al 18 per cento.
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Le cose vanno decisamente meglio in Austria e a Malta dove l’incremento della disoccupazione è stato moderato e in Germania dove si è registrato addirittura un calo.
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE, UNO SPRECO ENORME PER L’ITALIA – Un altro grande spreco tutto italiano quello della disoccupazione giovanile nel nostro Paese, uno spreco non solo di risorse umane ma soprattutto di voglia di fare e di nuove idee necessarie per il rinnovamento del nostro Paese.
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