Droplet, la gocciolina del coronavirus che si evita stando a un metro di distanza

Basta poco per tenere alla larga il veicolo che trasmette il virus. E in questo modo si potrebbero riaprire luoghi pubblici chiusi per prevenzione. E riavvicinarci alla normalità

distanza di sicurezza per coronavirus

C’è una parola che, se riuscissimo a non sprecare, potrebbe ridurre, e di molto, i problemi che abbiamo, ogni giorno, di ridotta convivenza in seguito al contagio del coronavirus. La parola anglosassone è «droplet» e nel suo significato letterale si traduce come «gocciolina». Quella maledetta «gocciolina» di saliva che si disperde in modo molto banale nell’aria, un colpo di tosse, uno starnuto, una stretta di mano, e determina il micidiale contagio del coronavirus. In particolare, qui la «gocciolina» è di saliva e si disperde nell’aria. Senza danni per nessuno.

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DISTANZA DI SICUREZZA PER CORONAVIRUS

Come si evita «droplet»? La risposta non è complicata, il gesto è semplice, e basta sommare una banale precauzione con una nuova abitudine. Bisogna tenere a distanza le persone di un metro. È questo lo standard di sicurezza che evita la diffusione del coronavirus attraverso la famosa «gocciolina».

distanza di sicurezza per coronavirus 2

DROPLET CORONAVIRUS

Applicando ai nostri stili di vita la nuova parola chiave del momento, potremmo ottenere un altro risultato molto importante: un graduale, ma più deciso, ritorno alla normalità nella vita pubblica. A questo punto, infatti, si potrebbero riaprire luoghi chiusi, dai bar alle scuole, dai cinema ai musei, passando per chiese e luoghi di culto, finora chiusi solo per motivi precauzionali. Ovvero, la precauzione resterebbe, ma non sarebbe più la drastica, e forse eccessiva, chiusura del posto, ma una sua frequentazione contingentata, misurata. Quanto basta, un metro di distanza tra una persona e l’altra, per tenere a debita distanza l’odiata gocciolina.

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