Dolci alla cannabis: più dannosi che fumarla

Torte, brownie, biscotti, gocce di cioccolato: tutto abbinato alla marijuana. Innocui come una qualsiasi spezia? Neanche per idea

Dolci cannabis

DOLCI ALLA CANNABIS PIU’ DANNOSI CHE FUMARLA

Una semplice ricerca su Internet vi consente di scoprire l’universo delle ricette a base di cannabis, innanzitutto dolci. Pronti anche in pochi minuti, come promettono gli autori delle ricette. Peccato però che mangiare dolci alla cannabis può essere più dannoso che fumarla. Uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine lo dice molto chiaramente, attraverso una ricerca fatta sul campo in America: chi mangia dolci alla cannabis ha più disturbi psichiatrici e problemi cardiovascolari di chi la fuma. E i dolci alla cannabis sono tra i prodotti più offerti dai negozi autorizzati, non solo quelli virtuali, per la vendita di articoli a base di cannabis.

DOLCI CON MARIJUANA

Cioccolato, dolci e dolcetti, gomme da masticare, birra, cannoli,  torte dolci e salate: il catalogo si allarga ogni giorno e i negozi che di fatto espongono il cartello Cannabis per tutti sono, sulla carta oltre 700 (con un aumento del 75 per cento soltanto nell’ultimo anno), ma se si considerano anche punti vendita meno specifici, arriviamo a quasi 2mila. Dunque, un giro d’affari enorme, con margini di guadagno molto alti.

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TORTA CANNABIS LIGHT

La linea di questo sito è molto chiara: ognuno è libero di scegliersi lo stile di vita che preferisce. Noi scommettiamo su quello ispirato alla sostenibilità, intesa a 360 gradi, che, a proposito di salute, significa benessere e cura del corpo. In modo naturale. È inutile, quindi, andare  a rincorrere leggi, regolamenti, multe. Un fenomeno del genere, cioè un gigantesco spreco della salute, non si contrasta per via giudiziaria. Serve innanzitutto un’operazione di conoscenza, e soltanto dopo arrivano le scelte consapevoli e responsabili di ciascuno.

I venditori di cannabis per i dolci e per la cucina, e tutta l’industria sottostante, mettono sul tavolo della loro attività il seguente argomento: i prodotti commestibili a base di marijuana non fanno danni, ma producono soltanto piacere. Un biscotto, una caramella, una fetta di torta, con la cannabis acquista semplicemente un sapore particolare, piacevole. Nulla di più. È come  mangiare un piatto accompagnato dalle spezie.

NEGOZI CANNABIS LIGHT

Ma siamo sicuri che le cose stiano così? Ha un fondamento scientifico questa semplificazione che azzera rischi e preoccupazioni per la salute? Le risposte a queste domande non possono essere affidate al primo santone di strada e le opinioni in materia non possono essere considerate tutte uguali. Bisogna fidarsi di qualcuno. Di chi ha competenza, autorevolezza, conoscenza, per darci una bussola e un’opinione ben documentata.

Noi, in questo caso, ci fidiamo per esempio del professore Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche  farmacologiche “Mario Negri”, posto che ha occupato subentrando al fondatore Silvio Garattini. Quella di Remuzzi è la parola di uno scienziato, ed è una parola documentata dai risultati di diverse ricerche.

La cosa che dice Remuzzi a proposito dei dolci alla cannabis, e in generale dei prodotti alimentari venduti in questa gigantesca rete commerciale (esiste anche un sito, Negozi Marijuana Legale, dove i punti vendita sono indicati e aggiornati regione per regione), è fondamentale. La cannabis commestibile a parità di concentrazione dei principi attivi – THC e CBD (stimolatori di dopamina) – fa male, produce danni, anche più di quella che si fuma con il classico spinello.

MARIJUANA LEGALE

La prova di questo paradigma arriva da un lavoro realizzato sul campo, in Colorado, dove la cannabis è legale. Il team di medici e ricercatori, ingaggiati dal ministero della Sanità della regione, hanno scoperto che i disturbi più gravi, compresi quelli psichici e al cuore, colpivano i consumatori di cannabis per via alimentare rispetto ai fumatori delle classiche canne. A questo risultato gli esperti danno anche una spiegazione scientifica. Chi fuma, o comunque aspira i vapori della cannabis, ne avverte gli effetti nel giro di pochi minuti, e se supera la soglia di tolleranza del proprio organismo, c’è il suono di un campanello  d’allarme. Nausea, vomito, disturbi gastrointestinali. Sintomi evidenti, per i quali si può decidere di smettere. In tempo. Diverso, invece, il caso della cannabis presa per bocca. In questo caso l’assorbimento è molto più lento ed entrano in gioco diversi fattori. La capienza disponibile dello stomaco. Con quale prodotto la cannabis viene somministrata: l’assorbimento di una gomma da masticare è più veloce. In ogni caso, la cannabis dei dolci viene assorbita più piano rispetto a quella fumata, si accumula, e quando l’organismo riceve i segnali di un’intossicazione potrebbe essere perfino troppo tardi. Conclusione: trovate un altro modo per condire i vostri piatti e per abbandonare la vostra mente, e lasciate perdere la cannabis. In qualsiasi versione.

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