Il dolore al petto può essere molto subdolo. Poiché parliamo di una zona del corpo dove risiedono diversi organi (dai polmoni al cuore, all’apparato intestinale) può non essere facile distinguere i diversi tipi di sintomi, e quindi capire se, per esempio, si tratta di un disturbo gastrointestinale (come il reflusso gastroesofageo), di un problema muscolare, o di un attacco di cuore o all’angina. Eppure, i diversi casi si possono distinguere prima sulla base di alcune indicazioni cliniche, e poi anche grazie a specifici esami.
Indice degli argomenti
Tipi di dolore al petto
La prima cosa è distinguere il dolore al petto sulla base delle sue caratteristiche:
- Acuto. Tipico dolore da problemi muscolari oppure ai polmoni.
- Sordo.
- Bruciante. Comporta una sensazione di bruciore, tipica dei problemi legati alla digestione.
- Simile a una coltellata. Anche questo è un dolore che non si abbina a problemi cardiaci.
- Pressante o schiacciante. Il dolore dell’infarto, oltre a essere molto intenso, provoca una sensazione di oppressione al centro del petto, che poi va a irradiarsi verso il braccio sinistro, sulla schiena e fino alla mandibola.
Dolori al petto per problemi allo stomaco
Il dolore, o anche un semplice fastidio, salgono dalla parte alta dell’addome verso il pezzo e si accompagna innanzitutto alla bocca amara, causata dagli acidi gastrici che risalgono verso l’esofago, e al rigurgito. Di solito il bruciore di stomaco legato a disturbi digestivi, arriva di notte, un paio di ore dopo la cena è in ogni caso è di tipo bruciante e si verifica tipicamente dopo i pasti o quando ci si sdraia.
Dolori al petto per problemi muscolari
Contratture, contusioni, stiramenti, strappi, e qualsiasi infortunio ai muscoli pettorali oppure a quelli intercostali, possono procurare un dolore al petto. Tra le cause ci sono, oltre agli infortuni, anche interventi chirurgici oppure un’attività fisica estrema o prolungata, malattie muscolari di origine genetica o infiammatoria. Anche un semplice movimento brusco o il sollevamento di oggetti pesanti possono provocare un dolore al petto sordo o acuto che persiste a lungo. Il dolore al petto per problemi muscolari si riconosce anche dalla sua variabile intensità: aumenta quando si preme sulla zona interessata o quando si cambia posizione.
Dolori al petto per problemi polmonari
Le patologie che più frequentemente possono determinare dolore al petto (ma spesso provocano dolore toracico anche posteriore) sono:
- La pleurite: infiammazione delle membrane che rivestono i polmoni e la parete toracica, chiamate pleura. Il dolore toracico è acuto e accentuato dalla respirazione difficoltosa.
- La polmonite: infezione dei tessuti polmonari causata da batteri, virus o funghi. In questo caso il dolore al petto si associa a febbre, tosse e respiro affannoso.
- Pneumotorace: si verifica quando c’è una perdita di aria dai polmoni nella cavità pleurica. Il polmone si collassa non essendo più sostenuto dal vuoto d’aria nella cavità pleurica, che lo fa aderire alle pareti del torace. Si associa al respiro affannoso.
- Ipertensione polmonare primitiva: un aumento della pressione nelle arterie polmonari causato da una malattia delle arterie dei polmoni. Il meccanismo è spesso da discrepanza, come nel caso delle malattie valvolari.
Dolori al petto per asma
Anche l’asma, patologia cronica delle vie respiratorie, con mancanza di fiato, può portare al dolore al petto. Il disturbo è dovuto allo sforzo dei muscoli respiratori e si associa con dispnea, tosse e senso di soffocamento.
Dolori al petto di origine cardiaca
Le malattie cardiache più frequenti associate al dolore al petto sono:
- Malattie alle coronarie. Dall’angina pectoris all’infarto: il flusso di sangue si interrompe o si riduce eccessivamente.
- Miocardite. Si tratta di un’infiammazione del muscolo cardiaco, in genere causata da infezioni virali o batteriche, o anche da una reazione autoimmunitaria, cioè da un attacco degli anticorpi contro il muscolo del cuore.
- Malattie delle valvole. In particolare la stenosi aortica e la cardiomiopatia ipertrofica, che comportano un ispessimento del cuore dovuto a una fornitura di sangue superiore rispetto al normale e al necessario.
Il dolore al petto di origine cardiaca si riconosce anche perché è sempre accompagnato da altri sintomi, come per esempio: dolore e pressione al petto, alla schiena, alle spalle, o alle braccia; una eccessiva sudorazione; nausea, vomito, dolore addominale e bruciore di stomaco; fiato corto e respiro affannoso; stordimento o svenimento; stanchezza e improvvise vertigini.
Dolori al petto per il Fuoco di Sant’Antonio
Il Fuoco di Sant’Antonio può causare un dolore acuto e cruciante nella fascia che va dal torace alla schiena. Generalmente questo tipo di dolore al petto si abbina a un’eruzione cutanea.
Esami per i dolori al petto
A parte la tipologia del dolore al petto, che già da sola può indicare la causa, ci sono una serie di esami che danno la certezza sulla genesi del problema, includendo o meno l’origine cardiaca.
- Il biomarcatore cardiaco più specifico e disponibile è la troponina ad alta sensibilità, molto efficace e puntuale nel rivelare un danno cardiaco. La troponina consente di capire se l’aumento delle Cpk (creatina fosfochinasi o creatina chinasi), enzimi presenti nel cuore o nel cervello, è dovuto a un problema cardiaco o muscolare.
- La misurazione dei livelli di ossigeno con applicazione digitale di un sensore (pulsossimetria).
- L’elettrocardiogramma, la radiografia del torace e l’ecografia del cuore.
Quando preoccuparsi
Il dolore al petto deve allarmare in modo particolare, quando compare in associazione a sintomi come dispnea, tosse, sudorazione profusa, vertigini, palpitazioni, nausea, vomito e febbre. In ogni caso, il dolore al petto è un sintomo, e non una malattia, e come abbiamo visto può dipendere da problemi cardiaci molto gravi. Quindi, la migliore precauzione, di fronte a un dolore al petto rilevante, che non rientra tempestivamente, è di rivolgersi a un Pronto soccorso. Gli attacchi cardiaci possono anche iniziare lentamente, con un fastidio lieve che poi diventa più intenso e improvviso, andando e venendo anche per qualche ora. Qualsiasi ritardo sia nella diagnosi sia nella terapia potrebbe essere fatale.
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Foto apertura di Towfiqu barbhuiya via Pexels
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