Nello zainetto per l’asilo i bambini e le bambine portano la merenda e qualcuno dei loro giochi preferiti. Tranne la piccola Nina, 3 anni e mezzo, che assieme alle bambole porta con sé un barattolo di vetro per raccogliere fondi da destinare all’acquisto di parrucche da donare alle pazienti oncologiche.
56 euro e rotti, la cifra che la piccola ha raccolto, sollecitata e coinvolta da mamma Paola, project-manager all’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola, nei pressi di Forlì, parte del più ampio contenitore dell’ Istituto Oncologico Romagnolo.
Ci vuole poco ad insegnare ai bimbi la solidarietà, ed è quello che Paola ha fatto quando ha deciso di insegnare a Nina il valore dell’aiutare gli altri, e di sensibilizzarla sull’esistenza di una malattia tanto terribile. La scintilla, in Nina, scocca quando viene attratta da un grande barattolo di vetro con delle etichette, di quelle che la madre utilizza per le raccolte fondi per i progetti di assistenza alle malate e ai malati di cancro.
Si incuriosisce e decide di fare qualcosa, nonostante i suoi tre anni: porta alle feste degli amichetti il suo grande barattolo, e raccoglie una somma di denaro. Irrisoria, forse, ma assai simbolica.
Che ha spinto l’Istituto Oncologico Romagnolo a rendere pubblico il gesto di questa dolcissima bambina nella speranza che i grandi comprendano il valore del crowdfunding per le iniziative messe in piedi dall’istituto stesso.
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DONARE CAPELLI BAMBINI MALATI DI TUMORE
Non è la prima volta che i bambini insegnano il valore della soldarietà agli adulti: da Viareggio, infatti, arriva un’ altra storia dolcissima. La protagonista è Alba, di soli dieci anni, che ha deciso di fare un gesto che emoziona e fa riflettere. Navigando in internet con la sua mamma, la piccola si imbatte in una storia curiosa sul social network Facebook, in cui si racconta di alcuni ragazzi statunitensi, ragazzi e ragazze, che si lasciano crescere i capelli in modo considerevole, dovendo addirittura sopportare gli scherni per via della loro chioma fluente. Ma non è una moda, né un vezzo: in realtà, spiegano, è un modo per poter raccogliere capelli veri per costruire parrucche per bambini e bambine, per gli adolescenti e tutti i pazienti oncologici che perdevano capelli a causa della chemioterapia.
Così Alba, profondamente colpita da quel gesto, ha deciso di prendere carta e penna e scrivere una lettera a un’amica sconosciuta, esprimendo il desiderio di emulare quei ragazzi e quelle ragazze di oltreoceano tanto generosi.
DONA LA SUA TRECCIA A BAMBINI MALATI ONCOLOGICI
Nella lettera, Alba si dichiara decisa a tagliare la lunga treccia che lasciava crescere da 4 anni, per aiutare un’amica o un amico a cui purtroppo la malattia ha portato via i capelli. Il testo della letterina è commovente: “Mi chiamo Alba, mi sono tagliata i capelli a caschetto proprio per te. Vivo a Viareggio: vuoi diventare la mia amica di penna? Ti auguro di guarire presto!!!”.
La notizia del gesto di Alba è giunta alle cronache grazie al quotidqaiano il Tirreno, che ha intervistato la mamma della bambina, che frequenta la quinta elementare nella bella cittadina toscana.
Avendo deciso di assecondare la richiesta di Alba ha contattato un’associazione che si occupa di raccogliere capelli per chi non ne ha più per via della malattia: col progetto Smile e la “banca della parrucca” ATRI Onlus, che ha sede a Roma, nasce dall’intuizione di medici oncologi che conoscono bene quanto valga, per i malati oncologici, continuare ad avere un aspetto il più possibile sano e bello anche durante le fasi buie di chemio e radioterapia.
Chiunque voglia inviare i propri capelli può farlo contattandoli attraverso i social ed il sito internet. Oppure può scrivere una letterina, proprio come ha fatto Alba.
(Immagine di copertina tratta dal quotidiano ll Corriere della Sera)
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