DONAZIONE ORGANI DA VIVENTE
Vi ho parlato altre volte del valore dell’amicizia come autentico amore. Con la tipica chimica dell’amore, la sua forza e la sua energia, come anche i riti che lo alimentano, a partire dal corteggiamento. Anche un amico va corteggiato e anche un amico ci può sorprendere con l’intensità della sua prova d’amore.
Mi sono venuti in mente questi pensieri leggendo sul quotidiano La Repubblica l’emozionante storia di Letizia Guglielmo e Lara Martello, residenti a Monselice, in provincia di Padova, due amiche per la pelle da quando frequentavano insieme l’asilo, raccontata da Enrico Ferro. Due amiche che grazie al loro legame riescono a farsi del bene, e tanto, a vicenda.
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DONAZIONI ORGANI TRA AMICI
La vita di Lara è stata improvvisamente stravolta da una micidiale malattia a un rene: le infernali giornate per la dialisi e sette anni di attesa per fare il trapianto.
Un giorno le due donne cinquantenni vanno a mangiare una pizza insieme, e Letizia avvisa Laura: “A questo punto il rene te lo darò io e potrai finalmente fare il trapianto”. Detto e fatto.
Grazie alla donazione di Letizia e al successivo intervento di trapianto, la vita di Lara è nuovamente cambiata in modo radicale, ma questa volta in una direzione opposta rispetto alla fatica quotidiana della dialisi. E il giorno dell’intervento, perfettamente riuscito, la vita è cambiata per entrambe, per Lara e per Letizia. Come succede quando l’amore ci trascina in un territorio misterioso, dove non esistono e non si vedono né confini né barriere. Ma solo una misteriosa energia, che non dobbiamo mai sprecare o sottovalutare, che ci fa scoprire fino in fondo la bellezza della vita. E le infinite sorprese che può regalarci.
(Fonte immagine: Corriere della Sera)
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DONAZIONE RENE DA VIVENTE
Ma non solo Lara e Letizia. Ci sono gesti che per la loro grandezza andrebbero solo raccontati, senza commenti. Come la storia di Paola, con questo nome si è firmata la donna sul Corriere della Sera per raccontare il suo gesto, di donare, senza che nessuno glielo avesse mai chiesto, un suo rene. Perché? Con quale motivazione? La più limpida, ma anche la più emozionante del mondo. «Un giorno, guardando una ragazza che sapevo sottoporsi alla dialisi tre volte alla settimana, mi sono detta “io sto bene, ho due reni che funzionano. Se ne dessi uno a quella ragazza, o a chiunque sia nelle sue condizioni, staremmo bene in due”. E così ho deciso e fatto…» racconta Paola nella sua lettera.
Qui, come avete capito, il dono diventa puro, senza alcuna contropartita di nessun genere, perfino senza una spinta religiosa («il mio gesto è indipendente dal credere o non credere in Dio» scrive Paola). Ma nello stesso tempo, è sempre Paola che lo spiega benissimo, la donazione di un rene a una sconosciuta, che in questo modo torna a vivere, diventa per la nostra samaritana un gesto che le regala, le dona appunto, «una vita più piena». Una vita dove l’Io finalmente si trasforma in Noi, dove una possibilità di misurarsi con questa straordinaria trasformazione, attraverso un gesto di pura generosità, viene afferrata con quella passione e quell’audacia femminile che noi maschietti non possiamo che invidiare, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
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ESPIANTO RENE DA VIVENTE
Paola dona un rene senza conoscere la donna che beneficia del suo gesto. Non sta aiutando un parente stretto, un marito, un figlio, padre. No, aiuta e scopre semplicemente l’Altro. Paola rischia, e lo sa, non tanto la morte per l’intervento al quale si sottopone (comunque ci sono 3 decessi ogni 10mila donazioni di reni nel mondo), quanto una visita fisica che con un rene solo diventa un tantino più complicata, se non altro perché si riducono i margini di risposta dell’organismo in caso di cattivo funzionamento del rene rimasto. Ma nel rischiare, Paola è consapevole di vincere la scommessa. Non solo è convinta di non avere ripercussioni, ma ha la sicurezza di ricevere qualcosa in più di ciò che ha donato, ovvero una vita migliore, più densa, più ricca, più piena. In quanto il passaggio dall’Io al Noi comporta proprio questo scatto di qualità della vita e degli stili di vita, tutto a favore di un benessere interiore, perfino più importante di quello fisico.
IMPORTANZA DONAZIONE ORGANI
Infine Paola, e anche questo è un elemento che appartiene alle meraviglie del dono, non ha salvato solo una vita, ma tante vite. Oggi sono già quattro le persone che vivono grazie al gesto di Paola: erano in attesa di ricevere un rene per il trapianto (in Italia lo aspettano quasi 7mila pazienti), e si sono presentati altri tre donatori viventi che hanno seguito l’esempio di Paola. Ma domani questi quattro potrebbero diventare centinaia, migliaia. Perché donare, nella sua grandezza che corrisponde al contrario del misero verbo sprecare: è un gesto contagioso. Felicemente contagioso.
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