Donazione organi: pronti 13 milioni di italiani

La fascia di popolazione più altruista è tra i 40 e i 50 anni. Nel 2023 ci sono stati 3mila trapianti di organi

donazione organi in italia

Aumenta il numero degli italiani pronti a donare i loro organi. Secondo l’ultimo rapporto del Centro nazionale trapianti (Cnt) il sistema informativo dedicato a raccogliere le donazioni presenta 13,5 milioni di dichiarazioni favorevoli. La fascia di età più generosa è quella tra i 40 e i 50 anni, seguita dai sessantenni. La generosità degli italiani in materia di donazioni di organi è trasversale, sia per quanto riguarda la collocazione geografica sia per le dimensioni dei comuni dove si sono registrati i donatori. Il comune di Geraci Siculo, in Sicilia, ha un record: tutti i suoi quasi 5mila abitanti sono donatori di organi. E questo da quando, nel marzo del 2021, i genitori della piccola Marta Minutella, morta a soli 11 anni, decisero di donare i suoi organi. Tra le città, in testa alla classifica ci sono Trento, Verona e Sassari.

La generosità nelle donazioni ha consentito di battere tutti i record storici di trapianti di organi in Italia. Nel 2023 ne sono stati realizzati 4.462, il 15,1 per cento in più rispetto al 2022. Il numero più alto di trapianti ha riguardato il rene (2.245), seguito dal fegato (1.696), dal cuore (370) e dal polmone (186).

Nonostante tanta generosità, e gli ottimi risultati che ne sono derivati, esiste ancora un 30 per cento degli italiani che si oppone fermamente alla donazione di organi, tessuti e cellule. Perché? Il Centro nazionale trapianti ha provato a fare ordine, per capire meglio le motivazioni di  questi dinieghi. Innanzitutto conta l’età: più si va avanti con gli anni, e meno si ha voglia di donare gli organi. Poi le tante fake news che girano sull’argomento, e tra queste la più grave è sicuramente quella in base alla quale i medici non curano in modo rigoroso chi ha scelto di donare un organo. O anche l’idea che dopo una certa età gli organi non sono più idonei al trapianto. E persino l’assurda convinzione che gli organi donati possano essere prelevati quando la persona non è ancora morta.

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