DONNE E RIPRESA ECONOMICA – Servirà tempo per tornare ad essere cittadini e non sudditi, ma è una scommessa appassionante che vede in primo piano le nuove generazioni e in particolar modo le donne: questa la via d’uscita dalla crisi secondo Antonio Galdo il direttore di Non Sprecare e Giuseppe De Rita, presidente del Censis, e di cui discutono in “Il popolo e gli dei. Così la grande crisi ha separato gli italiani”.
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IL RUOLO DELLE DONNE PER IL CAMBIAMENTO DEL NOSTRO PAESE – In particolare, come entrambi spiegano nell’intervista rilasciata a Marina Terragni per Io Donna, saranno le donne le vere protagoniste della ripresa economica del nostro Paese e soprattutto del cambiamento necessario per far ripartire l’Italia.
L’IMPRENDITORIA FEMMINILE IN ITALIA – In particolare, si calcola che sono circa 10mila le nuove imprese al femminile avviate in un anno: un dato che testimonia quanto le donne siano in primo piano per la creazione di nuovi posti di lavoro. “Una nuova e promettente imprenditoria femminile da sostenere con incentivi e finanziamenti”, come evidenzia De Rita.
Un ruolo importante quello delle donne, quindi, per il cambiamento dell’Italia. Come spiega Galdo: “In America sono ormai molte le donne ai livelli più alti, Mary T. Barra, ceo di Gm, Janet Yellen, numero uno della Federal Reserve. Un vento che non può non spirare anche in Italia”.
IL RUOLO DELLE DONNE NELLA LOTTA AGLI SPRECHI – E al di là dell’economia, la svolta portata avanti dalle donne coinvolge in primo luogo anche la famiglia dove, sottolinea Galdo: “è in corso una vera rivoluzione negli stili di vita, a guida femminile. Vero che la crisi spinge a ridurre i consumi, ma anche 3 famiglie italiane su 4 hanno ridotto gli sprechi nella spesa, dall’alimentare all’abbigliamento. Tutto sta cambiando velocemente e nascono nuove consapevolezze”.
I GIOVANI E LE DONNE PER LA RIPRESA DEL NOSTRO PAESE – E accanto alle donne, “tocca ai giovani produrre una scossa, e per farlo qualcuno dovrà restare in campo, e non solo alla finestra o all’estero per fuggire dall’Italia senza futuro”, conclude Galdo.
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