Record di ricchi e di poveri. La doppia America è questa: volano la Borsa e gli utili delle imprese, specie le multinazionali (che fanno ormai l’80 per cento dei loro profitti all’estero) ma schizzano verso l’alto anche i poveri. I senza tetto, i senza lavoro, i senza cibo. Wall Street continua a infrangere record, e ormai viaggia sui livelli massimi dal 2007, dunque ha pienamente riassorbito gli affetti finanziari della Grande Crisi. Ma allo stesso tempo New York è diventata una sorta di capitale della povertà, con oltre 50mila persone che ogni sera cercano un alloggio nei ricoveri del comune. Un fenomeno nazionale, visto che nell’ultimo anno i senza tetto a Washington sono cresciuti del 18 per cento e a Boston dell’8 per cento. Ancora più drammatica la situazione per i bambini. A gennaio, 21mila bambini hanno dormito nei rifugi di assistenza, con un aumento del 22 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno, e i senza tetto nell’ultimo decennio a New York sono schizzati del 73 per cento. In America, è stato calcolato che ormai un bambino su quattro ha problemi di nutrizione. C’é anche un’altra statistica che registra lo spaventoso divario, ed è quella relativa alla distribuzione del reddito. Per effetto della crescita tecnologica e della contestuale riduzione dei posti di lavoro, i profitti sono arrivati al 14,2 per cento del reddito nazionale, il livello più alto dagli anni Cinquanta, mentre la quota di reddito andata al lavoro è scesa al 61,7 per cento, la percentuale più bassa da mezzo secolo. I due record, ricchi e poveri, profitti in alto e salari in basso, fotografano una globalizzazione che non può reggere e un modello di sviluppo che non può funzionare. Quindi, piano con i brindisi per festeggiare: l’America, senza retorica, sta diventando un paese sempre più ingiusto.
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