Potenza è una città di record. Detiene il più alto debito pubblico pro-capite nel Mezzogiorno, pari a 116 milioni di euro, e allo stesso tempo il più alto livello di sprechi di soldi pubblici. Pietro Sansonetti, presidente del centro Studi e Ricerche economico-sociali, ha presentato un dossier su alcune uscite dell’amministrazione comunale che non quadrano nè sul piano dell’utilità nè dal punto di vista dei servizi erogati. Ecco alcuni esempi: la riorganizzazione del servizio dei bus urbani è costata 16 milioni di euro, ma i cittadini protestano per le lunghe attese e per il cattivo funzionamento del servizio. Una stazione per le autolinee doveva servire ad accogliere pendolari e autobus extraurbani, e invece è stata trasformata in uno spazio per uffici comunali. La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti costa circa 240 euro a tonnellata, mentre la raccolta differenziata resta inchiodata a uno dei livelli più bassi d’Italia. Potenza è una caso emblematico della doppia combinazione, nel Mezzogiorno, tra sprechi e spesa pubblica. Crescono entrambi, senza che i cittadini ne ricavino alcun reale beneficio.
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