L’Italia, nella produzione di rifiuti che interessa mediamente ogni singolo individuo, arriva fino a 567 chili. Poco al di sopra dei 524 chili di cui parlano i dati Eurostat. La Danimarca, in testa con i suoi 802 chili è seguita dall’Irlanda che ne produce 733, Cipro con 770 e Lussemburgo con 701. Germania, Inghilterra e Spagna si collocano sui 600 chili mentre la Francia con 543 chili è poco al di sotto di noi. Un bell’esempio la Repubblica Ceca che con 306 chili è ben al di sotto della media europea.
E’ proprio il caso di dire, con tutti questi chili procapite, che una dieta, anche nella produzione di rifiuti non farebbe male ai cittadini europei. L’aiuto può venire certamente dai nuovi sforzi fatti nello studio e realizzazione di nuovi packaging ecologici, come nella diffusione delle buste biodegradabili. Molto si può fare con il recupero e riutilizzo delle biomasse e dei rifiuti sotto forma di compost. Ma nel non sprecare – alimenti in testa – e nel separare i rifiuti, sta certamente la nuova ricetta dimagrante contro i chili di rifiuti accumulati anno dopo anno. (Vincenzo Nizza)
Fonte: Ecoseven
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