La parità di genere inizia in casa. E in Italia la disuguaglianza è davvero impressionante: l’80 per cento dei lavori domestici sono a carico delle donne, mentre gli uomini se ne occupano solo nel 20 per cento dei casi. Una disparità aggravata dalla pandemia, quando le famiglie sono state costrette a restare in casa, e le donne hanno visto aumentare il loro carico di lavoro domestico di quindici ore alla settimana.
Per uscire dal vicolo cieco di uno squilibrio che significa non poter approdare a una vera e concreta parità di genere, bisogna prendere in considerazione il percorso formativo degli studenti. E proporre per i maschietti, come per le femminucce, corsi di lavori domestici, già alle scuole elementari, come avviene in paesi molto evoluti su questa materia, come la Finlandia, ma anche in nazioni mediterranee, che hanno invece una cultura sui pesi lavorativi tra uomo e donna molto simile alla nostra, come la Spagna.
La Finlandia, in materia di scuola, non finisce mai di sorprendere. E di aggiornare continuamente i suoi programmi formativi, pur mantenendo un’impostazione di fondo molto rigorosa: la scuola prepara non solo alla vita, al lavoro, agli studi successivi, ma anche alla cittadinanza e alle relazioni tra le persone. In casa, con gli amici, nel mondo esterno. Da qui, per esempio, l’importanza dei corsi di Economia domestica, già nei primi anni della scuola media.
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Insegnamento Economia domestica
In un documentario mandato in onda dalla BBC, si scopre che nelle scuole finlandesi sta avanzando un «metodo interdisciplinare» di insegnamento, che non significa rinunciare alle conoscenze di base di grammatica, di storia, di geografia, di scienze, ma piuttosto di collegarle (e renderle attuali) sempre più al mondo contemporaneo. Un esempio? La storia di Pompei e del Vesuvio serve a raccontare la vita della Roma antica, che viene poi confrontata con quella della Finlandia moderna. Anche rispetto allo stile di vita che privilegia, sia per la salute sia per le relazioni umane, la consuetudine delle terme, ieri, e delle saune, oggi. Stesso discorso sull’Economia domestica: vecchie e sane buone abitudini sul lavoro domestico, vengono riproposte in modo moderno, allargando la sfera delle responsabilità dalle donne agli uomini, che non possono delegare tutto, in casa, alle donne.
Corsi di cucina e lavori in casa
«A casa faccio la lavatrice, stiro, sistemo i letti, una cosa che non mi riesce sempre bene, spalo la neve, e porto fuori la spazzatura. Insomma mi occupo dei lavori domestici…»: le parole di Martin Schultz, un politico molto influente in Germania, durante una campagna elettorale contro Angela Merkel, fecero molto scalpore. Anche se nei paesi dell’Europa del Nord il carico dei lavori domestici è molto più equilibrato tra uomini e donne, rispetto all’Italia.
Schultz, come buona parte dei leader politici dell’Europa del Nord (ricordate la Merkel che va in vacanza a Ischia prendendo un normale aliscafo?), ha capito perfettamente quanta voglia di normalità ci sia nell’opinione pubblica e quanto i nuovi stili di vita, a partire dall’economia domestica, rientrino a pieno titolo in un programma di buon governo. Se non altro per un motivo: il gravissimo e ingiusto squilibrio a svantaggio delle donne è molto collegato anche al fatto che tocca sempre a loro, le donne, le mamme, spesso impegnate sul lavoro e sul fronte della doppia famiglia, farsi carico in modo quasi totale dei lavori domestici. Anche i più semplici: stirare, lavare, mettere nel posto giusto la spazzatura. Lo spreco del lavoro femminile, mai davvero valorizzato, nasce anche in questo imbuto, e un politico ha il dovere di prenderne atto e di dare qualche risposta, a partire dal suo esempio diretto.
Se però davvero vogliamo pensare di riequilibrare il carico dei lavori domestici, oggi tutto sulle spalle delle donne, dovremmo iniziare a pensare a come insegnarlo già nella scuola d’obbligo, ai ragazzini della scuola media, come appunto fanno in Finlandia.
Che cosa si insegna durante questi corsi? Tutti i lavori generalmente affidati alle donne-casalinghe che quasi al 90 per cento coprono le fatiche domestiche. I ragazzi imparano a cucinare, a stirare, a lavare a mano i capi delicati, a fare la maglia, a rattoppare un calzino, a costruirsi una slitta per divertirsi sulla neve. Ma durante le lezioni i docenti insegnano anche a non sprecare il cibo, l’acqua, i soldi con gli acquisti compulsivi; a essere responsabili con l’uso del denaro e perfino a riconoscere una intolleranza alimentare. La cosa più sorprendente è che si tratta di ore di lezioni (tre-quattro alla settimana) che gli studenti gradiscono molto, fino a considerarle le preferite.
Vantaggi corsi Economia domestica
L’economia domestica a scuola procura molti vantaggi alle nuove generazioni finlandesi. Innanzitutto la scuola insegna alla parità di genere molto concretamente, e quando si diventa coppia nessun maschietto potrà dire, per rifiutarsi di stirare una camicia o di cucinare: «Io non lo so fare». Inoltre il programma sui lavori domestici ispira un senso di autonomia: questi ragazzi sapranno cavarsela da soli, in casa, appena usciti dalla scuola dell’obbligo. E non avranno sempre bisogno di mamma e papà per andare avanti: una lezione di vita che conta molto in tempi difficili come questi.
Economia domestica in Spagna
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