EDIFICIO AUTOSUFFICIENTE
Un modulo abitativo a forma di navicella, completamente autosufficiente. Questo il progetto di Rubner Haus in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design di Torino.Totalmente in linea coi principi dell’architettura del futuro, completamente sostenibile e green, nasce dall’idea di creare un “organismo autosufficiente” capace di sfruttare il sole e la fotosintesi per produrre energia, cibo, ossigeno e acqua necessari alla vita di chi lo occupa.
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RUBNER HAUS: SPACESHIP
Al suo interno, infatti, anche un orto verticale, in cui si in cui si coltivano verdure, come fagioli e insalata, nonché micro-alghe edibili, come la Spirulina, ricche in Omega 3.E’ possibile pensare a questo concept building come una piccola abitazione in grado di portare comfort e benessere a chi la abita con un gioco continuo di interazioni con e verso l’ambiente esterno e viceversa.Le piante e le alghe presenti in uno spazio così ristretto sono peraltro elementi fondamentali per la rigenerazione dell’aria attraverso l’assorbimento dell’anidride carbonica prodotta dalla respirazione e la produzione di ossigeno.Sulla coda della navicella è anche presente una serra che permette il ricambio d’aria e la sua purificazione.
L’acqua necessaria a tali processi è presa dalla pioggia con un sistema di raccolta viene poi conservata in un serbatoio posizionato sotto la navicella ed incanalata in un sistema di irrigazione automatizzato composto da piccole pompe. Anche a livello energetico il piccolo edificio in legno è autosufficiente: pannelli solari sul soffitto permettono lo stoccaggio di energia in una batteria dal funzionamento simile a quello dei powerbank per i nostri smartphone. Viene quindi trasformata in energia per l’uso e l’attivazione dei dispositivi e per l’illuminazione, integrata da LED.
I concetti alla base dell’edificio di Rubner Haus, prototipo che sembra uscito tranquillamente da un film di fantascienza, sono quelli dell’architettura smart, sostenibile e green: autosufficienza energetica totale, minimo impatto ambientale (la sfida è arrivare ad avere impatto zero), strategie di bio-costruzione, tecnologie smart e ‘passive’ abbinate all’utilizzo di materiali naturali e millenari come il legno.Spingendo la sperimentazione un po’ più là: il progetto Spaceship nasce con l’intento di creare un ambiente che non solo sia a minor impatto ambientale possibile, ma anche un luogo che sia autosufficiente dal punto di vista della produzione del cibo, del non spreco e della possibilità di avere tutto in pochi metri quadrati, senza dipendere dal contesto esterno.
Ne abbiamo parlato con uno dei collaboratori del progetto, Davide Iannici.
(Le immagini in gallery provengono dall’Ufficio Stampa di Rubner Haus)
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