La maleducazione è un veleno: crea problemi al cuore e danni alla pressione

I risultati di una ricerca americana collegano la cafonaggine alla salute. Mettendo in fila i danni che provoca

EFFETTI DANNOSI MALEDUCAZIONE

MALEDUCAZIONE

La maleducazione è come un veleno. Una sostanza tossica che ogni giorno viene inoculata nel nostro organismo, attraverso diversi percorsi. E con un unico traguardo: peggiorare la qualità della vita, sciuparla soltanto perché abbiamo scelto la scorciatoia della maleducazione. Forse pensando che con la cafonaggine si fa più strada e si conquista un maggiore rispetto da parte degli altri. Due errori di valutazione clamorosi.

EFFETTI DANNOSI MALEDUCAZIONE

Poveri maleducati. Non sanno quello che perdono, e sono inconsapevoli dei danni che stanno facendo al loro organismo.  Una ricerca realizzata dal team del professore Trevor Foulk della University of Florida non fa sconti alla cafonaggine e ne mette in fila tutti i danni, Per le singole persone, per le comunità, per i gruppi di lavoro e per le aziende.

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SVANTAGGI MALEDUCAZIONE

La maleducazione logora, consuma nervi ed energia, e alla fine, senza che neanche siamo in grado di capirlo, ci ritroviamo esausti. Da qui problemi al cuore, alla pressione, e una enorme fatica ad essere concentrati e anche nel prendere sonno.

Ma la cosa più grave, in termini sanitari, a proposito di maleducazione, è un’altra: è un virus contagioso. Si diffonde nell’ambiente con effetti a catena che durano anche diversi giorni, aumentando l’ostilità, se non l’odio, tra le persone. E questa caratteristica da epidemia della maleducazione ha una precisa spiegazione scientifica: è la neurotossina che entra in circolazione, e basta essere testimoni di episodi di cattiva educazione e nel nostro cervello di risveglia e si attiva la parte che elabora la cafonaggine.

EFFETTI COLLATERALI MALEDUCAZIONE

Certo: in una società rancorosa, spesso violenta, anche per effetto dello sversatoio dei social a disposizione di tutti h24, una dose di maleducazione può risultare perfino utile. Essere aggressivi, per esempio, ci mette al riparo da qualche prepotenza, ci protegge con una sorta di energia da non disturbare, e ci aiuta perfino a fare carriera. Ma ne vale la pena? Il gioco non vale assolutamente la candela.

Essere maleducati, infatti, oltre ai danni sulla salute provoca delle enormi perdite in termini di relazioni umane. Il cafone, prima o poi, finisce i solato, oppure è costretto a frequentare solo altri cafoni come lui. La villania azzera il fascino delle persone, le rende banali, fredde, talvolta insopportabili. E non aiuta qualsiasi forma di comunicazione autentica, se non quella ispirata alla logica di chi insulta di più. A forza di volgarità si diventa autistici, autoreferenziali, e ciò complica molto tutta la trama della nostra vita professionale e privata.

Dunque, essere educati non è una questione di morale, di etica o semplicemente di galateo. C’è altro. C’è una vera convenienza, un’utilità, in uno stile di vita che fa stare meglio. A ciascuno di noi, individualmente, ed a tutti insieme, come collettività.

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ESSERE GENTILI FA VIVERE MEGLIO

Mentre la maleducazione peggiora a 360 gradi la qualità della nostra vita, al contrario, la buona educazione, che significa innanzitutto essere sempre gentili (anche con chi in apparenza non lo merita…), ci consente di vivere meglio. Jamil Zaki, professore di Psicologia alla Stanford University e autore di diverse ricerche sugli effetti dell’empatia, ha dimostrato che l’altruismo ha molto pagato, in termini di relazioni umane e di lotta alla pandemia, durante la lunga stagione del Covid-19. Con una premessa: essere altruisti ci fa star bene, a condizione che di essere sinceri. L’ipocrisia non è concessa.

LIBRO SULLA MALEDUCAZIONE

In un bel libro scritto da Sergio Tramma (La maleducazione, edizioni Raffaello Cortina), docente di Pedagogia dell’università Milano-Bicocca, nel ricostruire i danni e gli sprechi che colpiscono un cafone, l’autore arriva a ricordare che i non-educati oggi sono degli “estranei”. Non hanno accesso a intere comunità, per esempio nel campo della formazione. sono ai margini di buone scuole e buone università. E fanno fatica a creare squadra, e quindi proficue relazioni, nel mondo del lavoro. Il problema del cafone non è solo quello di una mancanza di educazione, ma piuttosto la concreta e alta probabilità di essere ai margini di una società. Anche se magari ha un tenore di vita da super benestante.

PARADIGMI DI UN MIGLIORE STILE DI VITA:

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