Così gli elefanti sono diventati animali a rischio estinzione

Una strage quotidiana: ne vengono uccisi 55 esemplari al giorno. Una sola zanna, lunga 2-3 metri, può pesare fino a cinquanta chilogrammi

Anche gli elefanti, specie quelli africani, da qualche anno sono entrati nella zona grigia degli animali a rischio estinzione. I motivi di quella che può essere considerata una strage quotidiana (se ne uccidono 55 esemplari al giorno) sono due: la bramosia di denaro per accaparrarsi il prezioso avorio di questi animali e la deforestazione, che ha distrutto, in alcune parti del Pianeta il loro habitat naturale.

Specie di elefanti

L’elefante è il più grande mammifero vivente. Al momento si contano meno di mezzo milione di elefanti in tutto il mondo: 415 mila vivono in Africa e circa 60 mila in Asia. Di fatto le specie di elefanti sono tre: due vivono in Africa (elefante di savana, Loxodonta africana; e di foresta, Loxodonta cyclotis), e una in Asia (l’Elephas maximus), in particolare nella zona meridionale del continente e nel Sud Est asiatico, dall’India all’Indonesia. Tutte le specie sono a rischio estinzione.

Bracconaggio degli elefanti

Nonostante i vari divieti, gli elefanti sono sottoposti a un continuo e martellante bracconaggio. Non hanno tregua. Tutto parte dal commercio illegale dell’avorio e dall’enorme quantità di questo materiale della quale dispongono gli elefanti. Un esemplare maschio, che pesa fino a 5 tonnellate e raggiunge un’altezza di oltre 3 metri, può avere zanne d’avorio lunghe fino a 2-3 metri, e una sola arriva a pesare fino a 50 chilogrammi. Un vero tesoro. 

Perdita dell’habitat naturale

L’altro fattore che determina la strage degli elefanti, e il rischio estinzione, è la perdita del loro habitat naturale, ridimensionato dalla deforestazione. Gli elefanti hanno bisogno di spazi molto grandi dove possono crescere e nutrirsi, e quando non li hanno a disposizione, rischiano un rapido deperimento. 

Cosa mangia un elefante

Un elefante può mangiare fino a 150 chilogrammi di cibo in un solo giorno. Si nutre essenzialmente di vegetali: foglie, frutti, rami, radici e germogli. Tutto recuperato grazie alla lunghezza e alla potenza della proboscide, con la quale l’elefante riesce ad aspirare anche 12 litri di acqua alla volta. 

La gestazione

La gestazione dell’elefante dura 22 mesi (la più lunga degli animali terrestri), e il cucciolo, quando nasce, già pesa 100 chilogrammi, ed è in grado di accodarsi al branco. Gli elefanti, infatti, vivono in comunità, muovendosi in gruppo, dominate dalle femmine, e con a capo la più anziana, detta la “matrona”. Lo svezzamento dei cuccioli è molto lungo, dura circa tre anni, anche se l’elefante già dopo il terzo mese di vita è in grado di mangiare i vegetali. 

Come sopportano il caldo

Gli elefanti riescono a sopportare il grande caldo grazie alle gigantesche orecchie, che consentono di disperdere il calore del corpo. Una conferma di questo meccanismo arriva dal fatto che gli elefanti non sudano. Le dimensioni delle orecchie, la loro elevata vascolarizzazione, il continuo movimento, consentono all’elefante di raffreddare il sangue e abbassare la temperatura corporea. 

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