L’eleganza si vede anche al mare, quando tutti ci sentiamo più liberi di osare con l’abbigliamento. E l’eleganza ha sempre gli stessi, eterni canoni di fondo: semplicità, sobrietà, senso dell’estetica. Cose che servono anche a non sprecare la bellezza di una persona o di un luogo. Invece, proprio in estate, e in particolare al mare, spesso rompiamo qualsiasi canone dell’eleganza e precipitiamo in una inguardabile sciatteria. Frutto anche di una certa indifferenza nei confronti degli altri e della perdita del buongusto se non della più elementare decenza.
Ed ecco il popolo del “costume dappertutto”, che circola, magari con un semplice bikini o con un due pezzi, a torso nudo e senza lo straccio di un pantalone ovunque, come se fosse sempre in spiaggia. Siamo arrivati così alla necessità, da parte di molte amministrazioni comunali, di ricorrere alle multe per difendere il decoro e la decenza delle loro cittadine. I cafoni del mare non danno tregua con la loro arroganza. Bar, ristoranti, uffici pubblici, chiese: entrano ed escono dappertutto. E questi comportamenti non dipendono certo dal reddito, ci sono persone semplici che sanno essere sobrie, anche in estate; e persone ricche che si sentono autorizzate a girare semi-nudi come se fossero nel bagno di casa loro. Fino a costringere le amministrazioni locali a intervenire.
Indice degli argomenti
Eleganza al mare
Il rischio di essere cafoni in spiaggia
Questo non è un sito versione monsignor Della Casa, non siamo ossessionati dalle buone maniere, dalle mode del bon ton, e dalla liturgia di come ci vi veste, sempre, in modo elegante. Però siamo anche convinti che etica ed estetica siano due parallele, destinate a non incrociarsi mai, ma a stare insieme nei nostri stili di vita. In tutti i sensi, nel bene e nel male.
Per avere un’idea di quanto sto dicendo, date un occhio a quello che vedete al mare in materia di costumi. Allucinante. Mentre la pubblicità riduce sempre di più qualsiasi mistero del corpo della donna, ne fa carne punto e a capo, come se tutte le donne fossero prigioniere di qualche ricatto sessuale, sulle spiagge abbonda un abbigliamento che unisce nella cafonaggine uomini e donne.
Maleducazione al mare
Una delle 50 donne più belle del mondo, Cindy Crawford, ha avuto la sciagurata idea di posare, come testimonial, per una ditta di bikini, e ha scelto il pezzo peggiore: un modello micro, a stelle e strisce, i colori della bandiera americana. Un perizoma da spiaggia. Molte donne purtroppo la imitano in una fiera di frammenti di tessuto che scoprono, più che coprire, le parti più interessanti e più sexy di un corpo femminile. E giù con la fantasia dei colori: si va dal leopardato al fucsia fluorescente. Il bikini diventa sempre più piccolo, fino ad assumere le sembianze di un nuovo modello, il V-kini che non lascia nulla, neanche l’attimo di uno sguardo, alla fantasia di un ammiratore.
Sia chiaro: ognuno è libero di vestirsi come meglio crede. Non siamo in una caserma, e quindi se qualcuno preferisce alla pura e semplicità meravigliosa nudità di un corpo, gli ammiccamenti da pornoshop di un bikini davvero micro, cavoli suoi. Ma la donna deve sapere che ha tutto da perdere da questa deriva estetica. Specie se ha superato una certa età, e ha altre bellezze, oltre alla decrescente rotondità delle forme, da mostrare.
L’effetto pin-up è comprensibile e gratificante. Ma provate a guardare con un minimo di attenzione in più la scultorea bellezza femminile di una donna cinta nel suo costume pezzo unico. Vi farà tremare i polsi dal fascino, la guarderete non solo con interesse e con curiosità, ma anche con rispetto. Un pezzo intero semplice, con colori semplici, con taglio semplice. L’eleganza che si mostra in spiaggia.
Costumi cafoni
Quanto agli uomini, ne vedi alcuni e dici: poveracci. Si trascinano con una pancia tonda e vulcanica, ma pensano di essere erotici mostrandosi con un leggero costume Speedo, pezzi da bambini, o da adulti che sono restati, nella testa e nello stile, dei bamboccioni minorenni. Dai minislip si passa con altrettanta disinvoltura ai boxer enormi, imbottiti di fiori, multicolori, che servono a gonfiare muscoli e parti basse. Qui i testimonial per eccellenza del cattivo gusto sono i calciatori e gli ex calciatori: andrebbero tutti spediti a un corso di abbigliamento, a frequentare lezioni sul come vestire per andare a mare. Anche per l’uomo, come per la donna, ciò che conta, ciò che fa la differenza tra un costume e l’atro, è la sua sobrietà. Un sinonimo per eccellenza di classe naturale.
Cafoni in spiaggia
Infine, abbigliamento a parte, a completare il quadro dell’antiestetica, c’è l’abitudine di presentarsi in costume, specie nelle località marine, ovunque. Al bar o al ristorante quando si va a mangiare. In una piazzetta di una qualsiasi isola, non solo Capri. E da qui in chiesa, durante la messa, o in un giardino pubblico mentre si porta un bambino a prendere un gelato. Alcuni si intubano in questi enormi boxer, infilano le cip ciop ai piedi e così, con aria da vacanzieri perfetti per un film firmato Vanzina, vanno in giro per stazioni, porti e aeroporti. Il brutto non ha mai un limite, ed è un’immagine che si replica sempre, a qualsiasi ora, e dovunque.
Come essere eleganti al mare
Per essere eleganti al mare non è necessario seguire le indicazioni delle riviste di moda. Bastano gesti semplici ed essenziali. Il costume si usa per andare a mare, sulla spiaggia e in acqua. Punto. Non si circola dappertutto con box e slip, che possono permettersi soltanto le persone che hanno il fisico adatto. Stesso discorso per gli infradito. Anche se fa molto caldo non bisogna cedere alla tentazione di girare a torso nudo, che tra l’altro può costare un’insolazione. In spiaggia non si va con gli stivali e con il fondotinta molto marcato. Non siate trasandati con vestiti troppo sgualciti e rotti.
Come essere eleganti in spiaggia
(Photo credit immagine di copertina: Thierry Hebbelinck/Shutterstock.com)
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