Come ridurre le emissioni del settore agroalimentare: 10 soluzioni utili

Il mondo agroalimentare è responsabile del 30 per cento delle emissioni di gas serra. Bisogna ridurre gli sprechi e aumentare l'efficienza della produzione

Emissioni settore agroalimentare

Non basta ridurre l’uso dei combustibili fossili. Aumentare l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Cambiare i paradigmi nei trasporti e nell’industria. Il settore agroalimentare è responsabile di circa il 30% delle emissioni di gas serra, tra cui anidride carbonica, metano e ossidi di azoto. Dunque, ridurre le emissioni del settore agroalimentare è decisivo per il pianeta. Come? Attraverso alcune soluzioni possibili, a portata di tutti. Ecco dieci scelte che possono fare la differenza.

COME RIDURRE LE EMISSIONI DEL SETTORE AGROALIMENTARE

Percorrere un’unica strada non basta, è necessario agire su più fronti. E anche noi possiamo contribuire, nel nostro piccolo, al cambiamento. Con scelte più responsabili e consapevoli. Ecco quindi 10 consigli per ridurre le emissioni di questo settore.

AUMENTARE L’EFFICIENZA AGRICOLA

Aumentare l’efficienza agricola significa agire su più fronti. Migliorando, per esempio, la difesa fitosanitaria. Diminuendo i fertilizzanti e l’impiego di acqua per ridurre gli sprechi. Per riuscirci è importante puntare sull’innovazione, diminuendo l’impatto ambientale e i costi produttivi.

RIDURRE GLI SPRECHI ALIMENTARI

Sprechiamo moltissimo cibo e anche se non ce ne rendiamo conto, questo fenomeno è gravissimo. Ridurre gli sprechi è quindi fondamentale ma come riuscirci? Nel nostro piccolo possiamo, per esempio, fare una spesa più calcolata e meno istintiva, riutilizzare gli avanzi, condividere eventuale cibo di troppo con amici, parenti, vicini, privilegiare prodotti di stagione, controllare le date di scadenza degli alimenti per assicurarci di consumarli entro i tempi.

FARE CRESCERE LE RESE AGRICOLE

Emissioni settore agroalimentare

Per far crescere le rese agricole riducendo gli sprechi, a tutto vantaggio sia dell’ambiente che delle nostre tasche, si sta sempre più puntando sulla cosiddetta agricoltura di precisione. Le produzioni agricole vengono così gestite dalla tecnologia grazie all’ausilio di mappe digitali, droni, sistemi computerizzati. Che permettono di tenere sotto controllo i vari aspetti, dall’utilizzo dei fertilizzanti a quello dell’acqua.

INCENTIVARE L’ALIMENTAZIONE CON POCHI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE

È ormai risaputo che gli allevamenti di bestiame produce la gran parte delle emissioni. Va da sé che la riduzione del consumo di alimenti di origine animale potrebbe aiutare a diminuirle. E vanno quindi incentivate le alternative. Meno carne rossa e più proteine vegetali.

SUGGERIRE UN LIMITE AL CONSUMO DI CALORIE PRO-CAPITE

L’eccessivo apporto calorico non è correlato soltanto a problemi di salute e di obesità ma anche agli sprechi. Basti pensare che nei paesi che consumano più calorie, tra i quali figurano gli Usa, circa un quarto del cibo non viene consumato ma gettato via. Consigliare un consumo di calorie pro-capite potrebbe aiutare la popolazione a mangiare meno (e meglio) ma anche a ridurre gli sprechi alimentari, a tutto vantaggio dell’ambiente.

SOSTITUIRE TRATTORI E MIETITREBBIE CON MEZZI GREEN

Trattori green

Un’altra soluzione consigliata consiste nel rimpiazzare gli attuali trattori e mietitrebbie con mezzi green che impieghino combustibili a emissioni zero.

UTILIZZARE TECNICHE DI FECONDAZIONE MIGLIORI

L’utilizzo di nuove tecniche di fecondazione nelle risaie potrebbe a sua volta migliorare la situazione, portando a una riduzione delle emissioni di metano. Che al momento sono molto alte per via dei batteri presenti nelle acque.

SOSTITUIRE I FERTILIZZANTI CON ALTERNATIVE PIU SOSTENIBILI

Una delle alternative sostenibili nell’ambito dei fertilizzanti è l’ammoniaca green, totalmente rinnovabile e priva di carbonio. Prodotta con idrogeno e azoto.

AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA NEI CONSUMATORI

È molto importante che un numero crescente di consumatori si renda conto dell’impatto dei prodotti che acquista perché senza consapevolezza, il cambiamento diventa più difficile. Ed è quindi importante parlarne.

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