Emma Beddington ha provato a vivere un mese senza plastica, ma dopo due settimane ha dovuto cedere

La giornalista inglese ha scoperto che anche gli oggetti più semplici e di largo consumo, come il pane e la carta igienica, sono sempre in vendita avvolti nella plastica.

Emma Beddington

Ci sono esperimenti sul campo che valgono più di qualsiasi analisi statistica o indagini scientifiche. Come nel caso della giornalista del quotidiano inglese The Guardian, Emma Beddington, che ha provato a vivere un mese intero senza mai utilizzare la plastica e documentando il suo percorso ogni settimana.

Durante la prima settimana usa i negozi per la spesa alla spina, che già conosce, e così acquista prodotti per la pulizia, detersivi, gel doccia, frutta secca e legumi. Pane, latte e verdure li prende al mercato e senza involucri, eliminando le vaschette con le quali i supermercati in Inghilterra vendono la frutta e le verdure. 

Ma già dopo la settimana, e nonostante la buona volontà di Emma, sono iniziati i problemi. Primo: la donna si è accorta che, per quanto gli acquisti fossero sfusi, poi in casa comunque finivano in contenitori di plastica, presenti dappertutto in cucina e in dispensa. Secondo: andare a caccia di prodotti sufi, dallo shampoo al balsamo, dall’ammorbidente al dentifricio, secondo le testuali parole della giornalista inglese, è “un percorso scomodo e faticoso”. Terzo. È raro, se non impossibile, riuscire a trovare confezioni di alcuni prodotti, come la carta igienica e persino il pane, privi dell’imballaggio della plastica. Quarto: è bastato un acquisto frettoloso, del ghiaccio che improvvisamente mancava mentre attendeva degli amici per un drink, ed Emma è stata costretta a cedere alla spesa di una confezione di ghiaccio con la plastica. 

Conclusione: i nostri stili di vita sono così intrecciati, tutti i giorni, con il consumo della plastica, che risulta impossibile rinunciarci, anche quando ci sono le migliori intenzioni per farlo. Forse è il caso, in questa fase storica, di iniziare a essere più realisti, e partire, magari, con una riduzione della plastica. Graduale, ma molto efficace, e meno faticosa. 

Nell’immagine di copertina: Emma Beddington (fonte: The Guardian)

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