Fast food per i poveri, dove un cuoco russo cucina anche per i profughi ucraini

La storia a Caltanissetta, dove alle 700 famiglie indigenti della zona si sono aggiunte quelle in fuga dalla guerra. A Equo Food si mangia con un euro

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Per combattere la povertà e allo stesso tempo ridurre gli sprechi servono anche piccole postazioni, molto utili se sono ben costruite sul territorio. È il caso di quanto è stato fatto a Caltanissetta, dove ogni giorno, tranne il lunedì è attivo un fast food molto speciale: a disposizione dei poveri. Come gli empori solidali per l’abbigliamento.

EQUO FOOD

Il nome, Equo Food, richiama un’idea di giustizia sociale abbinata anche al cibo, attorno al quale invece si consumano enormi sprechi mentre quasi un miliardo di persone, e non solo nel Sud del mondo, soffrono la fame. Al netto della retorica, Equo food funziona così: tutte le persone in stato di necessità possono recarsi in via Amari, nel quartiere Petronilla e mangiare nel locale gestito da volontari. Il costo è simbolico, 1 euro a pasto. Il servizio funziona dalle 14 alle 16 ed è organizzato in modo da distribuire oltre 150 pasti al giorno.

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CHI AIUTA EQUO FOOD

A parte i volontari impegnati in prima linea nel progetto Equo Food, tutti possono dare il loro contributo all’iniziativa. Donando eccedenze di cibo che andrebbero sprecate o anche intervenendo direttamente con qualche aiuto finanziario.

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UCRAINI SFAMATI DA UN CUOCO RUSSO

Nel locale Equo Food, che nasce anche grazie al lavoro della Croce Rossa ed a un contributo della Regione Sicilia, non potevano non arrivare i profughi ucraini, oltre ad alcune delle 700 famiglie indigenti di Caltanissetta. Ed a cucinare i piatti ai profughi ucraini c’è Dimitri Ruvolo, anche lui profugo, arrivato in Italia quando aveva 6 anni. E Dimitri è russo, ben contento questa volta di stare dalla parte degli ucraini.

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Dimitri Ruvolo

Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook di Equo Food

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