EREDITÀ IN BENEFICIENZA
Tutti noi viviamo senza mai pensare alla morte come fossimo immortali. Fino a quando la malattia o una disgrazia non ci tocca da vicino e a quel punto c’è chi si spaventa e si rinchiude dentro la propria tana e chi pensa al futuro, magari non al suo ma a quello di chi verrà dopo di lui. È esattamente quello che ha fatto Renato Giuliani che, dopo 97 anni di vita vissuta al massimo e un’azienda di successo tirata su dal nulla, ha deciso prima di andarsene di lasciare indicazioni precise nel suo testamento. Rimasto vedovo all’età di 93 anni e senza figli, infatti, ha deciso di donare ben 7 milioni di euro a una decina di associazioni di volontariato e ricerca della sua città, Varese. Quei soldi, proprio come aveva sperato, serviranno a costruire un futuro migliore per chi è stato meno fortunato di lui. Nello specifico contribuiranno a rifare da cima a fondo gli arredi dell’ospedale pediatrico “Filippo Del Ponte” di Varese, ma anche per acquistare ambulanze, pagare ricerche sul cancro e sostenere iniziative sociali e culturali.
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RENATO GIULIANI
Il signor Renato è morto ricco ma la sua ascesa è stata tutt’altro che facile. Dopo un breve periodo di studio, infatti, è parti come soldato nella Seconda guerra mondiale, durante la quale è rimasto prigioniero in un campo di lavoro in Germania. Da li però è ricominciata la risalita. Una vota finito il conflitto, infatti, è tornato in Italia e insieme ai fratelli ha fondato un’azienda di macchinari industriali (la Ficep) che lui stesso progettava e che oggi ha sedi in mezzo pianeta. Dopo qualche decennio, però, si allontana dalla sua creatura e ha fondato una nuova azienda di materie plastiche, dove ha lavorato finché le forze lo hanno assistito.
LASCITI IN BENEFICENZA
Nonostante una vita piena di successi, quando è morta la moglie, compagna fedele di un’intera vita, ha cominciato a interrogarsi su che cosa sarebbe rimasto di lui non avendo una discendenza diretta. Così si è informato su quali fossero a Varese le realtà del volontariato di cui potersi fidare. Dopo una fase di studio e una profonda meditazione ha deciso di predisporre le donazioni. Un gesto che non ha creato risentimento nei parenti vicini che anzi l’hanno considerato un lascito alla comunità di assoluta grandezza. Da imprenditore navigato qual era, però, anche per questo gesto di generosità è stato molto selettivo. Prima di accordare il finanziamento, infatti, ha voluto assicurarsi che i beneficiari avessero un progetto, che lavorassero nel sociale e preferibilmente della zona di Varese. Il suo modo per lasciare un segno e continuare a costruire il futuro della sua terra.
La foto di copertina immortala Renato Giuliani in uno scatto d’epoca (Nanopress)
LASCIARE UN SEGNO TANGIBILE AIUTANDO CHI È MENO FORTUNATO
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