L’ernia addominale consiste nella fuoriuscita di un viscere, o di una sua parte, dalla cavità addominale che lo contiene. Ogni anno, circa 220,000 italiani subiscono interventi chirurgici per correggere questa condizione, che spesso richiede un approccio chirurgico minimamente invasivo per prevenire complicazioni gravi.
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CAUSE
L’origine di un’ernia addominale spesso si nasconde in una combinazione insidiosa di pressione e debolezza: da un lato la pressione interna che si eleva, dall’altro una parete addominale non sufficientemente resistente. Questa debolezza può essere presente sin dalla nascita, come accade nelle ernie ombelicali nei neonati, o svilupparsi nel tempo a causa di fattori come l’età avanzata, interventi chirurgici precedenti o lesioni fisiche che indeboliscono i tessuti.
I fattori di rischio sono vari e si intrecciano spesso con le abitudini di vita quotidiane e le condizioni di salute. L’obesità, per esempio, incrementa notevolmente la pressione addominale, un rischio condiviso anche dalla gravidanza e dal sollevamento continuo di pesi. Altri fattori includono condizioni come la tosse cronica o la costipazione, che aumentano la pressione intra-addominale, e il fumo di sigaretta, che danneggia la qualità del tessuto connettivo, rendendo così le pareti addominali più vulnerabili.
È da tenere in conto che con l’avanzare dell’età, la forza e l’elasticità dei tessuti tendono a diminuire, aumentando il rischio di sviluppare ernie in punti di minore resistenza della parete addominale, anche in assenza di altri fattori di rischio.
TIPI DI ERNIA ADDOMINALE
L’ernia addominale può manifestarsi in diverse forme, ognuna con caratteristiche specifiche. Le ernie inguinali rappresentano il tipo più comune negli adulti e si verificano quando una parte dell’intestino o del tessuto adiposo fuoriesce attraverso un punto debole nei muscoli inguinali. Le ernie ombelicali sono più frequenti nei neonati e nei bambini piccoli e si localizzano intorno all’ombelico, tendendo spesso a risolversi spontaneamente entro i primi anni di vita.
Un altro tipo di ernia è caratterizzato dall’ernia femorale, anche nota come ernia crurale. Questa è più comune nelle donne, specialmente quelle che sono andate incontro a più gravidanze, dove il tessuto erniato emerge attraverso il canale femorale.
L’ernia di Spigelio, meno comune, si sviluppa lungo il margine del muscolo retto dell’addome, noto per essere un’area di potenziale debolezza strutturale.
Un altro tipo di ernia è la laparocele (ernia incisionale): Questa ernia si sviluppa nel punto in cui vi era stata una precedente incisione chirurgica. Le debolezze nella parete addominale causate dalla chirurgia possono portare a questa complicazione, che può apparire mesi o anni dopo l’intervento.
Mentre, l‘Ernia epigastrica è localizzata tra l’ombelico e lo sterno ed emerge lungo la linea mediana dell’addome. È causata da un indebolimento della linea alba, la linea di tessuto connettivo che corre al centro dell’addome.
Per maggior completezza, le ernie possono essere classificate anche in base alla loro storia clinica, differenziandosi in:
- Ernie primitive: sono quelle non precedentemente sottoposte a chirurgia, in genere, la prima che si manifesta.
- Ernie recidive: si riferiscono a quelle che ricompaiono dopo un intervento chirurgico.
Questa classificazione è essenziale per il piano di trattamento, poiché le ernie recidive possono presentare sfide chirurgiche maggiori.
SINTOMI
L’ernia addominale può manifestarsi attraverso un numero ampio di sintomi, che possono variare notevolmente in intensità a seconda del tipo di ernia e della sua localizzazione. Riconoscere i segnali che il corpo invia è fondamentale per un tempestivo intervento medico. Ecco un elenco dei sintomi più comuni:
- Rigonfiamento o sporgenza visibile: Uno dei segnali più evidenti di un’ernia è la presenza di un rigonfiamento nella zona addominale o inguinale. Questa sporgenza può diventare più evidente quando la persona sta in piedi o durante lo sforzo e può rientrare quando si è in posizione sdraiata.
- Dolore o fastidio: Il dolore associato a un’ernia può variare da una lieve sensazione di fastidio a un dolore acuto, particolarmente durante movimenti che aumentano la pressione addominale come la tosse, il riso, o il sollevamento di pesi. Il dolore può essere localizzato o irradiarsi verso aree circostanti.
- Bruciore locale quando si trascorre troppo tempo in piedi.
- Sensazione di pesantezza o pressione: Molte persone con un’ernia riferiscono una sensazione di pesantezza o pressione nella zona dell’ernia, che può peggiorare alla fine della giornata o dopo periodi prolungati di attività.
- Sintomi gastrointestinali: In alcuni casi, particolarmente quando l’ernia coinvolge un tratto intestinale, possono emergere sintomi come nausea, vomito, o difficoltà a defecare, indicando potenziali complicazioni.
- Alterazioni della funzionalità intestinale: Se l’ernia diventa incarcerata o strozzata, può compromettere la funzionalità intestinale, portando a sintomi di ostruzione come gonfiore addominale, stitichezza o, al contrario, diarrea.
Questi sintomi non sono esclusivi e possono variare significativamente da paziente a paziente; pertanto, qualsiasi sospetto o persistenza di questi segni dovrebbe spingere a una consulenza medica. La diagnosi tempestiva è essenziale per evitare complicazioni gravi.
DIAGNOSI
La diagnosi di un’ernia addominale si basa su una combinazione di valutazione clinica e strumentale per confermare la presenza e determinare la natura specifica dell’ernia. Il processo inizia generalmente con un esame fisico dettagliato e può essere supportato da tecniche diagnostiche più avanzate:
- Esame Fisico: Durante la visita medica, il medico eseguirà un esame fisico che include l’osservazione e la palpazione dell’area interessata. I pazienti potrebbero essere chiesti di tossire o di spingere mentre il medico sente l’area per verificare se vi è una sporgenza che si può spostare o ridurre.
- Ecografia: Questo esame indolore utilizza onde sonore per creare immagini degli organi interni e può aiutare a identificare la presenza e il tipo di tessuti coinvolti nell’ernia. L’ecografia è particolarmente utile per osservare le ernie sovrafficiali e distinguere tra diversi tipi di contenuto erniario.
- Tomografia Computerizzata (TAC): La TAC può essere utilizzata per fornire immagini dettagliate dell’ernia, specialmente in casi complicati o quando si sospettano complicazioni come l’incarcerazione o lo strozzamento dell’ernia. Questa tecnica è efficace nell’offrire una visione completa della struttura dell’ernia e delle sue relazioni con i tessuti circostanti.
- Risonanza Magnetica (RM): Sebbene meno comune, la risonanza magnetica può essere richiesta in situazioni specifiche dove si necessita di una visualizzazione dettagliata dei tessuti molli, come nel caso di ernie complesse o recidive per pianificare un intervento chirurgico.
Questi strumenti diagnostici, combinati con la valutazione clinica, consentono al medico di stabilire il miglior piano di trattamento possibile per il paziente.
RIMEDI
Per gestire i sintomi dell’ernia addominale e migliorare la qualità della vita, esistono alcuni rimedi non chirurgici:
- Supporti addominali: Corsetti o fasce erniarie possono fornire supporto, riducendo la pressione sulla zona interessata e aiutando a mantenere l’ernia in posizione, soprattutto durante attività fisiche.
- Modifiche dello stile di vita: Mantenere un peso corporeo sano attraverso una dieta equilibrata e attività fisica regolare può aiutare a prevenire l’aumento della pressione addominale. Evitare il sollevamento di carichi pesanti è anche fondamentale.
- Gestione del dolore: L’applicazione di ghiaccio o calore può alleviare il dolore, così come l’uso moderato di analgesici da banco, sempre sotto controllo medico.
Questi rimedi possono fornire un sollievo temporaneo e sono utili in attesa di un intervento o per ernie non complicate.
CURE E TRATTAMENTI
Le uniche soluzioni che possono risolvere definitivamente un’ernia addominale sono i trattamenti chirurgici. Esistono tre principali approcci chirurgici per il trattamento delle ernie addominali, ciascuno adatto a differenti esigenze e condizioni del paziente:
- Chirurgia Open (in Aperto): Questo metodo tradizionale prevede una incisione attraverso la quale il chirurgo può accedere direttamente all’ernia per riposizionare i tessuti fuoriusciti e rinforzare la parete addominale. Questo approccio è spesso utilizzato per ernie di grande dimensione o complicate.
- Chirurgia Laparoscopica: Un approccio minimamente invasivo che utilizza piccole incisioni e strumenti speciali, inclusa una telecamera, per riparare l’ernia con minore dolore e un recupero più rapido rispetto alla chirurgia open. È particolarmente indicato per pazienti che necessitano di tempi di recupero ridotti.
- Chirurgia Robotica: Simile alla laparoscopia ma con l’aggiunta di una piattaforma robotica che aumenta la precisione del chirurgo durante l’intervento. Questo metodo combina i vantaggi della chirurgia minimamente invasiva con un’elevata precisione tecnologica, utilizzabile anche per ernie complesse o recidive.
L’obiettivo di questi interventi è richiudere la parete addominale che ha ceduto, spesso utilizzando protesi speciali. Queste reti non sono suturate ma impiantate con colle biocompatibili che riducono il rischio di complicazioni post-operatorie, come il rigetto o l’infezione. La scelta dell’approccio chirurgico dipende dalle caratteristiche dell’ernia, dalle condizioni generali del paziente e dall’esperienza e preferenza del chirurgo.
Questi interventi, pur essendo i più efficaci per la risoluzione dell’ernia, richiedono una valutazione attenta del paziente e un’adeguata preparazione pre-operatoria per minimizzare i rischi e garantire il miglior esito possibile.
COMPLICAZIONI
Le ernie addominali, se non trattate adeguatamente, possono portare a complicazioni serie, che richiedono interventi urgenti e possono incrementare il rischio di conseguenze a lungo termine per la salute del paziente.
- Ernia strozzata: Una delle complicazioni più gravi, l’ernia strozzata si verifica quando il flusso di sangue al tessuto erniato viene interrotto. Questo può causare la morte del tessuto (necrosi) e condurre a una situazione di emergenza medica che richiede un intervento chirurgico immediato per prevenire ulteriori danni, incluso il rischio di sepsi.
- Ernia incarcerata: Si verifica quando un’ernia non può essere ridotta o spinta indietro nella cavità addominale. Questo può causare dolore acuto e problemi gastrointestinali come ostruzione intestinale, che si manifestano con sintomi come gonfiore addominale, nausea, vomito e impossibilità di evacuare o emettere gas.
- Dolore e discomfort persistente: Anche in assenza di complicazioni acute, un’ernia può causare dolore cronico e discomfort che interferiscono con le attività quotidiane e possono peggiorare nel tempo, influenzando significativamente la qualità della vita del paziente.
- Rischi post-operatori: Ogni intervento chirurgico comporta rischi di complicazioni, come infezioni, reazioni alla anestesia, e complicazioni legate all’uso delle protesi come il rigetto o l’infezione. La gestione post-operatoria è cruciale per minimizzare questi rischi e assicurare una completa guarigione.
PREVENZIONE
Per prevenire l’insorgenza o l’aggravamento delle ernie addominali, alcune pratiche possono essere adottate come parte di uno stile di vita sano:
- Mantenere un peso normale: L’obesità aumenta la pressione interna nell’addome, quindi mantenere un peso corporeo salutare attraverso una dieta equilibrata e regolare attività fisica è essenziale.
- Evitare sollevamenti pesanti: Quando si sollevano oggetti pesanti, è importante usare la tecnica corretta, piegando le ginocchia e mantenendo la schiena dritta per minimizzare la pressione sull’addome.
- Gestire la costipazione: Assicurarsi una dieta ricca di fibre, bere abbondante acqua e fare esercizio regolarmente può aiutare a prevenire la costipazione, che può aumentare la pressione addominale e rischiare di provocare un’ernia.
Adottando queste misure preventive, si può ridurre significativamente il rischio di sviluppare un’ernia addominale o di complicazioni associate a un’ernia esistente.
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