Esami inutili: una Tac su quattro non serve

Medici poco rigorosi. Regioni generose e sprecone. E così abbiamo quaranta milioni di esami radiologici in un solo anno. Mentre le liste d'attesa..

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ESAMI MEDICI INUTILI

Una prestazione sanitaria su quattro, stiamo parlando di risonanze, tac, esami radiografici, è inutile. Assolutamente inutile. Ciò comporta uno spreco, calcolato dal ministero della Salute e non da qualche agguerrita associazione dei consumatori, pari a 13 miliardi di euro l’anno. Soltanto le risonanze inutili, 1 milione su 5 milioni svolte ogni anno, una volta eliminate consentirebbero di  recuperare 165 milioni di euro l’anno. Stesso discorso per le Tac: se ne fanno 3,8 milioni l’anno e almeno il 10 per cento sono del tutto sprecate. Al costo di ogni singola prestazione bisogna poi aggiungere il tempo di lavoro del personale, che spesso viene distratto da incarichi urgenti.

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ESAMI INUTILI RICERCA UNIVERSITA’ DI MILANO

Una ricerca dell’università di Milano arriva a conclusioni scandalose sullo spreco delle prescrizioni inutili in Italia: le risonanze di troppo sono circa 700 mila (più del 20 per cento del totale), le ecografie dell’addome inutili sono 680 mila e 300 mila risonanze articolari sono giudicate non necessarie. In questa febbre di analisi e indagini, la spesa per gli esami radiologici eseguiti dai privati ha sfondato il tetto dei 3 miliardi di euro (3,1 miliardi, per la precisione). E c’è anche un effetto climatico. I ricercatori milanesi hanno confrontato risonanze ed esami con quelle di altri 7 paesi dell’area G20 e sono arrivati alla conclusione che se l’Italia facesse lo stesso numero di esami per mille abitanti dell’Australia, un paese decisamente rigoroso in termini di diagnostica, avremmo una microproduzione di 4mila tonnellate di CO2 solo per l’elettricità consumata per questo tipo di indagini.

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