Pomodori, fine degli imbrogli. Adesso è obbligatoria l’etichetta che indica il paese di provenienza e quello di trasformazione

Siamo invasi da pomodori e derivati cinesi. Oltre 86 milioni di chili l'anno. Un danno enorme per i consumatori: ogni italiano acquista in media 30 chili di passate all'anno. E un danno enorme per le 7mila imprese del settore. Ma con l'etichetta cambia tutto

POMODORI CONTRAFFATTI

ETICHETTA POMODORI

Ci salveranno le etichette dalle continue truffe che subiamo ogni volta che acquistiamo pomodori e derivati? Speriamo. Intanto c’è una novità che riguarda tutti noi consumatori e non possiamo ignorarla: da quest’anno entra in vigore una legge che impone l’etichetta su questo straordinario prodotto della filiera agroalimentare made in Italy.

L’etichetta, dopo anni di battaglie e di resistenze, dovrebbe fare chiarezza innanzitutto su due punti: il paese di provenienza del pomodoro che andiamo ad acquistare e il paese dove poi è stato trasformato. Inoltre ci sarà una differenza, sempre ben marcata nell’etichettatura, tra i prodotti dei paesi dell’Unione europea e quelli extra Europa.

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ETICHETTA PAESE DI PROVENIENZA POMODORI

La speranza è che con questo provvedimento si possa dare un colpo frontale all’industria della contraffazione dei pomodori e si possa fare chiarezza su ciò che compriamo. Negli ultimi anni siamo stati invasi dai pomodori importati, senza che i consumatori fossero informati in modo corretto. Provenienti in particolare da tre paesi: Stati Uniti, Cina e Spagna. Non solo pomodori, ma anche derivati, dal concentrato alle varie salse

A forza di crescere con volumi a 2 cifre ogni anno, siamo arrivati a 86 milioni di chili di pomodori arrivati dalla Cina (quelli ufficiali, poi c’è tutto il giro dell’import a nero). Mentre i nostri, made in Italy, finiscono al macero oppure vengono venduti a prezzi stracciati per la bassa domanda sul mercato.

POMODORI CONTRAFFATTI

Gli italiani, giustamente, vanno matti per il pomodoro. Soltanto di passate, nel nostro paese ne consumiamo 30 chili a testa ogni anno: un numero enorme. Perché, dunque, ritrovarsi con una passata cinese quando abbiamo pensato di acquistare un prodotto genuino made in Italy? 

Quanto ai produttori, il danno è enorme. Abbiamo 500 specie di pomodori italiani, tra le quali eccellenze protette come il famoso San Marzano.E abbiamo un sistema integrato con 7mila imprese del settore. Con un doppio record. Siamo i primi in Europa per produzione, e la qualità del nostro pomodoro, specie quelli prodotti nelle regioni meridionali, non ha concorrenti. Da nessuna parte. Ma siamo i primi in Europa anche per contraffazioni, con un mercato ormai molto inquinato. Quindi, siamo tutti avvisati: adesso c’è l’etichetta che sui pomodori ci dice la verità al momento in cui paghiamo il conto per acquistarli. 

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