ETICHETTA POMODORI
Ci salveranno le etichette dalle continue truffe che subiamo ogni volta che acquistiamo pomodori e derivati? Speriamo. Intanto c’è una novità che riguarda tutti noi consumatori e non possiamo ignorarla: da quest’anno entra in vigore una legge che impone l’etichetta su questo straordinario prodotto della filiera agroalimentare made in Italy.
L’etichetta, dopo anni di battaglie e di resistenze, dovrebbe fare chiarezza innanzitutto su due punti: il paese di provenienza del pomodoro che andiamo ad acquistare e il paese dove poi è stato trasformato. Inoltre ci sarà una differenza, sempre ben marcata nell’etichettatura, tra i prodotti dei paesi dell’Unione europea e quelli extra Europa.
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ETICHETTA PAESE DI PROVENIENZA POMODORI
La speranza è che con questo provvedimento si possa dare un colpo frontale all’industria della contraffazione dei pomodori e si possa fare chiarezza su ciò che compriamo. Negli ultimi anni siamo stati invasi dai pomodori importati, senza che i consumatori fossero informati in modo corretto. Provenienti in particolare da tre paesi: Stati Uniti, Cina e Spagna. Non solo pomodori, ma anche derivati, dal concentrato alle varie salse.
A forza di crescere con volumi a 2 cifre ogni anno, siamo arrivati a 86 milioni di chili di pomodori arrivati dalla Cina (quelli ufficiali, poi c’è tutto il giro dell’import a nero). Mentre i nostri, made in Italy, finiscono al macero oppure vengono venduti a prezzi stracciati per la bassa domanda sul mercato.
POMODORI CONTRAFFATTI
Gli italiani, giustamente, vanno matti per il pomodoro. Soltanto di passate, nel nostro paese ne consumiamo 30 chili a testa ogni anno: un numero enorme. Perché, dunque, ritrovarsi con una passata cinese quando abbiamo pensato di acquistare un prodotto genuino made in Italy?
Quanto ai produttori, il danno è enorme. Abbiamo 500 specie di pomodori italiani, tra le quali eccellenze protette come il famoso San Marzano.E abbiamo un sistema integrato con 7mila imprese del settore. Con un doppio record. Siamo i primi in Europa per produzione, e la qualità del nostro pomodoro, specie quelli prodotti nelle regioni meridionali, non ha concorrenti. Da nessuna parte. Ma siamo i primi in Europa anche per contraffazioni, con un mercato ormai molto inquinato. Quindi, siamo tutti avvisati: adesso c’è l’etichetta che sui pomodori ci dice la verità al momento in cui paghiamo il conto per acquistarli.
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