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COSMETICI CERTIFICATI
Leggere e decifrare le etichette dei cosmetici non è un’impresa semplice. Non ci si limita alle difficoltà riscontrabili nell’interpretazione dell’INCI, denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti dei cosmetici. In materia di etichettatura, c’è un ulteriore aspetto con cui i consumatori devono confrontarsi: le certificazioni private rilasciate dagli enti accreditati. Un requisito che dovrebbe aiutare a fare chiarezza ma che spesso si converte in una fonte di maggiore confusione. Bollini, simboli, scritte, affollano le etichette, complicando le decisioni d’acquisto. Per poter compiere una scelta di consumo consapevole e utile diviene perciò essenziale imparare a interpretare la marea di loghi stampati sui cosmetici, partendo da un’attenta documentazione.
ETICHETTE DEI COSMETICI
Attualmente circa il 45 per cento dei cosmetici disponibili sul mercato è certificato. Le certificazioni riguardano i prodotti biologici e/o naturali, abbracciando anche finalità di carattere etico, come l’impegno da parte delle aziende produttrici sul fronte del rispetto ambientale.
Per far sì che un cosmetico ottenga una particolare certificazione che indichi sull’etichetta determinate caratteristiche, l’azienda produttrice deve rivolgersi a un ente accreditato a certificare lo specifico requisito richiesto. L’ente certificatore è costituito da esperti che controllano la corrispondenza effettiva del prodotto ai criteri della certificazione in oggetto, prima di autorizzare o meno l’applicazione del rispettivo bollino.
STANDARD DI CERTIFICAZIONE
Pur rappresentando nelle intenzioni un valore aggiunto, va detto che le certificazioni determinano costi notevoli per le aziende produttrici. Come se ciò non bastasse, il risultato per il consumatore non è sempre efficace e immediato. Si assiste a una moltiplicazione dei metodi di certificazione, derivante dall’assenza in Europa di standard riconosciuti da una legge dedicata. A differenza della produzione biologica alimentare che è disciplinata dal Regolamento (CE) N. 834/2007 del Consiglio, attualmente non esiste infatti una definizione normativa ufficiale per i cosmetici naturali e biologici. I vari standard di certificazione sono frutto di regolamentazioni private che possono variare. Il caos, insomma, regna sovrano. Con un evidente spreco di denaro, per le aziende, e di tempo prezioso per i consumatori, che si trovano a decifrare una babele di bollini di non facile interpretazione, potendosi affidare al solo giudizio non “ufficiale” di enti certificatori privati.
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CERTIFICAZIONE DEI COSMETICI NATURALI E BIO IN EUROPA
COSMOS e NATRUE sono i principali standard utilizzati per la certificazione dei cosmetici naturali e biologici in Europa, a cui si affiancano altri metodi certificativi. Segue un elenco dei più noti.
- Certificazione cosmetica secondo lo standard COSMOS
Lo standard COSMOS (Cosmetic Organic Standard) è stato sviluppato da un gruppo di certificatori europei: Bubdesverband Deutscher Industrie und Handelsunternehmen (BDIH) per la Germania, l’Association Professionnelle de Cosmetique Ecologique et Biologique (COSMEBIO) e l’Organisme de Controle et de Certification (Ecocert) per la Francia, l’Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale (ICEA) per l’Italia e la Soil Association per il Regno Unito. Nel novembre del 2008, i vari enti hanno fondato l’Association Internationale Sans But Lucratif (AISBL), un’associazione internazionale senza scopo di lucro con sede in Belgio, collaborando alla definizione di requisiti comuni per i cosmetici naturali e biologici.
Lo standard prevede due diversi livelli di certificazione: il “Cosmos Organic” e il “Cosmos Natural”. Per ottenere il marchio di certificazione “Cosmos Organic”, almeno il 20% del totale degli ingredienti deve essere biologico. Fanno eccezione i prodotti da risciacquo e i prodotti che contengono almeno l’80% di ingredienti di origine minerale. In questo caso, il limite scende al 10%. Nella formulazione devono inoltre risultare bio almeno il 95% degli ingredienti di derivazione agricola fisicamente trasformati. I cosmetici che, pur contenendo materie prime naturali nella formulazione, non raggiungono però livelli di biologico elevati, sono certificati con la dicitura “Cosmos Natural”. Per entrambi i tipi di certificazione, il calcolo del biologico esclude i minerali e l’acqua. Per ambedue i livelli, è vietato l’uso di materie prime derivanti da animali o piante che compaiono nelle Liste europee e internazionali delle specie protette. Secondo le regolamentazioni COSMOS non possono poi essere impiegati ingredienti che derivano da parti di animali vivi o macellati. È invece ammesso l’uso di miele, cera, latte o altre materie prime di origine animale che non derivino però dalla loro sofferenza o soppressione. Obiettivo finale dello standard COSMOS è di creare uno “sviluppo sostenibile”. - Certificazione cosmetica secondo lo standard NATRUE
La mission che si propone NATRUE è di “è di proteggere e promuovere la cosmesi naturale e biologica a beneficio dei consumatori di tutto il mondo.” Originariamente, i fondatori del marchio erano soci dell’Associazione tedesca di cosmetici naturali la cui nascita risale agli anni ‘90. Per dare una risposta alle aspettative e alle esigenze dei consumatori e dei produttori, i soci hanno deciso di lanciare una propria iniziativa internazionale, che nel 2008 ha portato alla creazione del marchio NATRUE. La certificazione prevede diversi passaggi. Nella prima fase viene valutato che tutte le materie prime siano di origine naturale e lavorate con metodi sostenibili. Nei due step successivi, si analizza la proporzione degli ingredienti che provengono da agricoltura biologica certificata. Lo standard prevede l’attribuzione di punteggi sulle etichette sotto forma di stelle, a seconda della quantità di materie prime biologiche e naturali presenti nel prodotto. - Bio Eco Cosmesi AIAB
È uno standard di proprietà dell’AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica). Il marchio indica l’adozione a livello produttivo di materie prime di alta qualità e a basso impatto ambientale. Lo standard garantisce anche l’assenza di materie prime considerate a rischio, ossia potenzialmente allergizzanti, irritanti o ritenute dannose per la salute dell’uomo. - Ecocert
Nato in Francia nel 1991, Ecocert certifica la biologicità e la naturalità di un prodotto, focalizzandosi principalmente sulla sua composizione: ingredienti, materie prime e formula. Per ottenere la certificazione Ecocert il 95% degli ingredienti di un prodotto deve essere naturale. Lo standard prevede anche il divieto di uso di materie prime animali estratte da animali vivi o morti. - Ecolabel UE
Istituito nel 1992 dal Regolamento n. 880/92 e attualmente disciplinato dal Regolamento (CE) n. 66/2010, Ecolabel UE è il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea (Ecolabel UE) che caratterizza prodotti che, pur garantendo elevati standard prestazionali, sono contraddistinti da un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita. La prestazione ambientale è valutata su base scientifica, tenendo conto della durata della vita media dei prodotti, della loro riutilizzabilità, della riduzione degli imballaggi e del loro contenuto di materiale riciclato.
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LE NUOVE CERTIFICAZIONI PER I COSMETICI
Il già complesso quadro delle certificazioni cosmetiche, negli ultimi anni si è arricchito di ulteriori standard, che seppur legati a tradizioni culturali specifiche, piacciono anche ai consumatori più rispettosi dell’ambiente. È il caso dello standard Halal e dello standard Kosher.
- Certificazione Halal
La certificazione Halal, con la quale si attesta che un prodotto sia conforme alla dottrina islamica, non riguarda solo i cosmetici ma anche i settori più svariati come quello agroalimentare, farmaceutico, finanziario e assicurativo. Tra i vari punti, lo standard prevede il divieto di usare derivati da suino e asino nella produzione di cosmetici, nonché dell’utilizzo di parti di animali come ossa, artigli o grassi vari. Nei prodotti Halal è anche proibito l’impiego di piante di specie protette. Per norme internazionali, l’ente certificatore deve essere di proprietà musulmana, con tecnici musulmani. - Certificazione Kosher
Il termine Kosher significa letteralmente “adatto”, “idoneo”, e si riferisce ad alimenti e a tutto ciò che può essere ingerito nel pieno rispetto delle leggi della religione ebraica. Tali regole sono estremamente rigorose perché riguardano la macellazione degli animali, la scelta dei cibi, la conservazione e la netta separazione tra carne e latte. Questa certificazione, rilasciata da organismi espressione dell’autorità rabbinica, è applicabile non solo agli alimenti ma a una vastità di prodotti, inclusi i cosmetici. L’uso dello standard sui cosmetici è libero perché non si tratta di prodotti che vengono ingeriti, ma l’aumento di bollini Kosher sulle etichette è in costante aumento. I maggiori utilizzatori di cosmetici Kosher non sono tanto gli ebrei quanto consumatori alla ricerca di uno stile di vita più sano possibile. Affinché un prodotto sia certificato Kosher, infatti, è necessario che soddisfi rigidi standard di qualità. Occorre inoltre che ogni ingrediente usato e tutte le procedure di produzione siano conformi alle leggi della Kasherut, inclusi il divieto di utilizzare animali proibiti, derivati ematici e derivati di carne e latte insieme. - Lo standard ISO 16128
Introdotto dall’ISO (International Organization for Standardization), la più importante organizzazione mondiale per la definizione di norme tecniche, è una delle più recenti novità in fatto di certificazione cosmetica. Partendo da basi scientifiche, la norma ISO 16128 nasce dall’esigenza di individuare delle linee guida per definire le caratteristiche degli ingredienti e dei prodotti commercializzati come cosmetici naturali e biologici, al fine di armonizzare i vari riconoscimenti e di promuovere una maggiore trasparenza. All’ISO 16128 possono fare riferimento gli enti privati che certificano i prodotti green e bio. La NATRUE ha tuttavia espresso delle perplessità sulla nuova norma, trovando la condivisione di molti operatori del settore. Tra gli aspetti più criticati allo standard ISO 16128 compare l’abbassamento delle soglie per la definizione di ingrediente naturale e di origine naturale, che permette di considerare naturali e biologici prodotti che non risulterebbero tali in base agli standard COSMOS e NATRUE. La nuova norma sembra perciò contraddirsi. Da un lato costituisce un tentativo di standardizzazione internazionale del concetto di cosmetico naturale e biologico. Dall’altro, si configura come un passo indietro rispetto alle regolamentazioni tecniche attualmente diffuse nel mercato, che sembrano più in linea con le aspettative del consumatore finale.
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