Un’intera linea di abiti sartoriali, di alto artigianato (ogni capo è unico), realizzata grazie al lavoro di donne vittime della violenza di genere, italiane e immigrate. Evalab è molto di più di un laboratorio, che tra l’altro recupera tessuti riciclati (comprese le sete di San Leucio) con un packaging a base di cartone recuperato, e dalla sua nascita (2020) ha dato assistenza e un’opportunità di lavoro a decine di donne, molte immigrate, disoccupate e maltrattate da uomini violenti. Un altro aspetto fondamentale di questa esperienza è il suo epicentro: il laboratorio sartoriale di Evalab, infatti, è allestito in una villa a Casal di Principe, in provincia di Caserta, confiscata alla famiglia Schiavone, la cupola del clan dei casalesi.
Cooperativa sociale Eva
<La domanda dei nostri abiti è andata alle stelle, e abbiamo importanti progetti di sviluppo…> racconta Daniele Santarpia, presidente della cooperativa sociale Eva che gestisce il laboratorio sartoriale, cura le collezioni e le sfilate per presentarle. Tra i prossimi traguardi ci sono i primi negozi monomarca con i capi di Evalab: sono previsti, per il momento, a Caserta, Napoli e Roma. E anche una linea di abbigliamento per bambini. Tutte le creazioni di Evalab si possono acquistare online attraverso il sito evalab.shop.it
Con le vendite di Evalab, e con il contributo di enti istituzionali come la Regione Campania, la cooperativa sociale Eva è riuscita ad aprire 5 centri anti-violenza e 3 case-rifugio, dando assistenza a circa 1.400 donne con i loro figli.
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Foto Apertura | Facebook Evalab
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