Un’intera fabbrica specializzata nel riciclo. In particolare delle capsule di caffè, delle quali ormai gli italiani sono diventati grandi consumatori. Siamo a Verderio, in provincia di Lecco, dove la Seruso riesce ogni anno a estrarre da questo rifiuto che arriva da un milione di cittadini della Brianza e della provincia di Lecco, circa 57 tonnellate di alluminio. Un piccolo tesoro di riciclo e un percorso che alleggerisce la catena dello smaltimento, evitando lo spreco di spazzatura, come i residui del caffè, abbandonata nei posti sbagliati.
FABBRICA PER IL RICICLO DELLE CAPSULE DI CAFFÈ
La Seruso è una società pubblica, controllata a sua volta della Silea SpA che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nella provincia di Lecco (80.5 per cento) e per la restante quota da altre aziende ambientali della Brianza e di Cavenago, in provincia di Milano.
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SERUSO RICICLO CAPSULE DI CAFFÈ
Come funziona il riciclo anti-spreco nella fabbrica della Seruso? A monte c’è una corretta raccolta curata dalla Nespresso e dal Cial, il Consorzio nazionale per gli imballaggi in alluminio.
Una volta che le capsule arrivano nella fabbrica di Verderio vengono trattate da un impianto a induzione magnetica per separare le capsule del caffè dai frantumi fini. Quelli dove si trova il prezioso alluminio.
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IMPIANTO HI-TECH PER IL RICICLO DELLE CAPSULE DI CAFFÈ
L’impianto hi-tech in provincia di Lecco è modernissimo e le sue potenzialità, se fosse replicato in altre zone d’Italia, sono enormi. Soltanto nei primi tre mesi del 2020, il mercato delle capsule per il caffè ha fatturato 114 milioni di euro, le cialde 16,7 milioni di euro. E ormai il 45 per cento del consumo di caffè avviene con le macchinette espresso.
Da un lato, quindi, c’è il rischio di un enorme spreco, in quanto capsule e cialde a differenza dei fondi di caffè, che possono diventare ottimo concime per le piante in giardino o in terrazza, non sono adatte al riciclo. Dall’altro versante c’è invece un’importante opportunità di riuso, attraverso un processo di lavorazione industriale. In mezzo, a fare la differenza un progetto industriale, con un impianto hi-tech, come nel caso della Seruso.
I PROGETTI IN CONCORSO PER L’EDIZIONE 2020 DEL PREMIO NON SPRECARE:
- Pasto Sospeso: a Roma una bella iniziativa dona pasti a chi non può prepararli
- Recuperare, riutilizzare, rigenerare: a Motta di Livenza un’ex discarica diventa un parco pubblico
- Retake Roma, i volontari che, da dieci anni, ripuliscono i quartieri della città
- Coderblock, la start up siciliana che organizza il lavoro a distanza. In un unico ambiente 3D
- Pc4u.tech, l’idea di quattro diciottenni milanesi per donare pc e tablet agli studenti in difficoltà
- Val di Vara: alla scoperta della valle più verde d’Italia e del primo paese biologico d’Europa
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