Fabrizio Cardinali: l’eremita di Cupramontana. Una vita lontana dalla modernità e dal consumismo

Fabrizio e suo figlio Siddharta vivono in un casolare trra le colline del Verdicchio: non hanno elettricità, né acqua corrente, si spostano in autostop e mangiano ciò che riescono a produrre. Ciò che non hanno lo scambiano, o lo riciclano

fabrizio cardinali l'eremita

In un angolo di bosco sulle colline marchigiane, arrampicato tra pezzetti di terra bruna e verde a pochi km da Ancona, a Cupramontana, la patria del Verdicchio, c’è un casolare che è diventato rifugio di una comunità che ha seguito fino in fondo l’amore e il rispetto per la terra e per la natura e i principi della decrescita felice: la Tribù delle Noci Sonanti, perché, come dice il suo capostipite, “Una noce dentro un sacco poco rumore fa. Ma tante noci insieme suonano”.

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FABRIZIO CARDINALI L’EREMITA

E, infatti, questa comunità autosufficiente senza elettricità né acqua corrente, isolata in una casa colonica circondata da 5 ettari di terreno, e separata dal “mondo comune” da un chilometro di sentiero, nonostante l’isolamento è una comunità accogliente e pronta ad ospitare chiunque voglia sperimentare un tipo di vita più in armonia con la natura, dove la giornata inizia all’alba e finisce al tramonto, si dorme in una tenda, ci si lava senza acqua corrente e si illuminano gli ambienti con lampade ad olio. Uno stile di vita sicuramente incomprensibile ai più, che richiede un cambio di paradigma e della scala dei valori, una riflessione più profonda sul senso dell’esistenza. Per questo, in molti chiamano Fabrizio Cardinali, l’eremita di Cupramontana. La sua scelta ha radici antiche: risale agli anni ‘80, nel pieno della generazione dei baby boomers. Fabrizio, ha 22 anni,  ha conosciuto i movimenti degli anni ‘70 e la loro richiesta di una vita più autentica, più mistica e più aderente alla natura, è reduce da studi di astronomia e ha deciso di seguire gli insegnamenti del Buddha, decide che la società consumistica e “sprecona” non fa per lui: semino dopo semino pianta le radici della sua tribù, fondata su un principio ben preciso, che non manca di spiegare a chiunque lo intervisti o cerchi di capire la sua scelta:  «La gente distrugge tutto, perciò ho fondato la mia tribù»

L’EREMITA DI CUPRAMONTANA

Cuore pulsante di questa comunità dell’entroterra marchigiano, è proprio Fabrizio, 62 anni, nato a Falconara Marittima, con un’idea ben chiara dell’esistenza felice e della decrescita: rispetto per ogni forma di vita, nessun consumo di carne, frutta e verdura in autoproduzione, stagionale. Ciò che serve si costruisce, si ricicla, o si baratta nei mercatini del circondario, arrivandoci in bici, a piedi o in autostop. Sul pianeta Noci Sonanti, anche chi chiede ospitalità ricambia con la forza lavoro. Ognuno dà una mano, poiché i lavori da fare per mangiare, lavarsi e riscaldarsi sono tanti: a partire dalla legna da spaccare, che, soprattutto in inverno, è fondamentale.Fabrizio vive sulle colline insieme a suo figlio Siddharta, 13 anni, e con il suo aiuto, insieme a quello degli ospiti che frequentano la tribù,  produce olio, miele, frutta, vegetali, ortaggi, legumi, succo d’uva pestato coi piedi e grano macinato a pietra per pane e dolci. Dopo il terremoto hanno deciso di continuare a dormire in tenda, per sentirsi più vicini alla natura.

Siddharta non va a scuola, studia con lui per 4-5 ore al giorno. Home-schooling, si direbbe, Fa un esame ogni anno, per assolvere all’obbligo scolastico: ha superato da poco quello di prima media, con ottimi voti.

La vita di Siddhartha, contrariamente a quello che potrebbe sembrare, è però una vita del tutto normale: ha contatti frequenti con altri ragazzi del circondario, e, come svela il papà Fabrizio in un’intervista ad Ancona Today, “è in fase un po’ ribelle”. dal canto suo, Siddharta ammette nella stessa intervista che questa vita gli piace, ma che vorrebbe potersi muovere con un trattore, invece che a piedi.

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DOCUFILM “NOCI SONANTI”

La storia di questa famiglia sui generis è piaciuta al punto che due giovani registi di Tolentino, in provincia di Macerata, hanno deciso di dedicare a Fabrizio e Siddartha un vero e proprio docufilm sulla tribù delle Noci Sonanti. Fabrizio, l’eremita anconetano delle “Noci sonanti”: la sua vita diventa un film

Damiano Giacomelli e Lorenzo Raponi hanno vissuto a strettissimo contatto con loro nel casolare di via Torre per circa un anno, senza girare, conoscendo lo stile di vita di Fabrizio, non giudicandolo, semplicemente osservando senza macchina da presa. Poi, sono arrivate le riprese vere e proprie: due mesi dietro la cinepresa, 330 ore di girato da organizzare secondo una narrazione il meno possibile mediata da quelle che erano le loro opinioni. Da questo sforzo creativo è nato l’omonimo “Noci Sonanti”.

(Immagine in evidenza tratta da Ancona Today // Photocredits: Ancona Today)

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