Che il lavoro nobiliti l’uomo è spesso una frase vuota e abusata, ma nel caso dei falegnami della solidarietà mai proverbio fu più azzeccato. Nella piccola bottega di Senigallia sita in via delle Saline, infatti, una squadra di falegnami in pensione dedicano il proprio tempo a insegnare il mestiere a tanti apprendisti diversi: restauratrici in erba, provetti falegnami, artigiani in formazione. Tutti e tutte accomunati da percorsi di vita tortuosi e di certo non sempre semplici.
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FALEGNAMI DELLA SOLIDARIETÀ
Negli anni, infatti, il laboratorio di falegnameria di Casa San Benedetto ha ospitato giovani mamme in difficoltà, migranti e sans-papiers, ex tossicodipendenti, persone con problemi con la giustizia o con fragilità psichiatriche o più semplicemente chi ha perso il lavoro ed è messo in ginocchio dalla crisi economica e dalla povertà di ritorno. Dal 2011, anno in cui fu avviato il progetto, la squadra di quattro maestri falegnami in pensione ricorda ogni storia di ogni alunno o alunna, a cui si sono dedicati con passione, professionalità e altruismo. Provando a restituire loro un mestiere, la dignità perduta e uno spiraglio di speranza nel futuro.
La falegnameria solidale nasce con la volontà di mettere a disposizione dei meno fortunati le capacità professionali per insegnare loro i segreti dell’artigianato del legno ancora in cascina nonostante la pensione, e muove i primi passi in Casa San Benedetto, una struttura residenziale gestita dalla Caritas di Senigallia, che mette a disposizione un locale e l’attrezzatura necessaria.
Primi allievi del corso di falegnameria tenuto dai falegnami solidali sono stati giovani ghanesi arrivati in Italia con un viaggio della speranza e mezzi di fortuna, ma oggi il progetto funziona a pieno ritmo con una media di 7 persone che prendono parte a progetti della durata semestrale, aiutati e supportati non solo dai loro insegnanti, ma anche da numerosi volontari che gravitano intorno al progetto, incuriositi e appassionati dalla dedizione al lavoro e dal desiderio di restituire bellezza e felicità a vite solo apparentemente sconfitte.
Come nel caso di un ragazzo col cappuccio perennemente calato sul volto e lo sguardo basso, che mano a mano che apprendeva i trucchi del mestiere ha ritrovato autostima, fiducia e sorriso: si è tolto il cappuccio e ora lavora in modo continuativo nello staff del laboratorio artigiano, che nel frattempo è diventato un settore di attività della cooperativa Undicesimaora, cooperativa senza scopo di lucro, costola della Caritas, aperta anche ai privati, per i quali realizzano mobili, porte e infissi e ne curano la manutenzione.
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FALEGNAMERIA SOLIDALE
I quattro insegnanti di falegnameria orientano le lezioni e il tempo che dedicano ad allievi e allieve non solo alla ricerca della massima qualità del lavoro e dell’apprendimento, ma anche e soprattutto alla ricerca della felicità e del benessere di chi frequenta il corso, cercando di assecondarne le inclinazioni e le passioni. Così si assicurano che tutti lavorino con il massimo grado di soddisfazione, creando oggetti in legno vergine o di recupero, progettando mobili e complementi d’arredo per enti, aziende o privati. Chi usufruisce dei servizi o acquista i prodotti di artigianato dei “Falegnami della Solidarietà” contribuisce a sostenere il progetto, che serve soprattutto ad offrire nuove possibilità di realizzazione a persone svantaggiate o in condizioni di difficoltà.
Affinché tutte e tutti, attraverso il lavoro, si sentano, finalmente, al proprio posto.
(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook della cooperativa Undicesimora Soc. Coop- Crediti Mario Mazzanti)
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