Su venti obiettivi prefissati a livello globale per arginare la distruzione della fauna selvatica e degli ecosistemi che sostengono la vita, solo 6 sono stati centrati e oltretutto in maniera parziale. È quando emerge dal Global Biodiversity Outlook 5 (GBO-5), pubblicato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, che da’ il metro di quanto poco seriamente i Paesi stiano affrontando l’emergenza climatica. Una situazione in cui, come da vecchia consuetudine italica, si continua a promettere tanto ma a fare molto poco.
FALLIMENTO 20 OBIETTIVI GLOBALI DI BIODIVERSITÀ
Gli obiettivi sono stati fissati nel 2010 ad Aichi in Giappone ed erano vincolanti per la comunità internazionale. La lista comprendeva la protezione degli habitat animali e delle foreste, ma anche la rivoluzione delle tecniche di coltivazione al fine di raggiungere una maggiore sostenibilità e un minor impatto ambientale (ad esempio diminuendo l’utilizzo di pesticidi). Allo stesso tempo si invitavano i Paesi aderenti a diminuire il consumo di carne e a tutelare gli ecosistemi marini. Presente tra gli obiettivi anche la riduzione dell’inquinamento attraverso il taglio dei combustibili fossili.
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NON RISPETTATI OBIETTIVI ONU AMBIENTE
Dall’affrontare l’inquinamento alla protezione delle barriere coralline, nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto per intero e la situazione, se non irreversibile, è piuttosto allarmante. “Se guardiamo alla pesca, per esempio – ha dichiarato il vice segretario esecutivo della Convenzione sulla diversità biologica dell’Onu, David Cooper – circa un terzo degli stock ittici mondiali sono già sovrasfruttati. D’altra parte, se poi si prendono in considerazione le diverse regioni, si vede che in circa la metà degli stock ittici del mondo, quelli ben gestiti, si assiste a miglioramenti”.
PIANTE SEMPRE PIÙ A RISCHIO
Nonostante i progressi registrati in alcune zone del Pianeta, gli habitat naturali stanno continuando a scomparire, un gran numero di specie rimane minacciato di estinzione, e 500 miliardi di dollari (circa 422 miliardi di euro) di sussidi governativi dannosi per l’ambiente non sono stati ancora eliminati. Questo importante fallimento, secondo l’Onu, pone le basi per una disfatta ancora più grave, quella che riguarda i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’accordo di Parigi sulla crisi climatica. Secondo il capo della biodiversità delle Nazioni Unite, Elizabeth Maruma Mrema, l’umanità si trova a un bivio che deciderà in che tipo di Pianeta vivranno le generazioni future. “I sistemi viventi della Terra nel loro insieme sono stati compromessi. E più l’umanità sfrutta la natura in modi non sostenibili, più miniamo il nostro stesso benessere, la nostra sicurezza e la nostra prosperità”.
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