Dopo il fallimento del vertice di Madrid è chiaro a tutti che abbiamo bisogno di una, mille Greta?

Un fallimento totale, proprio mentre l'attenzione sulla sostenibilità è ai massimi livelli. Senza che qualcuno rovescia il tavolo, con l'energia di una nuova generazione, non si faranno passi avanti. E la temperatura intanto salirà di oltre 3 gradi

cop25 madrid

Divisi su tutto. Impotenti su tutto. E senza alcuna voglia di trovare un accordo, anche di basso profilo, anche il solito compromesso di parole che viene fuori in questi vertici quando mancano le condizioni di base per una vera intesa. La Cop25 di Madrid sull’emergenza climatica, che pure era stata presentata come “la riunione dell’ambizione”, si è risolta in un disastro. Totale. 

FALLIMENTO COP25 MADRID

Non c’è alcuna intesa sulle regole per il mercato di compravendita dei diritti di emissione di CO2 che pure è stato varato già a Parigi nell’ormai lontano 2015. Cina e India si sono ritrovate alleate di ferro con un enorme potere di veto da esercitare per bloccare i tagli alle emissioni nocive. D’altra parte hanno avuto gioco facile nello smascherare le false promesse dei paesi sviluppati. Del maxi-fondo da 100 miliardi di dollari annui per finanziare la riconversione energetica, costosissima, dei paesi in via di sviluppo, sul tavolo non si è visto, da parte dei paesi sviluppati, neanche un centesimo. E senza soldi questi obiettivi resteranno aria fritta. 

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I PAESI CHE HANNO AVVIATO LE PROCEDURE PER USCIRE DALL’ACCORDO DI PARIGI

Si sfilano dagli obiettivi di Parigi anche America e Russia, e al momento soltanto 84 paesi, tra i quali le principali nazioni europee, si sono impegnate a presentare piani con maggiori tagli alle emissioni di CO2. In pratica, i grandi inquinatori del pianeta si chiamano fuori da questa partita e remano contro. Perfino il piano di genere, per favore la partecipazione delle donne ai vari livelli decisionali delle nazioni, è naufragato sotto il peso di veti minori, ma non per questo meno efficaci delle superpotenze. I no di Niger e Arabia Saudita

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NESSUN ACCORDO COP25 MADRID

La cosa triste e grave del fallimento del vertice di Madrid è il momento nel quale arriva. L’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sui temi e sugli obiettivi dell’Agenda dello Sviluppo sostenibile è ai massimi livelli da sempre, c’è una consapevolezza dal basso delle società che cresce e si sta diffondendo. Anche grazie alla scossa di Greta Thunberg e in generale dell’universo di Friday for Future. Ma alla pressione dei popoli corrisponde, in un dialogo tra sordi, l’impotenza, voluta e ricercata, dei governi nazionali. E la totale inadeguatezza di organismi internazionali, a partire dalla stessa Onu, sconfitta numero uno del vertice di Madrid.

Ma nonostante questo scenario, bisogna trovare spazi di ottimismo. Eccone due. Adesso sarà più difficile fermare la marcia di Greta e dell’intero movimento, risulterà sempre meno influente la dietrologia mossa da chi, spesso in malafede, vorrebbe demolire Greta andando a cercare chi la manovra. Il mondo ha sempre più bisogno di Greta. Le nazioni sconfitte a Madrid hanno bisogno di Greta. E la sostenibilità per entrare davvero nelle agende della politica, a tutti i livelli, ha bisogno che a scrivere i punti sia in campo una nuova generazione. Con l’energia dell’età giusta per battaglie di questo genere, e con le spalle coperte dalla letteratura scientifica. 

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NIENTE ACCORDO A MADRID

Il secondo aspetto positivo è che, pur ballando sull’orlo del baratro, le nazioni chiamate ai vari tavoli internazionali non potranno più sfuggire all’avanzare dei numeri. Numeri che significano fatti, e non più soltanto previsioni. Per capirci: le emissioni di gas serra stanno registrando un aumento del 4 per cento dal 2015, l’anno del famoso accordo di Parigi. Laddove avrebbero dovuto essere tagliate del 7 per cento all’anno per dieci anni consecutivi. E con i (non) piani attuali, andando avanti di questo passo il riscaldamento del pianeta aumenterebbe di oltre 3 gradi. Vediamo chi avrà ancora il coraggio, di fronte a questi dati, di parlare di esagerazioni e di catastrofismo. E vediamo quando l’Onu si deciderà a fare una cosa molto semplice: cancellare qualsiasi vertice sui temi del clima e della sostenibilità, se prima delle riunioni ufficiali gli sherpa non abbiano raggiunto un’intesa di massima. Almeno così si eviterà la frustrazione del fallimento globale. 

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