Fania, ebrea ucraina, salvata da Maria durante il nazismo. E adesso restituisce l’aiuto

Una storia di persone che non dimenticano. Tutta la famiglia di Fania fu sterminata, e lei si rifugiò a casa di Maria. Oggi sono le nipoti di Maria a salvare le nipoti di Fania

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Nel 1942 Fania Rosenfeld Bass è soltanto una bambina ebrea che vive in una cittadina dell’Ucraina, Rafalowka, occupata da più di un anno dalle truppe naziste. Impegnate nel portare a compimento la criminale «soluzione finale», ovvero lo sterminio del popolo ebreo.

FANIA ROSENFELD

Fania assiste impotente all’uccisione di tutta la sua famiglia. I genitori, la sorella, il fratello. Nessuno scampa al massacro, tranne lei. E non sa dove andare. Fino a quando una vicina di casa, Maria Blyshchik, decide di ospitarla in assoluta segretezza e rischiando la vita. Passano due anni, fino alla liberazione dell’Ucraina, nel febbraio del 1944, e all’inizio di una nuova dominazione nei confronti di questo sventurato paese: quella staliniana. Fania, per sua fortuna, ha dei parenti in Israele e grazie a Maria riesce a fare l’unica cosa possibile, ovvero emigrare.

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MARIA BLYSHCHIK

A ottant’anni di distanza la storia di Fania e Maria si ripete, ma questa volta a parti inverse, come si racconta in questo podcast di Cecilia Sala. Fania ormai è scomparsa, ma una sua nipote, Sharon Bass, ha accolto in Israele due nipoti di Maria, Lesia Orshoko, 36 anni, e Alona Chugai, 47 anni, fuggite dall’assalto di Putin. Restituendo così il favore, che vale una vita, ricevuto quasi un secolo fa. E per volere della sorte e del calendario l’arrivo delle ragazze in Israele dall’Ucraina sotto i bombardamenti dell’esercito di Mosca arriva proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Fania.

Fonte immagini: The Washington Post – Chagit Bass Nussbaum

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