Incentivi per trasferirsi nei borghi

In Sardegna un bonus casa fino a 15.000 euro a fondo perduto. Bonus per il lavoro a distanza e affitti simbolici. Tutte le occasioni per cambiare vita

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Lucilla Parisi, sindaco di Roseto Valforte, piccolo e incantevole borgo pugliese, in provincia di Foggia, è stata molto coraggiosa ed ha alzato la posta. Offre 5 mila euro a chi decide di trasferirsi nel borgo incastonato nei Monti Dauni e di aprire un’attività economica. Soldi a fondo perduto, che il sindaco ha attinto dai fondi ricevuti dal Ministero degli Interni e destinati alle aree interne regionali. Nel bando, che punta a ripopolare un comune rimasto con appena 900 residenti, si prevede anche una corsia preferenziali per i cittadini che sono emigrati da Roseto Valforte e decidono di tornare grazie al contributo fino a  5mila euro.

INCENTIVI BORGHI ITALIANI

Piccole leggi, grandi cambiamenti. Con i borghi italiani sta avvenendo qualcosa di importante in termini di cambiamento degli stili di vita e sostenibilità. Sempre più persone, in tutte le regioni, lasciano le città e si trasferiscono nei borghi dove trovano un’ottima qualità della vita, minori costi e collegamenti, grazie alla tecnologia, che consentono di non essere isolati. In Emilia-Romagna il bando di una piccola legge per incentivare il trasferimento nei piccoli comuni dell’Appennino ha visto la presentazione, in pochi giorni di 2.310 domande. Stessa cosa in Toscana. E in Molise, dove l’incentivo scelto è stato molto generoso (700 euro al mese) a condizione di un trasferimento in un comune della regione con meno di 2mila abitanti.

RIPOPOLAMENTO BORGHI

Una vita super sostenibile? Nei borghi italiani. In una qualsiasi regione, sono tutti belli, e tutti carichi di identità, storia, bellezza. C’è qualcosa di molto importante che si muove in Italia per dare un’opportunità di qualità della vita abbinata a benessere e reddito: sfruttare al massimo, e non sprecare, le opportunità dei borghi. Spesso abbandonati e desolati. Da ripopolare. Anche con incentivi molto forti, come quelli decisi dalla regione Molise: 700 euro al mese per chi decide di andare a vivere in uno dei comuni della zona, con meno di 2mila abitanti. Una strada, quella degli incentivi, condivisa da molte amministrazioni locali, in tutta Italia. Una strada che a noi di Non sprecare convince tanto e che magari andrebbe intrapresa anche con qualche provvedimento a livello nazionale, da condividere poi con le diverse regioni, a partire da quelle dove ci sono enormi problemi abitativi nelle aree urbane.

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ANDARE A VIVERE NEI BORGHI

A Graglio, piccolo borgo nella Val Veddasca, non nasceva un bambino da 28 anni. Poi è arrivata Agata, partorita da Laura Locatelli, che si è trasferita qui, nella vecchia casa dei bisnonni, lasciando, con il compagno Roberto, la città di Genova. Di fronte alla meraviglia e all’emozione di questa nascita, gli ultimi residenti di Graglio, una quindicina di persone, si sono stretti attorno ai genitori di Agata, trasformandola nella figlia di tutti. E sono arrivati per lei, il primo corredino, il ciuccio, e tanti regali di tutta la comunità di Graglio.
La storia di Agata ha un valore enorme, non solo simbolico. Ci indica una rotta possibile, ragionevole, alla portata di tutti, per tamponare due enormi sprechi in Italia. Il crollo della natalità e lo spopolamento dei nostri meravigliosi borghi, un patrimonio che non esiste in nessun altro paese del mondo. Ecco: ripopolare i borghi, dove tra l’altro si può vivere in condizioni di piena sostenibilità e con un costo della vita più che ragionevole, è un obiettivo che dobbiamo avere, sia come singole persone, come famiglie, come comunità, sia dal versante degli amministratori pubblici. Alcuni dei quali sono molto impegnati, anche con iniziative interessanti, per riportare vita e persone nei loro piccoli paesi, talvolta quasi del tutto abbandonati.

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BONUS CASA DI 15.000 EURO IN SARDEGNA

Se vi piace la Sardegna, isola meravigliosa e diversa da un luogo all’altro, potete chiedere il bonus offerto dall’amministrazione regionale per chi compra o ristruttura casa in un piccolo comune con meno di 3 mila abitanti. Ovviamente dovete avere la residenza, o trasferirvi, in questo borgo, entro 18 mesi dall’acquisto dell’appartamento. Il bonus è a fondo perduto, quindi non è previsto alcun rimborso, e tutte le informazioni si trovano sul sito della regione Sardegna.

VACCARIZZO DI MONTALTO UFFUGO MIT BOSTON

C’è chi punta sulle entrate dei turisti e chi scommette sui progetti di valorizzazione del Fai (Fondo ambiente italiano). Chi raccoglie fondi all’estero e chi invece apre le porte, anche con generosi contributi, a piccoli imprenditori agricoli. La lotta per la sopravvivenza dei borghi italiani, un patrimonio unico del nostro paese, ha mille facce e mette in campo mille iniziative, tutte con grande senso civico di partecipazione e di condivisione. Tra queste anche il progetto del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston che ha deciso di puntare sulla rinascita del borgo di Vaccarizzo di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, in Calabria.

Cinquecento abitanti, un intreccio di stradine, piazze e vicoli caratteristici immersi nel verde delle colline calabresi e una vecchia filanda dove, in passato, si produceva e poi si vendeva la seta, Vaccarizzo, grazie ad un’iniziativa che coinvolge 35 Paesi in tutto il mondo, 300 team e altrettante idee di trasformazione sociale, diventerà un prototipo di rigenerazione sociale.

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VITA NEI BORGHI

Il Mit – come leggiamo su Il Sole 24 ore – ha selezionato la proposta di ripopolamento presentata da Brit, una startup innovativa italiana, focalizzata nella rigenerazione di borghi a rischio di abbandono, fondata nel mese di giugno 2018 da Federica Benatti e Michela Rossi, entrambe architette e Renzo Provedel, imprenditore. In gara con altri dieci borghi italiani, Vaccarizzo ha tagliato il traguardo grazie alla valenza storica del territorio, le risorse attrattive e la disponibilità della comunità locale. L’obiettivo è anche quello di promuovere il cambiamento proprio attraverso la pratica della progettazione partecipata e il coinvolgimento dei cittadini, sulla base anche della “Teoria U” di Otto Scharmer, docente del MIT e fondatore del Presencing Institute: un approccio che parte dalla persona mantenendola al centro per ottenere un profondo rinnovamento della società. Nasce così “I live in Vaccarizzo”.

Il team che poterà avanti il progetto è composto da professionisti e imprenditori provenienti non solo dalla Calabria ma anche dall’Emilia Romagna, dalla Liguria e dal Lazio.

vaccarizzo

(Nell’immagine: Vaccarizzo. Fonte: Facebook)

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BORGHI DA SALVARE

Li chiamano comuni a rischio scomparsa, o anche comuni in polvere. Eppure sono una parte integrante del nostro patrimonio storico e artistico, e insieme rappresentano una grande opportunità sprecata per dare la possibilità di trovare casa, a condizioni accettabili, a quanti non riescono a farlo in città. L’Italia dei borghi è fatta di circa 6mila comuni, con una popolazione inferiore ai 5mila abitanti: ed è qui che molti possono decidere di fare una scelta di vita. Specie se incentivati da scelte coraggiose delle amministrazioni locali che combattono, con gesti concreti, la deriva dello spopolamento.

  • A Civita di Bagnoregio i turisti pagano. Per sostenere gli incentivi agli abitanti di Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, il sindaco ha scelto un metodo molto efficace: i turisti pagano. Tre euro nei giorni feriali, cinque in quelli festivi, per visitare un borgo magico, set naturale di decine di film. Così, soltanto nel fine settimana pasquale, il comune ha incassato oltre 100mila euro, con i quali finanzia la sua politica per il ripopolamento. Tasse basse o cancellate (per esempio l’imposta comunale sulla casa); mensa scolastica, scuolabus e parcheggio gratis. E 500 euro per ogni famiglia residente sotto una certa soglia di reddito. Con un occhio, e una spesa, alla buona manutenzione del luogo, a partire dai lavori per fermare i rischi di frane.
  • A Cerreto, in provincia di Reggio Emilia, erano rimasti solo 50 abitanti. Il ripopolamento è partito dalle sette cooperative della zona che si occupano di turismo e agricoltura, a partire dalla coltivazione della castagna. E il segnale più evidente della ripresa del piccolo borgo è stato la riapertura del vecchio bar in piazza. Raccontata anche dalla tv giapponese.
  • Duemila euro per andare a Bormida. Siamo nelle Alpi marittime, in Liguria, nella provincia di Savona, dove il sindaco spinge a tutta velocità sul ripopolamento di un borgo dove vivono solo 394 persone. Le opportunità sono due: l’affitto low cost e l’acquisto con un forte bonus. Nel primo caso si possono abitare case pagando da 50 a 120 euro al mese di affitto, sulla base della metratura. Nel secondo caso, invece, il nuovo residente viene accolto da un bonus di 2mila euro.

RIPOPOLARE I COMUNI ABBANDONATI

  • Orvinio, in provincia di Rieti, punta invece sul Fai. Il piccolo e meraviglioso borgo medievale ha una popolazione di appena 405 abitanti, ma è un autentico scrigno di bellezze naturali e artistiche. Appartenuto alla famiglia Borghese e poi allo Stato Pontificio, Orvinio è entrato nella ristretta e significativa lista dei “Luoghi del cuore” del Fai, borghi che ricevono una sorta di bollino di qualità da parte dell’associazione a difesa dell’ambiente e del patrimonio artistico. Orvinio sta scalando la classifica di questi posti segnalati dal Fai e spera di entrare nei progetti di valorizzazione del Fondo. Per votare la sua candidatura basta fare un clic a questo sito.

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(Nell’immagine: Orvinio. Fonte: Comune di Orvinio)

  • La Amazon City in Calabria. Conflenti è un piccolo borgo sulle montagne delle pre-Sila che sembrava destinato a sparire. E invece, con un primo finanziamento regionale si è aperto un varco per incentivare l’arrivo di nuovi residenti rispetto a una popolazione ridotta a 1.500 anime. E’ nata anche un’associazione Felici e Conflenti, che si occupa di raccogliere fondi e il vice presidente di Amazon, Russel Grandinetti, non esclude di portare qui un centro logistico del colosso americano che darebbe slancio alle vecchie tradizioni di conciatori di pelli, intarsiatori, ebanisti e lavoratori della cera e del miele.
  • A Santa Flora, in provincia di Grosseto, ai piedi del Monte Amiata si utilizza lo smart working  per favorire il ripopolamento del borgo e incentivare l’arrivo di nuovi residenti. La rete Internet è molto efficiente, e il 50 per cento delle spese di affitto vengono coperte a chi dimostra di avere un lavoro regolare. Il progetto si chiama Vivi in paese.
  • Gerfalco in Toscana riparte dall’agricoltura. A Gerfalco, borgo in Maremma, sono rimasti poche decine di abitanti e soltanto tre negozi. Ma qualcosa di importante si sta muovendo nel territorio, grazie all’iniziativa della comunità La Bandita, una cooperativa nata proprio per fermare lo spopolamento dello splendido borgo. Qui la natura è bellissima, e sono disponibili terreni in comodato d’uso per castagneti e uliveti. In paese, con 30mila euro e un prestito a tasso molto agevolato è possibile acquistare un appartamento di tre vani e servizi.
  • Alcara Li Fusi, sulle cime dei Nebrodi. Ci sono appena 600 abitanti in questo borgo della provincia di Messina, che sorge alle pendici delle Rocche del Castro. Il comune però ha avviato un piano di riqualificazione urbanistica con due obiettivi. Il primo: trasformare case disabitate in alloggi turistici. Il secondo: migliorare il centro storico e attrezzarlo per valorizzare le attività locali, dall’artigianato al canto. Anche qui i prezzi delle case sono molto convenienti: in media per un appartamento di 80 metri quadrati si pagano 40mila euro. E non mancano incentivi.

RIPOPOLAMENTO BORGHI

  • A Candela il bonus “Nuovi residenti”. Coraggioso, il tentativo di ripopolare il piccolo borgo di Candela, in provincia di Foggia. Si tratta di incentivi messi a disposizione, sotto la voce di spesa “Nuovi residenti” per chiunque decida di trasferirsi in questa splendida località. E non sono pochi. E’ un bonus, infatti, da 800 a 2mila euro, per iniziare una nuova vita.

FERMARE LO SPOPOLAMENTO DEI BORGHI

  • Meno tasse a Cabella Ligure. In questo caso, invece, l’amministrazione comunale ha scelto la strada degli incentivi fiscali per spingere le persone a trasferirsi qui. Siamo a Cabella Ligure, in provincia di Alessandria, dove sono previsti sconti fiscali, dall’Imu all’Irpef, per chi ristruttura vecchi edifici abbandonati e sceglie una nuova residenza nel borgo ligure.
  • A Grottole residenze per gli artisti. Grottole, piccolo borgo in provincia di Matera, era conosciuto e frequentato già nei tempi della preistoria. Aveva una posizione strategica e per questo era considerato un luogo di transito, lungo l’Appia, dagli allevatori di bestiame. Adesso è un borgo quasi del tutto spopolato. Per questo l’architetto Andrea Paoletti ha deciso di giocare la carta dell’arte e degli avvenimenti artistici. Di fronte a circa 600 case abbandonate, sono già stati individuati due piccoli palazzi, che con il progetto “Wonder Grottole”, una raccolta di fondi attraverso il crowdfunding, saranno trasformati in contenitori di eventi culturali e in residenze per artisti. Nel  2020 è stata inaugurata la prima WonderCasa per accogliere artisti, artigiani, professionisti che vogliono trascorrere due mesi a Grottole e lasciare un progetto di sviluppo per la comunità locale su specifiche tematiche. I primi ospiti hanno lavorato su apicoltura e autocostruzione.
  • A Locana, nel Parco nazionale del Gran Paradiso, il sindaco Bruno Mattiet mette sul tavolo un bonus triennale di 3mila euro, per un totale di 9mila euro, alle famiglie che scelgono di vivere in questo luogo magico. Requisito indispensabile: iscrivere almeno un figlio nella scuola del borgo, un segnale concreto di una scelta di vita. Locana è rimasta con appena 1.700 abitanti, agli inizi del Novecento erano ben 6mila.
  • A Roaschia, 101 abitanti (erano 2mila nel 1911) in un incantevole presepe incastrato tra le montagne del cuneese, c’è una donna, molto energica e coraggiosa, che ha lanciato il guanto della sfida: non fare morire il borgo. E anzi rilanciarne storia, vita e abitanti. Grazie, innanzitutto, a un turismo a tutto campo, dai sentieri da esplorare alle sagre locali. La donna è Michela Ghibaudo, che a Roaschia trascorreva solo le vacanze nell’antica casa della nonna. Adesso è un  attivissimo assessore al Turismo.
  • Fornelli, Filignano, Pizzone, Bagnoli del Trigno: la scommessa dei borghi in Molise.  La Regione Molise ha messo sul tavolo un progetto molto ambizioso per ripopolare i borghi che, solo in questa regione, sono più di un centinaio. Un bando assegna 700 euro al mese a chi prende la residenza in un comune con meno di 2mila abitanti e, allo stesso tempo, apre un’attività economica per almeno cinque anni. Si chiama, forse con troppa enfasi, “reddito di residenza attiva”: in realtà è un bonus, molto generoso, per non sprecare luoghi, identità, bellezza. E opportunità di nuove vite davvero sostenibili.
  • A Monte Grimano, nell’alta valle del Conca, al confine tra le Marche e l’Emilia Romagna, è stato varato il progetto “Borgo delle libere arti”, per ospitare in paese, per un soggiorno, artisti, artigiani e intellettuali alla ricerca della libertà di esprimersi. Un modo per catturare l’attenzione dell’opinione pubblica (la storia è finita anche sul New York Times) e favorire l’arrivo di nuovi residenti. Pronti, come ha fatto un falegname in pensione, a fare qualcosa per la comunità: lui ha creato 12 piccole biblioteche di strada. Con libri distribuiti in prestito a tutti.
  • Ad Amandola è nata la comunità del trekking. Il centro storico di Amandola, scrigno marchigiano, è composto da case nobiliari del Settecento, strade tutte lastricate e un meraviglioso Teatro La Fenice. Per la sua rinascita il borgo marchigiano ha puntato su tre leve. La produzione di miele e zafferano, che qui sono di ottima qualità. Il turismo legato al trekking sui Monti Sibillini, con un gruppo di 170 soci iscritti all’associazione locale del Cai (Club alpino italiano). E i piccoli B&B, come il Borgo delle Fate, nati nella zona.
  • Biccari, sui Monti Dauni, cinquanta chilometri da Foggia, punta su un patto generazionale. Giovani e anziani insieme, in una cooperativa di comunità, per sviluppare attività agricole (dagli asparagi ai tartufi) e turistiche. Così un antico convento di frati minori è stato trasformato in un ostello diffuso, e prima della pandemia in pochi mesi qui vi sono state oltre duecento presenze.
  • Rocca d’Orcia, splendido borgo del senese, deve il suo rilancio a un coraggioso imprenditore calabrese, Pasquale Forte, che si è trasferito in questa zona per scommettere sull’enologia biodinamica e innanzitutto sull’ottimo Sangiovese della zona. E risultati sono stati talmente buoni che per la prima volta da mezzo secolo gli abitanti di Rocca d’Orcia sono persino aumentati.

BANDI SUI BORGHI

Grazie al Piano europeo di ripresa e resilienza (PNRR) ai borghi italiani arrivano, almeno sulla carta e speriamo senza che vengano sprecati, tanti soldi. In particolare ci sono due bandi, già pubblicati, per i quali è stata stanziata, complessivamente, una cifra superiore a 1 miliardo di euro. Il primo bando (linea A) assegna 420 milioni di euro, divisi tra 21 regioni e Province autonome, per scegliere in queste zone un borgo “pilota” a rischio abbandono o già deserto. Dove fare gli interventi, con relativi incentivi, per il ripopolamento: in pratica, ciascuno dei 21 borghi selezionati dalle Regioni e dalle Province autonome avrà a disposizione 20 milioni di euro. Una bella somma per cambiare la vita di una comunità.
La linea B, invece, prevede meno risorse per un singolo borgo, ma più piccole comunità che possono partecipare a un bando con il quale vengono distribuiti 580 milioni di euro da dividere tra 229 borghi (quindi 1,6 milioni ciascuno). Secondo le regole fissate dal PNRR il 40 per cento dei progetti dovranno essere localizzati nel Mezzogiorno, motivo per cui la regione che avrà le maggiori risorse è la Sicilia, con un tesoretto per i suoi borghi di 41 milioni di euro. Speriamo bene.

GIOVANI E BORGHI

Non è vero che i giovani fuggono dai borghi, quando hanno le condizioni e la possibilità di viverci. Il 79 per cento dei giovani tra i 18 e i 39 anni sono orientati a restare dove vivono per una migliore qualità della vita, il 68 per cento per contatti sociali più gratificanti e il 65 per cento per forti legami con la comunità locale. Il 91 per cento chiede di restare per la disponibilità di un ambiente naturale più salutare rispetto alle aree urbane.

I LIBRI SUI BORGHI IN ITALIA

Ci sono diversi testi per avere un’idea dei borghi italiani, e scegliere i più belli. I più completi sono due. Il primo è una vera e propria guida a questo patrimonio del Paese, e si intitola I borghi più belli d’Italia (Edizioni Ser, Società editrice romana): ne vengono raccontati, anche con materiale fotografico, ben 279. Il secondo, invece, è un libro di Stefano Zuffi intitolato Bella! Italia. I Borghi (Edizione Sassi), con 240 pagine e molte illustrazioni a colori.

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IL LIBRO SUI BORGHI IN SICILIA

Un autentico gioiello editoriale, e anche una guida preziosa per chi ama i borghi, è il libro di Fabrizio Ferri (ricercatore alla Statale di Milano) e Emilio Messina (digital artist), intitolato I borghi di Sicilia (Dario Flaccovio editore). Il testo è molto completo e ordinato, e racconta tutti i dettagli di 58 borghi, divisi per ciascuna provincia dell’isola. Le fotografie sono semplicemente splendide.

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COME PRESERVARE I PICCOLI BORGHI:

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